Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/12/2017 Qui - Davvero una piacevole sorpresa è questo bel film di produzione britannica, ovvero 100 Streets (A Hundred Streets), film drammatico del 2016 diretto da Jim O'Hanlon. Un indie movie indipendente imperniato sulla cosiddetta "Commedia Umana". Vi si parla infatti di tre (non banali e bei) casi (molto) umani di persone (e famiglie relative) che ad un certo punto delle loro vite si trovano ad affrontare, sullo sfondo di una Londra forse un po' insolita ma comunque raccontata coi colori dei sentimenti e delle emozioni più intime (una Londra che custodisce qualità e difetti degli uomini, e dunque le loro fragilità e le loro debolezze), serie difficoltà. Tre storie (vicende) quindi che, grazie allo sceneggiatore Leon Butler, che riesce a narrare le tre vicende (scritte oltretutto a cuore aperto) con perfetto equilibrio tra le diverse caratteristiche dei tre "episodi", riuscendo oltretutto a farli intersecare ed incrociare lievemente e solo per brevissimi tratti (poiché avvengono a poche strade di distanza), stuzzicano sin da subito l'interesse dello spettatore, nella triste o nella buona sorte (a seconda dei casi). Oltretutto le storie presentate (nonostante alcuni risvolti poco convincenti) sono lineari, pronte a regalare realismo e veridicità alla storia, cosa che, grazie alla sceneggiatura molto interessante e non banale, coinvolge e appassiona. Anche se in verità non è tanto la storia il motivo (più bello o convincente) che mi ha spinto a vedere questo film (e a farmelo piacere interamente), è stato, lo ammetto, il nome dei due protagonisti. Premesso che il cast è azzeccatissimo, a risaltare sono infatti Gemma Arterton e Idris Elba (nello stesso episodio), indubbiamente già delle star piuttosto note. La Arterton è di una bellezza impagabile (una delle donne più belle del mondo), una donna semplicemente meravigliosa che, se la cava assai bene anche come attrice. Quanto ad Idris Elba in questo film (come in Bastille Day e Star Trek Beyond) s'impegna davvero al massimo offrendo una prestazione più che discreta.
Anche perché la loro infatti, è la storia più importante, quella di un campione di rugby il cui matrimonio con la moglie è in crisi, e l'esasperata gelosia di lui lo porta quindi a sragionare e a rifugiarsi nella cocaina, fino a quando non dà di matto e rischia di combinare un casino irreparabile. Nell'altro episodio abbiamo un ragazzo di colore (il promettente Franz Drameh) che sta vivendo un'adolescenza assai problematica che lo porta a spacciare e a conoscere il mondo della criminalità, finché l'incontro con un anziano attore di teatro (un discreto Ken Stott, certamente più credibile che nella seconda, alquanto mediocre, stagione di Fortitude) non gli cambia la vita. E infine c'è una giovane coppia serena (un intensa Kierston Wareing, la quale forma appunto una splendida coppia con l'impeccabile Charlie Creed-Miles) a cui manca solo un figlio per completare il quadro perfetto, solo che lui (taxista) investe per una tragica fatalità una signora in bicicletta, piombando evidentemente nello sconforto. Sono tre vicende perciò ciascuna molto coinvolgenti ma col pregio di smuovere nello spettatore le corde dei sentimenti però senza eccessi e senza ricatti. Sì, perché è un film che ci mostra le vite di tre famiglie messe a nudo, anche impietosamente, nel proprio dolore, piccole storie in cui la tragedia è dietro l'angolo, anche se la speranza e i sentimenti positivi aiuteranno ciascuno dei protagonisti a ritrovare la propria strada e una ragione di vita. Giacché il regista irlandese, che dimostra una regia efficace, dovuta anche alla sua lunga gavetta televisiva, dà vita perfettamente alla sceneggiatura donando delicatezza, disperazione, tristezza, amore quando c'è il bisogno. Non è da meno il montaggio, che unisce spesso momenti di contrasto. Certo, nulla per cui gridare al miracolo, tuttavia una visione piacevolissima la da, anche perché 100 Streets è un indie movie oggettivamente bello dalle diverse sfaccettature ed ognuna molto valida. Voto: 6