domenica 14 aprile 2019

The 33 (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2017 Qui - Basato sul libro La montagna del tuono e del dolore del premio Pulitzer Hector TobarThe 33, discreto film del 2015 diretto da Patricia Riggen (Miracles from heaven), ed uno degli ultimi film ad avere la colonna sonora firmata dal celebre compositore James Horner, racconta l'appassionante storia vera dell'incidente nella miniera di San José, in cui 33 minatori rimasero intrappolati a 700 metri di profondità per 69 giorni in condizioni avverse, giorni in cui tra difficoltà e istinto di sopravvivenza, e con l'aiuto di tutti (e dei loro preoccupati familiari), riuscirono (con grande spirito di sacrificio e parsimonia) ad uscirne fortunatamente (come incredibilmente successe anche alla compagnia petrolifera, assolta dall'accusa di negligenza criminale) indenni. The 33 infatti, in ogni caso ben fatto e ben recitato, che ovviamente ha il suo Happy-end, è un film piacevole anche solo per la forte ed emozionante storia, che da sola è più che sufficiente a fare l'intero film, anche se la suddetta importante storia purtroppo, anche per colpa di una bassa produzione e dell'operazione certamente commerciale, viene poco sfruttata. La storia infatti è importante ma il film non gli rende onore. Non perché il film magari non affronti tematiche meritevoli come l'approfondire il grande circolo mediatico creatosi intorno all'evento, limitandolo a puro elemento di contorno, ma perché la produzione americana, con parlato in inglese nonostante i personaggi fossero tutti cileni (e anche gran parte degli attori, cileni o comunque sudamericani) e con un ottimo Antonio Banderas a salvare il cast altrimenti patetico (dove si salva forse anche Gabriel Byrne, molto ammirato nel riscoperto horror Stigmate), sembra davvero troppo ruffiana, anche se tuttavia, soprattutto perché è una storia finita bene, essa non dà fastidio.
Lo da invece Juliette Binoche, che seppur brava ed anche se tutte le interpretazioni sono state spinte all'esagerazione (tra cui quelle di Rodrigo SantoroBen-HurFocusPelé e Lou Diamond Phillips), irrita non poco. Non il film comunque, certamente appassionante e con una sceneggiatura solida abbastanza per portare a termine una buona pellicola. Giacché a dispetto dello squallore dell'operazione commerciale e retorica, la regia e la fotografia ragionate si fanno onore nel rendere la complessità dell'ambiente (la cava labirintica, oscura, instabile, centenaria), e la sceneggiatura riesce a incastrare efficacemente le tre diverse storie (i minatori bloccati, l'eroico ministro che organizza il salvataggio, i familiari disperati accampati all'esterno) e la drammatizzazione dell'autore José Rivera (I diari della motocicletta) ricostruisce con empatia le storie familiari di alcuni dei minatori. Infatti nonostante certi evidenti difetti, il film, che consiglio altresì di recuperare, emoziona, coinvolge e si fa gradevolmente vedere. Voto: 6,5