mercoledì 10 aprile 2019

Cub: Piccole prede (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/12/2017 Qui - Piacevole film belga a basso costo diretto da Jonas Govaerts è Cub: Piccole prede (Welp), film del 2014 che, si rifà ai vecchi slasher anni '80 per dare vita ad un prodotto godibile che non brilla per originalità ma che riesce ad intrattenere a dovere. Cub infatti, che lavora con intelligenza e con un certo gusto cinefilo con il poco, pochissimo che ha, è pieno di richiami e riferimenti ai vecchi classici del sottogenere, dall'ambientazione fino ad arrivare alla colonna sonora, incalzante e sottilmente inquietante come tutte quelle di quel periodo d'oro per il filone slasher. D'altronde questo film dell'esordiente regista belga è quello che si chiama horror derivativo, giacché non c'è una sequenza che non rappresenti in qualche modo almeno un'eco lontana di certo cinema. Questa formula nostalgia ad essere sincero funziona e anche tanto, sembra davvero di vedere un prodotto di 30 anni fa, un'operazione dunque tutto sommato positiva, ma che non raggiunge i livelli di altri ottimi prodotti. Anche perché la trama, pur essendo sempre efficace a creare tensione, rimanere isolati in un bosco in compagnia di una creatura assetata di sangue credo sia una paura comune a tutti (figuriamoci per un gruppo di boy-scout), non è certo delle più originali. Anche se, nei poco più di 80' minuti il regista gioca continuamente e discretamente bene con lo spettatore. Dapprima lavorando bene sulle ambientazioni spettrali e su inquietanti personaggi di contorno, poi concentrandosi sul gruppuscolo di scout, giovanissimi e spaventati dai racconti gotici che, alla luce di un piccolo fuoco, le loro tre guide imbastiscono, un po' per scherzarci su, un po' per mettere alla prova i ragazzini e per saggiarne il coraggio.
Poi le cose si complicano e, per un crudele scherzo del destino, le fantasie diventano cruda realtà. Come detto però, Govaerts nonostante mantenga ritmo e tensione per più di metà film, combinando tanti generi e sottogeneri diversi (gotico, gore, splatter e horror classico) e nonostante se la giochi bene dal punto di vista narrativo con una moltiplicazione dei punti di vista delle vittime che disorienta il pubblico e rende ancora più efficace e vera la paura, soprattutto dimostrando di possedere un bello stile e il dono della sintesi (85 minuti per un horror come per qualsiasi altro film sono una manna dal cielo), non tutto va come dovrebbe andare. Il film infatti possiede i pregi ma anche i difetti dei film made in "eighties", e fra questi è possibile citare, trama scontatissima, personaggi poco caratterizzati che non conoscono la logica e tante situazioni telefonate o poco credibili. Per non parlare del finale (frettoloso e poco convincente), alla resa dei conti infatti, con lo svelamento del "mostro" e dei possibili moventi, il film mostri tutta la propria fragilità in termini di logica narrativa. Senza dimenticare un villain di basso profilo (Jan Hammenecker), banale e che non ha minimamente il carisma dei colleghi del passato, aspetto negativo pesantissimo per uno slasher. Tuttavia, nonostante tutto ciò, tra cui come già detto, alcune lacune di originalità e di caratterizzazione dei personaggi che ne limitano la riuscita complessiva, Cub è comunque un discreto titolo di genere, ottimo per passare una serata di piacevole intrattenimento vecchio stile. Poiché la sufficienza insomma è meritata. Voto: 6