Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2017 Qui - Il diritto di uccidere (Thriller, Gran Bretagna, 2015): Indubbiamente la volontà di questo film è di far riflettere sull'uso dei droni in guerra e sull'aspetto etico e morale che si fa del loro uso. Peccato che il suddetto, diretto da Gavin Hood, regista di non eccezionali film (Rendition: Detenzione illegale, X-Men le origini: Wolverine e Ender's Game), giri per tutta la sua durata (eccessiva a dir la verità) su un'unica domanda: saresti disposto a sacrificare una vita (in questo caso una bambina) per salvarne 80? Ora, non che la domanda non faccia effetto, anzi, proprio per questo che il film (in originale Eye in the Sky) ti tiene lì per vedere come va a finire (anche se mi parrebbe ed è alquanto scontata la risposta e il finale, almeno personalmente è stato così), ma mi sembra tutto molto forzato e sinceramente non credo che in situazioni reali si facciano troppi problemi a sparare un benedetto missile contro dei pericolosi terroristi, anche prevedendo dei "danni collaterali". Ma il problema maggiore è che durante tutto il film (da impostazione tipicamente teatrali, che molto spesso mi annoiano) ci sia da parte di politici e militari il classico "scaricabarili", nei piani alti nessuno vuole prendersi la responsabilità, insomma un tiro e molla (di 90 minuti) davvero irritante. Comunque un bruttissimo film questo non è, perché ben girato ed ancor meglio interpretato, dopotutto il cast corale, comprendente Helen Mirren, Alan Rickman (alla sua ultima interpretazione, con dedica del regista), Aaron Paul e Iain Glen, fa il suo dovere, ma le troppe contraddizioni e una sceneggiatura abbastanza elementare non aiutano al coinvolgimento emotivo o empatico. Perché nonostante i diversi spunti validi, questa è una occasione parzialmente mancata. Voto: 5,5