domenica 31 marzo 2019

Maryland (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/11/2017 Qui - Maryland (Drammatico, Francia, Belgio, 2015): L'impressione che si ricava dalla visione di questo film (privo di qualsiasi appeal, sia a livello di trama, veramente ridotta ai minimi termini, che di ritmo, in un film di un'ora e mezza, succede qualcosa, poco, solo dopo 50 minuti), è quella di un'occasione mancata. Il thriller spionistico, ha un passo lento e un'impronta enigmatica, esageratamente marcata, non si capisce in sostanza chi siano i persecutori dell'insolita coppia, costituita dalla moglie di un diplomatico, implicato in un traffico di armi, che peraltro viene presto arrestato ed esce fuori di scena e la sua guardia del corpo, un soldato reduce dall'Afghanistan, che soffre di stress post-traumatico e nemmeno si intuiscono le ragioni di un tale accanimento. Restano asserragliati insieme al figlio piccolo, nella villa bunker, dove di tanto in tanto qualcuno, prova a eliminarli. Ma a parte questo non succede altro di interessante, poiché la suddetta storia, che avrebbe la pretesa di essere misteriosa e intrigante (per la storia del marito e la bellezza, sensualità della moglie, la bellissima Diane Kruger), finisce per essere invece disordinata e ambigua. Sembra che il regista voglia concentrarsi soprattutto sull'aspetto psichiatrico del disturbo del militare, inculcando nello spettatore una sorta di disorientamento, per cui non si sa dove finisce la paranoia del soldato e dove comincia il pericolo reale. In tal senso il finale ci lascia il dubbio se si tratti di un risibile happy end o solo di una fantasia onanista del protagonista. Tuttavia l'ambientazione e la scenografia sono suggestivamente algide e nel complesso riescono a trasmettere un senso di vertiginoso smarrimento, ma la vicenda è contorta e non decolla. Anche perché non aiutano alla riuscita del film i personaggi, il protagonista, Matthias Schoenaerts è l'unico vagamente abbozzato per quanto si limiti a passare da uno stato vegetativo a scatti di rabbia per un nonnulla (mentre gli altri personaggi non superano lo status di macchietta sullo sfondo), né la regia, che ogni tanto si concede pure velleità pretenziose del tutto fuori luogo e né la musica di ispirazione vagamente "carpenteriana", ma decisamente più brutta e quasi sempre usata male e fuori contesto. Insomma occasione mancata. Voto: 5