domenica 28 aprile 2019

La corte (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/01/2019 Qui - Un'opera delicata e divertente che ruota interamente attorno (anche troppo seppur sostenuta dall'ottima interpretazione di Fabrice Luchini) al protagonista, è La Corte (L'hermine), film del 2015 di Christian Vincent (La cuoca del presidente). Il film infatti, una sorta di commedia che si divide tra il sentimentale e il dramma (non mettendo mai tristezza e regalando sorrisi), racconta del giudice Xavier Racine, uomo di legge rigido e inflessibile, maniacale e razionale, che riconoscendo nella giurata (di un processo delicato) Ditte (la fascinosa attrice olandese, Sidse Babett Knudsen) l'anestesista che lo aveva assistito durante una sua passata ospedalizzazione si innamora come un ragazzino ed inizia una corte tenace, ma non priva di garbo, nei confronti della bella signora. Ma se tutto, ruota attorno al suo protagonista, il suo centro assoluto dell'azione, il resto forse non è all'altezza, difatti nel film, Luchini è il mattatore (le sue battute e il modo con cui smonta ogni più piccolo particolare fuori posto, che rende le testimonianze un piccolo sketch, sono fantastici), gli altri invece lo seguono senza riuscire a stare al passo. Inoltre la regia appare abbastanza statica, tanto quanto la storia che non mostra grande propensione a coinvolgere lo spettatore in maniera totale e convincente.
Giacché la pellicola, mostrando poca verve e scarso coinvolgimento nelle situazioni che propone, lasciandole tutte o quasi in una ipotetica linea di galleggiamento, non affonda e non assesta il colpo di reni utile a elevarla. Tuttavia si guarda senza affanni, anche se si rimane abbastanza indifferenti, dato che seppur il colpo risolutivo si palesa solo alla fine, esso non riesce ad incidere più di tanto. Certo, probabilmente La Corte, è stato sicuramente (quasi certamente) per scelta, reso poco interessante, ma Luchini a parte (e comunque non è poco), c'è meno di quanto voglia mostrare. Anche perché dettaglio che non guasta e contribuisce a rendere piacevolissima la visione di questo film, è che troviamo anche spunti di riflessione su verità e giustizia e sul sottile rapporto che lega la ritualità della giustizia al teatro e sul gioco delle parti fra accusati e accusatori. Insomma non così malvagio, ma neanche così eccezionale, solo sufficiente. Voto: 6