Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2017 Qui - Ho sempre saputo chi fosse Jacques Cousteau, il suo lavoro e i suoi traguardi raggiunti, qualcosa di lui scoprì anche nel film Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, poiché il personaggio dell'oceanografo e documentarista Steve Zissou, interpretato da Bill Murray era al tempo stesso una parodia del grande oceanografico e un omaggio alla sua memoria (il berretto rosso era il richiamo più evidente), ma di tutt'altro proprio non sapevo, ovvero che da regista di documentari vinse anche un Oscar e la Palma d'Oro, ma soprattutto non sapevo fosse un uomo "particolare", giacché con il film biografico L'Odissea (The Odyssey), film del 2016 di Jérôme Salle, il suo lato umano, ricco di pregi ma anche di molti difetti, viene a galla. La pellicola infatti racconta non solo la sua vita del comandante, i suoi successi, i suoi sogni ma anche le sue contraddizioni, le sue ossessioni, e, poi, il difficile rapporto con la moglie e i figli, in particolare con l'amato Philippe, morto nel 1979 in un incidente aereo alle Azzorre. Perché anche se grazie ai suoi filmati (e alle sue rivoluzionarie invenzioni) egli divenne un mito mediatico, un protagonista, una star internazionale, non era proprio un uomo perfetto, anzi, era pieno di debiti, in crisi esistenziale con la sua famiglia, con la moglie, che vendette tutto per costruire la sua Calypso, famigerata nave che lo affiancò in tutte le sue strabilianti avventure. Avventure che dal 1946 impegnarono la sua vita, tanto che, finiti sul lastrico, lui e sua moglie (i bambini mandati in collegio, cosa che rovinò il rapporto con i figli) furono costretti a vivere sulla nave. L'Odissea ritrae infatti il periodo storico che lo vede nascere come regista, come esploratore e accompagna la vita di Cousteau per un arco lungo 40 anni. Anni in cui, come detto, la sua natura irascibile lo portò a distaccarsi totalmente dal figlio Philippe, dapprima i due si affiancarono per realizzare i lungometraggi, ma per divergenze lavorative e visioni del mondo totalmente opposte si divisero per anni.
Fortunatamente Cousteau ben presto capì il suo errore e abbracciò la vocazione ambientalista del figlio, riunendosi nel '73 sotto la Cousteau Society, attraverso cui informavano il mondo dell'importanza della conservazione degli ecosistemi marini, impegnandosi insieme sul fronte comune per la difesa degli oceani. Nonostante ciò, L'Odissea resta una pellicola visivamente molto potente ma dialetticamente piatta. Le profondità oceaniche che si mostrano in modo vorticoso non vengono accompagnate da una struttura narrativa rigorosa e non c'è una buona caratterizzazione del personaggio principale, gli unici rapporti interessanti e che danno alla trama una nota positiva sono il ruolo di padre, anche se esso viene poco sviluppato. Buoni invece gli scenari e tutto il resto, come anche la complessità di Cousteau, sviscerata bene (ma non totalmente o in modo ottimale) dal semi sconosciuto Jérôme Salle, che nella sua filmografia conta solo film mediocri. Detto questo, il lascito di Cousteau attraversa la pellicola in modo abbastanza efficace, soprattutto nel tratto finale, quando superata l'iniziale visione spettacolare (e ben sponsorizzata), approdò ad una consapevolezza profonda e meditata sul disastro ambientale (da qui partirono infatti le sue battaglie contro la pesca subacquea, le scorie nucleari, l'inquinamento dei mari, la protezione dell'Antartide). E Lambert Wilson (famoso attore francese molto produttivo negli anni) incarna senza infamia e senza lode un uomo che avrebbe potuto tributarlo di un encomio sublime, ma che purtroppo veste senza quel quid che riesce a rimanere impresso nella mente dello spettatore. Audrey Tautou (la stupenda interprete del bellissimo Il favoloso mondo di Amélie) d'altro canto si misura col ruolo di una donna e moglie passiva, deferente e che non rende giustizia a un'attrice così talentuosa, resta negli angoli, all'oscuro della trama e della vita di quest'uomo. Anche se questo film, è comunque un film sufficientemente godibile e piacevole da vedere, anche solo per conoscere ancor di più la vita di Cousteau che, ancora oggi è fonte di ispirazione, soprattutto per chi si sacrifica e dedica la sua vita in difesa dell'ambiente. Voto: 6