giovedì 4 aprile 2019

Movies for Halloween - Hellions: Piccoli Demoni (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2017 Qui - Halloween, la notte delle streghe, quale miglior giorno possibile per ambientare una storia horror? quale miglior modo per riproporre per il secondo anno consecutivo (dopo Tales of Halloween e Holidays, che vi consiglio di vedere) due pellicole (il secondo ci sarà domani) per la rubrica Movies for Halloween? E' il caso appunto di Hellions: Piccoli Demoni, film del 2015 diretto da Bruce McDonald, noto soprattutto per l'horror Pontypool (anche se io l'ho ricordo per alcuni passabili thriller e la non eccezionale serie televisiva Transporter: The Series) ambientato questa notte speciale, anche se la festa delle zucche è solo un pretesto per segnare il (folle ad allucinatorio) confine dall'età spensierata dell'infanzia e delle feste casalinghe, a quella dell'età adulta e complicata. Infatti il film, che pare essere "roba già vista", ma che non lo è se solo semplicemente ci si libera dallo stereotipo dei film a tema halloween, è un film surreale dall'introduzione "realistica" con a seguire totale immersione spiazzante, ci si sposta in una dimensione di impossibile collocazione spazio-temporale, caratterizzata da toni violacei in cui gli unici colori a spiccare sono il rosso del sangue e l'arancio delle zucche. Questo perché la storia appunto è ambientata durante la notte di Halloween, quando la diciassettenne Dora, in attesa del fidanzato per recarsi ad un party e soprattutto per rivelargli di essere in dolce attesa, si trova assediata da un gruppo di bambini dalle terrificante maschere. Deve trovare un modo quindi di sopravvivere, anche se questa è una home invasion (che vede assoluta protagonista la ventunenne Chloe Rose, nota soprattutto sul piccolo schermo per la partecipazione a diverse serie televisive di successo) che va oltre la classica lotta per la sopravvivenza, nulla è scontato in quanto la sceneggiatura segue schemi per lo più indecifrabili. Possibile la lettura onirica di un incubo generato dalla gravidanza, ovviamente indesiderata, probabile fonte di inquietudine e paure. Ma niente potrebbe essere come sembra.
La narrazione difatti parte lenta e piacevolmente cadenzata, per poi spingere sul pedale della psichedelia e dell'incubo surreale. Visivamente poi, il film è davvero intrigante, con un massiccio uso di color correction nei toni del glicine e del rosso. Dopotutto lo scopo principale del regista era quello di creare un'atmosfera inquietante e misteriosa che circondasse la giovane protagonista dopo i minuti iniziali, e ci riesce benissimo. Anche perché in una vera e propria escalation di tensione il racconto acquista una certa personalità, ancor più sottolineata dalle particolari e affascinanti scelte cromatiche che permeano buona parte della visione, virando su tonalità rosa-violacee e con una particolare cura per le ambientazioni (che siano in interni od esterni) il regista realizza infatti dei veri e propri dipinti in movimento non privi di una certa forza poetica. La narrazione gioca buona parte delle sue carte di genere sulla presenza dei bambini "demoniaci", il cui viso è coperto da orribili maschere, e sul fatto che la protagonista si sia appena scoperta incinta, in una sorta di versione teen di classici a tema come Rosemary's Baby. E il sovrannaturale assume pian piano maggiore potenza, con l'entrata in scena di personaggi secondari (vi è anche Robert Patrick nei panni di un poliziotto) che sembrano a conoscenza di ulteriori dettagli. Il dubbio che sia tutto un furbo gioco tra realtà e immaginazione fa però pian piano capolino, e il frettoloso finale (che lascia più di una domanda senza risposta) non fa che confermare forse quanto temuto, Piccoli demoni è una visione piacevole e avvolgente per un'ora abbondante, tiene col fiato sospeso e accende la curiosità, ma si sgretola in un epilogo che lascia con l'amaro in bocca.
