sabato 6 aprile 2019

Assassin's Creed (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2017 Qui - Dopo la personale mezza delusione dell'adattamento cinematografico dell'opera Shakespeariana Macbeth, il trio Justin Kurzel regista, Michael Fassbender e Marion Cotillard protagonisti principali, ci riprovano con Assassin's Creed, la trasposizione cinematografica della serie videoludica sviluppata da Ubisoft, anche produttrice della pellicola, ma il risultato non è quello che mi aspettavo. Sono un grande estimatore della saga (è infatti il mio gioco preferito, anche se per il momento sono fermo al terzo capitolo di numero) e aspettavo quindi da parecchio questo film, da quando in occasione di Assassin's Creed 2 fecero, quei bellissimi video promozionali e non, su Ezio Auditore, ma purtroppo devo dire che anche questa pellicola mi ha deluso. Giacché quest'operazione, seppur dichiaratamente commerciale e principalmente rivolta ai fan del videogioco, è a conti fatti un prodotto riuscito a metà (tanto che ho avuto seri dubbi quale voto assegnare). Anche perché AC, come viene spesso abbreviato dai videogiocatori (compreso me), è un film strano, strano perché porta una storia originale, mai apparsa (solamente ambientata nello stesso universo) nei videogiochi del franchise, un protagonista diverso e uno stile simile alla serie ma meno incisivo, anche se il problema secondo me è il fatto di aver spostato il tutto alla mera azione, per di più con una forte "tamarraggine", seppur la storia (niente di così eclatante) non annoia, però alcune cose non vengono spiegate ed altre vengono risolte in troppo poco tempo per essere capite. Cosicché chi non ha mai giocato ai videogiochi non può capire tutto quello che vede.
Soprattutto la trama, totalmente creata per il film, anche se la parte presente (molto più importante nella pellicola) è simile alla situazione in cui ci trovavamo nel primo Assassin's Creed: un discendente di un Assassino viene portato all'Asbergo (dove un macchinario denominato Animus permette sfruttando l'acido desossiribonucleico del soggetto inseritovi, di fargli rivivere le vicende dei propri antenati, dai più vicini a più remoti) per cercare la Mela dell'Eden (fulcro di un millenario conflitto tra le società segrete degli Assassini e dei Templari), incentrata sulle gesta dell'assassino andaluso Aguilar de Nerha (il quale, per lo meno al livello di caratterizzazione, non può che soccombere al confronto di uno qualsiasi dei suoi "colleghi" protagonisti degli episodi videoludici), risulta penalizzare lo spettatore casual. Se infatti da un lato la (sicuramente maggiore) fetta di pubblico gamer sarà pienamente in grado di districarsi tra dinamiche narrative non proprio eccezionali, dall'altro lato il pubblico completamente a digiuno di un qualsivoglia videogioco della saga farà fatica a seguire le fila di una trama che di per sé avrebbe molto da offrire, ma che risulta purtroppo narrata in modo talmente approssimativo e superficiale da risultare paradossalmente ed inutilmente ostica. Anche perché i personaggi hanno uno sviluppo troppo accelerato ed il protagonista passerà da 0 a 100 in un paio di scene, dai risvolti prevedibilissimi.
Inoltre i restanti manufatti dell'Eden (ad eccezione della Mela, la quale poi non è assolutamente approfondita come merita) non vengono neppure accennati, così come la civiltà dei Precursori, ed altri temi fondamentali per una piena comprensione non solo della trama in sé, ma anche e soprattutto dei motivi che spingono templari ed assassini a farsi la guerra da secoli (tutte lacune queste ingiustificabili agli occhi dei fan, più o meno accaniti, del videogame). Ed è proprio per nascondere le evidenti debolezze della trama e del profilo narrativo che Justin Kurzel cerca di ovviare al problema invertendo quello che di solito è il normale procedere della narrazione in produzioni di questo tipo, i segreti e le rivelazioni centrali della storia sono "gettati" alla luce con brutale velocità durante la prima parte del film, focalizzando così l'attenzione dello spettatore, per la restante durata della pellicola, nelle (sicuramente più riuscite) scene di combattimento e di corse acrobatiche in pura salsa parkour. Tuttavia anche in quest'ultimo caso (purtroppo) un (grande) punto di demerito viene attribuito causa un (inspiegabile ed ingiustificabile) abuso dell'effetto polvere che, concepito per amplificare l'atmosfera, finisce per rovinarla, visivamente e qualitativamente parlando. La sceneggiatura in tal senso lascia un po' a desiderare, perché anche se la seconda parte risulta la migliore e l'incipit con il ragazzino non è male, la prima parte (in cui praticamente non succede niente) è alquanto piatta e pochino prolissa, e neanche i momenti di azione (poca), danno quella scarica che serve.
