lunedì 29 aprile 2019

Smetto quando voglio: Masterclass (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/01/2018 Qui - Se nel primo Smetto Quando VoglioSydney Sibilia ci aveva mostrato le singolari tecniche del riscatto morale della banda dei ricercatori, in Smetto quando voglio: Masterclass, film del 2017 e midquel dello stesso, allarga il punto di vista e ci mostra quanto ancora c'era da raccontare di questo universo affascinante e tragicamente divertente nonché riuscito. Giacché anche in questo discreto secondo episodio, girato con cura e con un'ottima padronanza del linguaggio cinematografico, il regista fa decisamente e nuovamente centro. D'altronde a differenza di quanto succede nella maggioranza dei casi, questa seconda pellicola infatti si rivela essere all'altezza della sua precedente, forse appena un gradino sotto per via di alcune inutili lungaggini (specie nella prima parte), ma pur sempre di livello. Poiché anche se senza alcun dubbio la prima, che porta lo stesso titolo (senza l'aggiunta di "Masterclass"), si era distinta per originalità, e questa seconda comunque riprende più o meno le situazioni ed i personaggi della prima, la trama generale in sé è nuovamente divertente, per quanto ovviamente assurda, ma ricca di colpi di scena e dunque piacevole a seguirsi. Dopotutto il film comincia facendo un salto indietro, e la prima scena (come in ogni film action che si rispetti) è subito adrenalina e bellezza. Il contrasto della musica classica del flauto magico di Mozart sul goffo e rocambolesco incidente di Alberto (ancora una volta uno straordinario Stefano Fresi) mette difatti subito in chiaro una cosa, non è il solito sequel "minestra riscaldata" a cui siamo (e ci hanno) abituati.
L'obiettivo dei ricercatori questa volta non è far soldi e migliorare la qualità della loro vita, ma ripulire la loro fedina penale dalle macchie degli eventi precedenti, e lo fanno in accordo segreto con la polizia e un ispettrice della stessa. Una banda della magliana "più educata" insomma, specializzata ormai nel settore delle droghe sintetiche, che per salvarsi dalla galera dovrà scovare e "debellare" 30 nuove smart drugs che non sono ancora illegali per via di quel vuoto legislativo (idea tra le più geniali e potenti del primo film). La banda così si ricompone (con alcune aggiunte) ma numerosi avvenimenti, nonché problematiche, sorgono nel corso delle molteplici e pericolose operazioni, che metteranno a rischio tutto. E quindi grazie ad una trama ben sviluppata e a personaggi amabilmente sopra le righe, le gag e le risate non mancheranno. Anche perché scritto meravigliosamente bene, mantenendo ed espandendo le regole che ci avevano dettato nel primo capitolo e rispettando e approfondendo le caratterizzazioni di ogni singolo personaggio, Masterclass ci prende e ci porta in mezzo alla banda, traghettandoci da scena a scena in un'escalation di situazioni surreali e al limite dell'assurdo ma, per quanto improbabili, sempre e comunque possibili.
E' questa la vera bellezza dell'universo "Smetto Quando Voglio", l'ironia intelligente che si respira in ogni scena, in ogni battuta, in ogni tassello della trama che si infittisce e si complica sempre di più fino a portarci ad un finale, così meravigliosamente bastardo, che ti fa venir voglia di rapire il produttore (o chi per lui) e minacciarlo di consegnarti subito, adesso, una copia del capitolo finale per sapere come andrà a finire. Perché con una trama intrigante e passaggi del testimone tra scene da morire dalle risate e avventurosi inseguimenti alla Indiana Jones, la trepidazione è tanta, dato che questo franchise funziona alla grande. A tal proposito già il fatto che si sia pensato a questo (non esattamente nelle corde del cinema italiano), ci introduce a una scelta coerente e azzeccata, questo è infatti un film dal contenitore americano e dal contenuto italiano. Realmente si spazia dalla commedia brillante (come la presentazione iniziale dei personaggi), fino al film d'azione, con un Ducato anni '80 con Nos alla Fast and Furious e la sopracitata (meravigliosa seppur poco credibile, anche per l'introduzione "alla buona e meglio" di Luigi Lo Cascio, che certamente vedremo in seguito) sequenza ispirata a Indiana Jones, con tanto di jeep nazista e manate sui vagoni del treno.
Il tutto poi è sorretto da una regia briosa, molto rock e sempre sul pezzo, che piazza bene i rallenty e sgorga sullo psichedelico. Un aspetto frizzantissimo che va a sbattere sulla reale amarezza del film, soprattutto quando ci avviciniamo alla fine, ovvero quando Sibilia ci mostra il mondo di oggi per quello che è, un'eterna lotta tra poveri cristi, in cui ognuno è lupo per l'altro e in cui la mia possibilità di successo dipende dalla tua sconfitta. Tuttavia questo mix (banale ma riuscito), e quindi questa ricetta vincente (una miscela di risate, thriller e azione) ha però prodotto questa commedia gustosa, attuale e innovativa per il cinema nostrano, ultimamente risvegliatosi anche grazie al produttore Matteo Rovere, che ha diretto anche un'altra pellicola fantastica, Veloce come il vento. Quello che ovviamente contribuisce o, meglio, riesce ad ottenere tutto ciò, è principalmente dovuto al nutrito cast di attori comici italiani, quali Edoardo Leo (uno dei migliori attori italiani in circolazione, famoso soprattutto per il buonissimo Perfetti Sconosciuti e altre belle commedie recenti come Noi e la Giulia e Loro chi?, Stefano Fresi (che offre un'altra performance notevole, tra isterismi e urla di disperazione), Libero De Rienzo e Valerio Aprea.
Senza dimenticare tutti gli altri, attori considerati secondari ma che al contrario di molti film americani riescono a emergere e ognuno viene caratterizzato adeguatamente, da Pietro Sermonti a Paolo Calabresi (esilarante dopo la distruzione di un bene culturale), ma tutti regalano personaggi indimenticabili e, perché no, carismatici (anche la bella Valeria Solarino), perché il cast è molto ben affiatato e particolarmente simpatico in ogni suo singolo ruolo. Tra le new entry da segnalare invece la bravissima (e stupenda) Greta Scarano e Giampaolo Morelli, uno dei tre nuovi "cervelli" della banda. Inoltre, oltre alla sceneggiatura che risulta ben ed intelligentemente costruita all'insegna del più divertente sarcasmo, la pellicola gode anche di una colonna sonora movimentata e in grado di seguire il susseguirsi di scene senza mai risultare fuori luogo. Certo, alcune parti non sono perfette, alcune sono anche poco credibili, ma per il resto Masterclass, una commedia decisamente esilarante, piacevole e piuttosto divertente, sicuramente consigliabile nella sua spensieratezza, è altamente godibile. Perché in definitiva Smetto Quando Voglio: Masterclass, seppur non lo si possa definire un capolavoro vero e proprio, è la commedia innovativa, caustica e cinica di cui avevamo bisogno. Scritta bene, sceneggiata bene e con un ritmo sostenuto e mai calante. Soprattutto è stata sfornata da un uomo che ha capito finalmente come mischiare due stili e due culture cinematografiche. Una formula chimica stupefacente. In pratica, una droga. Voto: 7,5