domenica 7 aprile 2019

Eddie the Eagle: Il coraggio della follia (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2017 Qui - Una bellissima pagina di sport che per una volta non celebra un vincente ma un personaggio che segue alla lettera il motto "L'importante è partecipare" questo è Eddie the Eagle: Il coraggio della follia (Eddie the Eagle), film del 2016 diretto da Dexter Fletcher. Perché se c'è una storia che meglio incarna lo spirito di questo motto "decoubertiniano" è proprio quella di Eddie "The Eagle" Edwards. Dato che la sua è una storia che celebra la forza d'animo umana e la resistenza di fronte a straordinarie sfide e probabilità. Il film infatti è una commedia sportiva biografica che evidenzia la passione, la dedizione e la forza di volontà di un saltatore con gli sci britannico, il primo a partecipare ad una olimpiade invernale. Anche perché lui, ragazzo britannico goffo, impacciato e folle (anche se la sua follia è semplicemente quella di assecondare un sogno che coltiva dall'infanzia), senza abilità ma con un grande cuore, con una testardaggine sospesa tra autolesionismo ed ingenuità infantile, riuscì in un'impresa apparentemente semplice ma straordinaria. Dopotutto in questo film bello e commovente, che si ispira ovviamente a eventi realmente accaduti, e che vengono però raccontati in modo grottesco (seppur mai sopra le righe e con situazioni da commedia a sprazzi di drammaticità), si parla, a parte il lato puramente sportivo, di coraggio e di fiducia in se stessi, anche perché questa grande lezione di vita che Eddie ci da è che il percorso che si compie per raggiungere una meta è più importante della meta stessa. Lui infatti vuole portare a tutti i costi a compimento (nonostante i suoi problemi fisici ed economici) il suo sogno, e con un pizzico di furbizia ci riuscirà. Perché più che straordinario non è solo la forte determinazione e la tenacia quasi "eroica" della sua impresa, quanto nel modo in cui egli vi riesce.
Eddie difatti, grazie a una piccola falla nel sistema per la formazione di una squadra olimpica per le Olimpiadi di Calgary del 1988 (dove c'era anche la nazionale giamaicana di bob, quella che ha dato lo spunto a Cool Runnings: 4 sottozero), ebbe la brillante idea di creare da sé (dato che l'unico requisito era un salto valido in una qualsiasi competizione ufficiale nel mondo), la sua squadra, d'altronde prima di lui la Gran Bretagna non aveva nella sua squadra olimpionica un rappresentante nel salto con gli sci. Ovviamente Eddie (ventiduenne e in sovrappeso, pur non disponendo di una preparazione adeguata, ma soltanto in virtù di un allenamento pericoloso, testardo e insistito, fini perfino in ospedale per le contusioni rimediate) non aveva la minima idea di come saltare da un trampolino, ma di certo questo non l'avrebbe fermato. Con l'aiuto infatti di un ex-atleta e malgrado fosse stato apertamente osteggiato dalla sua federazione, per il suo stile non troppo elegante e perfino canzonato e boicottato dai suoi compagni, riuscì a realizzare comunque il suo sogno. Fu difatti il primo a qualificarsi e a saltare da un trampolino di 90 metri. E poco importa che arrivò ultimo, il suo obbiettivo era stato raggiunto. Dopotutto Eddie the Eagle è un film che coltiva, sviscera, evidenzia forsennatamente il significato della Passione per lo sport, la dedizione, la determinazione, quello che in una semplice espressione si può riassumere in "avere Cuore". Non avrà certo la profondità di "Ogni maledetta domenica", non si ricorderà per trovate tecniche ed effetti speciali, ma una cosa la sa fare eccome, emoziona. Merito in gran parte della recitazione dei protagonisti (caratterizzati molto bene), da una parte Eddie (il sempre più bravo Taron Egerton come anche visto in Legend) e i suoi occhiali spessi, il suo bere solo latte, l'apparire sempre ingenuamente fuori posto, dall'altra Peary (un insolito ma efficace Hugh Jackman, più che in X-Men: Apocalisse), irritabile, sarcastico, sempre attaccato alla bottiglia, ma che scopre di avere una pazienza e una voglia di insegnare di cui è il primo a stupirsi. Non c'è stupirsi invece dal risultato positivo (in tutti i sensi) della pellicola, anche perché Eddie the Eagle è un film a cui non manca niente per sorprendere e intrattenere chiunque, una storia insolita ma gradevole, il ritmo incessante, buone musiche (giacché la colonna sonora è interamente calata negli anni '80 in cui si svolge la vicenda), una fotografia maestosa, un cast eccellente e funzionale, buone scenografie e una regia calibrata. Insomma, gli elementi per godersi il film ci sono tutti e non c'è ragione di annoiarsi o di distrarsi, anche perché ci si diverte parecchio, ci si appassiona tanto e veniamo coinvolti da una storia, una di quelle storie che fanno bene non solo allo sport ma anche alla mente e al cuore di chi guarda. Voto: 7