Certo all'horror vanno riconosciuti alcuni pregi. Anzitutto è ben riuscita la rappresentazione dei demonietti, quasi dei "bimbi sperduti" in versione dark e muniti di coltelli, tratteggiati intelligentemente in alcuni dettagli, quali le manine rossastre e deformi, le lunghe e appuntite unghie ferine, le maschere infantili e inquietanti, che al contempo conferiscono quella connotazione da spiritello dei boschi maligno. Anche perché non solo i piccoli villain con le loro risatine e i versi sinistri contribuiscono non poco a creare una sensazione disturbante, ma è soprattutto per l'atmosfera raccapricciante che incornicia questo prodotto, che fa della colonna sonora (cantilene fanciullesche e brani elettronici che non possono non ricordare quelli di It follows) e di una particolare resa visiva i suoi punti di forza, il motivo d'interesse del film. E se a ciò si somma un'ambientazione surreale, conferita da una fotografia decisamente intelligente e spaesante, il risultato non può che essere visivamente e paurosamente efficace. La paura risiede soprattutto nell'immedesimazione con la protagonista, che si trova catapultata in un incubo a scatole cinesi (la paura della gravidanza, la paura che ciò che cresce nel suo grembo non sia quello che si aspettava, la paura per i suoi cari in pericolo e quella per se stessa) e non nelle creature (il piccolo testa di zucca di "Trick 'r Treat" a mio avviso vince a mani basse contro gli Hellions di questa pellicola in quanto ad efficacia), che comunque spesso sono involontariamente comiche nonostante un design apprezzabile.
I problemi iniziano però con i personaggi secondari. Scritti male, buttati a casaccio come carne da cannone, si muovono maldestri gettando le loro battute al vento con frettolosa noncuranza (Patrick e gli altri usati male). Anche se la loro presenza funziona nell'emisfero onirico della protagonista, dato che il medico, poi lo sceriffo vi penetrano, peraltro non badando assolutamente alla strana colorazione del cielo quella notte. Così, sospesa tra materia e psiche, la narrazione crea un'ottima suspense, il grosso difetto è però che non riesca a concretizzare mai i suoi spettri, a portare a compimento pieno quanto suggerito. Qui infatti sta la mancanza di Hellions, ossia nell'incapacità di condurre infine il racconto da qualche parte, di dare un senso alle premesse. In un procedimento di continua aggiunta di nuovi e sempre più strambi particolari, spesso non coerenti tra loro, non vengono poi tirate le fila e tutto rimane una massa piuttosto confusa di suggestioni. I mostriciattoli hanno preso di mira Dora perché in dolce attesa, pare che la maledizione si sia ripetuta, stando a quanto detto dallo sceriffo, ma nessuno pare esserne a conoscenza a parte lui. Lei fugge, ha strane visioni, come quella ad effetto in cui affoga nel proprio sangue, poi viene ricatturata dalle piccole creature, tra le cui fila compare pure il fratellino e di cui non si comprende l'origine e che mirano al nascituro, che nel frattempo si sta sviluppando nel grembo materno a velocità sconvolgente.
Denso di stranezze il film è slegato e per nulla chiaro in molti aspetti concernenti la trama, come i personaggi e le creature. Poi tutto decade, tra incursioni in simile passato e reiterati risvegli da sogni ad occhi aperti, ma l'identità dei maligni folletti rimane sempre talmente confusa e lo svolgimento è farraginosamente portato avanti, ancor più il finale è tanto sibillino e inconcludente (forzando lo spettatore a cercare dei significati metaforici che, pur chiaramente indirizzati sul tema aborto sì/aborto no, si palesano come un colpo a vuoto rovinando l'esperienza complessiva) da lasciare insoddisfatti. Tuttavia a mio parere (e a conti fatti), e trovandoci in casi come questo, lo script conta poco, il film infatti inquieta, scorre velocissimo, ha dei cattivi veramente sinistri, un sonoro da urlo e un grandioso aspetto da fiaba allucinogena. D'altronde in questa pellicola, avvolta da un'estetica da fiaba macabra, Bruce McDonald dà il meglio dimostrando un gusto notevole per la messa in scena e un lavoro sul sonoro a dir poco eccellente, senza dimenticare la sempre in scena (la bella e graziosa) Chloe Rose, che regge benissimo la sua parte. In definitiva una raffinata e bizzarra favola nera (nonostante il finale che in ogni caso  influisce solo in parte sul giudizio finale) che si può interpretare in diversi modi ma che difficilmente si può dimenticare. Perché questo horror atipico e affascinante che sfrutta particolari soluzioni cromatiche per mettere in scena immagini non prive di poetica, è un film assolutamente da vedere, seppur meglio in tal senso è il grottesco, affascinante e divertente Krampus, un'altra fiaba nera da non perdere. In ogni caso questo film, forse tra le migliori produzioni degli ultimi anni nell'ambito horror (soprattutto quello di un certo filone, più educato e meno grossolano) è un film perfetto per la notte delle streghe e per passare una serata (si fa per dire) tranquilla. Voto: 6,5