Perché bene la parte movimentata, bene le coreografie corpo a corpo ma il resto non mi ha coinvolto più di tanto. Il regista che il cast di attori hanno fatto del loro meglio per creare un impianto narrativo e personaggi credibili all'interno della rigida gabbia (narrativa e concettuale), e infatti le scene più ispirate al videogioco, quelle ambientate nella metà del 1400 sono perfette e portano lo spettatore dentro il gioco guidandolo a scoprire come il protagonista scoprirà tramite i ricordi genetici del suo avo, dove si nasconde la mela del Eden, mela che secondo i templari che si celano oggi dietro una multinazionale, è l'origine del libero arbitrio. Dove pecca il film sono le parti ambientate al giorno d'oggi che risultano lente, seppur servibili da collante per la trama. Parlando degli aspetti positivi, da citare il cast, che nonostante i personaggi non benissimo realizzati, se la cavano bene. Michael Fassbender nonostante tutto convince nel suo ruolo di "prescelto reietto", Marion Cotillard (colpa un doppiaggio non eccezionale) un po' meno, Jeremy Irons si scopre salvifico per tutte quelle scene di ambientazione contemporanea, inevitabilmente prive del mordente e dell'azione delle sequenze con Aguilar (difetto questo direttamente ereditato dal videogame). Lui infatti, insieme a Brendan Gleeson, Charlotte Rampling e Michael Kenneth Williams sono quasi del tutto sprecati.
Interessante invece il nuovo aspetto dato all'Animus (di certo inseguendo l'obiettivo di fornire maggiore spettacolarizzazione), figura simbolica e concreta al tempo stesso, varco tra passato e presente, vero e proprio protagonista sin dai tempi di Altair. Le scene d'azione altresì sono girate con grande maestria (come parzialmente accennato), tanto che in uno dei momenti più importanti del film, cosa che succede anche nel videogame, non viene neanche usata la CGI (dando quel senso di artigianalità che una pellicola ad ambientazione storica dovrebbe avere), ma hanno usato uno stuntman, e la scena è fantastica. Tuttavia a conti fatti le parti peggiori risultano proprio queste ultime per il semplice motivo che l'epicità non esiste, è tutto eccessivamente patinato, il sangue latita anche nelle scene di combattimento e la fotografia è veramente troppo artificiosa. Se infatti essa poteva funzionare per un film come Macbeth, in questo film stona incredibilmente, inoltre Kurzel ha esuberato in rallenty e velocizzazioni che sembrano spettacolari nei primi due minuti ma poi lasciano il fianco ad una certa mancanza di profondità. Anche il reparto tecnico è un po' carente, colonna sonora interessante ma inadeguata per il contesto (si doveva difatti decisamente fare di più), scenari non così d'impatto, i costumi nemmeno così accurati.
Insomma una mezza delusione, solo mezza per il fatto che comunque mi ha intrattenuto ed in alcuni frangenti mi ha ricordato molto il videogioco ma per la maggior parte trovo questa pellicola assolutamente realizzata male. In Assassin's Creed c'è storia, personaggi storici famosi, personaggi molto sviluppati, ambientazioni coinvolgenti, in questo film manca un po' di tutto questo, peccato. Anche perché al contrario di molti film tratti da videogame di successo Assassin's Creed è sia nel bene che nel male un prodotto fortemente cinematografico anche nello sviluppo di trama e personaggi che però, se pur migliori di quelle viste nel videogioco, non riescono mai ad imprimersi nella testa di chi guarda, lasciando nello spettatore inesperto un senso di soddisfazione e divertimento e comunicando a tutti quelli più smaliziati, un senso di incompiutezza e la consapevolezza che con un po' di cura in più ci saremmo trovati davanti a qualcosa di grandioso e innovativo nel genere, per come ci è stato dato in pasto invece, Assassin's Creed è un'occasione sprecata, tecnicamente valido a tratti ma con delle inesattezze che rendono la formula poco digeribile ai più.
Certo, trasportare videogiochi sul grande schermo è una cosa che avviene di rado, ancora più raramente avviene in modo soddisfacente, ma si doveva fare molto ma molto di più, giacché in conclusione Assassin's Creed finisce col tradire le (grandissime) aspettative maturate negli anni, considerando che lunga è stata l'attesa (da parte di videogiocatori e non) per quello che infine si è rivelato essere, sicuramente al momento la migliore produzione cinematografica basata su una saga videoludica (e quindi non tra i peggiori tratti dai videogame, ma sulla scia di molti altri), ma al contempo un prodotto caratterizzato da abbondanti e vistosi difetti, che però voglio avere motivo di credere verranno superati dall'inevitabile (o inevitabili) sequel, perché il finale apertissimo, anche se al botteghino AC è stato senza dubbio un fiasco totale, potrebbe generare dei seguiti. In definitiva però, se nel complesso è un film che intrattiene, esso rispecchia poco il gioco originale come atmosfera, anzi, forse è meglio non citare il gioco per non rovinare la sua aurea d'epicità, perché alla fine, per questo insufficiente adattamento, si rimane leggermente allibiti. Voto: 5,5