Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/06/2021 Qui - Versione live action del celebre lungometraggio animato del 1992, in una trasposizione abbastanza fedele dell'originale, con qualche cambiamento per caratterizzare al meglio i personaggi esistenti e per crearne di nuovi. Un musical dove tornano le canzoni e gli arrangiamenti, con qualche canzone inedita, che hanno caratterizzato questo classico. Alcuni numeri musicali sono più convincenti di altri. Si punta sui costumi e sulle scenografie. Dietro la macchina da presa troviamo Guy Ritchie che sceglie di non osare, anche se la sua cifra stilistica si riconosce soprattutto nelle scene d'azione e negli inseguimenti (si mantiene su un livello qualitativo soddisfacente, ma il regista ci ha deliziato con lavori sicuramente più interessanti in passato, vedasi King Arthur). Il personaggio di Jasmine interpretato dalla bella Naomi Scott (una delle Charlie's Angels) segue la filosofia di emancipazione che la Disney sta applicando sulle figure femminili nelle sue produzioni. La tematica dell'indipendenza si sottolinea ancora di più nella trama anche se alla fine risulta quasi ridondante. Un'altra tematica trattata è quella della libertà, risvolto legato soprattutto al Genio. Il personaggio è interpretato da Will Smith (o più probabilmente dal suo terzo "Gemini") che lo caratterizza nelle movenze e nella parlata in modo abbastanza evidente, soprattutto in alcune canzoni. Stravagante ed imprevedibile si decide di umanizzarlo ancora di più utilizzando la sua versione CGI solo nei momenti essenziali. Convince nel ruolo di Aladdin il giovane Mena Massoud, invece non è caratterizzato al meglio il personaggio di Jafar, che si riprende nella parte finale. I vari elementi in CGI presenti nella pellicola come il Tappeto Magico, la tigre Raja o il pappagallo Iago interagiscono in modo fluido con gli attori. Non sempre però gli effetti speciali sono convincenti, problematica forse legate a delle ambientazioni fin troppo artificiose. In conclusione, tra scene musicali, scene d'azione, momenti comici e romantici Aladdin risulta una pellicola godibile, che intrattiene e che cerca di riproporre la storia conosciuta in una versione più matura. Un live action non al top (e comunque il paragone con il film originale è perdente), ma che permette di respirare nuovamente le atmosfere di Agrabah e la storia di un giovane uomo alle prese con il suo destino. Voto: 6+
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mercoledì 23 giugno 2021
Aladdin (2019)
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mercoledì 17 marzo 2021
Charlie's Angels (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/03/2021 Qui - Visto essenzialmente per gli angeli in azione, una più bella dell'altra (Kristen Stewart, Naomi Scott, Ella Balinska, che non se la cavano affatto male in verità nella loro funzionalità/direzione action), perché dal film in questione non m'aspettavo che la mediocrità fatta a persona, e infatti ecco qui un film certamente apprezzabile visivamente ma privo di originalità e abbastanza forzato in alcune situazioni, che si guarda senza problemi e lo si dimentica con rapidità estrema. Comunque non fa schifo, anzi, complessivamente più o meno diverte e bisogna riconoscere alla Elizabeth Banks (qui sceneggiatrice, regista ed attrice) di saper imprimere un certo ritmo alla vicenda e di dirigere piuttosto bene le parti action, purtroppo la storia è troppo infantile e pecca di semplicità (dialoghi banali, il colpo di scena è abbastanza prevedibile, sprecati gli attori coinvolti in ruoli di secondaria importanza), facendo storcere più di una volta il naso (tutto questo girl power forzato è davvero irritabile, non è così che si porta avanti una lotta). E così questo sequel travestito da reboot per il rilancio del franchise, forse era meglio neanche girare, anche perché destinato al dimenticatoio, meglio i vecchi angeli. Voto: 5
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mercoledì 29 maggio 2019
Power Rangers (2017)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/07/2018 Qui - Ci tengo fin da subito a precisare che faccio parte di quella categoria di persone che da bambino era leggermente fissato con i Power Rangers essendo io un 1985, la primissima serie dedicata a loro, quella che è durata dal 1993 al 1995, quelle nuove uscite successivamente non le ho mai viste se non a sprazzi, ormai ero un po' troppo grandicello. Dunque è questa un'altra semplice e misera operazione nostalgia? Sì, ma non del tutto, non solo perché chi non ha mai sentito parlare di questi supereroi grazie a questo film li amerà, soprattutto grazie ai ragazzi protagonisti, simpatici e stravaganti, interpretati da attori poco conosciuti ma decisamente funzionali, ma perché chi appunto li ha visti, sarà forse rimasto come me piacevolmente sorpreso da un riadattamento "reboot" davvero piacevole nel contenuto e nella forma. Perché certo, ci si aspettava in tal senso una pellicola trash (non dimentichiamoci com'era la serie tv), e invece no, non del tutto almeno. Perché questo Power Rangers, film del 2017 diretto da Dean Israelite, si rivela essere un film fedele al materiale originale (mantenendone tuttavia lo spirito trash e volutamente sopra le righe) ma riuscendo comunque nell'impresa di essere più profondo del previsto, prendendosi il più possibile sul serio, pur lasciando spazio ad una velata ironia che è tipica di certe produzioni. Il film del regista sudafricano infatti, restando fedele al suo target di riferimento e a quello contemporaneo, offre una rilettura onesta e godibile della celebre serie tv, con l'occhio rivolto all'adolescenza. Egli difatti confeziona un film perfetto per i teenager ricco di effetti speciali, riflessioni sull'adolescenza e qualche momento horror. Via quindi quelle atmosfere fantastiche e cartoonesche che caratterizzavano il serial (la vena scanzonata a cui eravamo abituati non c'è più), per far posto ad un approccio più concreto e realistico che il cinema di oggi, e di un certo tipo, predilige. Un approccio, nonostante la trama ricalchi grossomodo le orme della serie tv, completamente nuovo.
domenica 14 aprile 2019
The 33 (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2017 Qui - Basato sul libro La montagna del tuono e del dolore del premio Pulitzer Hector Tobar, The 33, discreto film del 2015 diretto da Patricia Riggen (Miracles from heaven), ed uno degli ultimi film ad avere la colonna sonora firmata dal celebre compositore James Horner, racconta l'appassionante storia vera dell'incidente nella miniera di San José, in cui 33 minatori rimasero intrappolati a 700 metri di profondità per 69 giorni in condizioni avverse, giorni in cui tra difficoltà e istinto di sopravvivenza, e con l'aiuto di tutti (e dei loro preoccupati familiari), riuscirono (con grande spirito di sacrificio e parsimonia) ad uscirne fortunatamente (come incredibilmente successe anche alla compagnia petrolifera, assolta dall'accusa di negligenza criminale) indenni. The 33 infatti, in ogni caso ben fatto e ben recitato, che ovviamente ha il suo Happy-end, è un film piacevole anche solo per la forte ed emozionante storia, che da sola è più che sufficiente a fare l'intero film, anche se la suddetta importante storia purtroppo, anche per colpa di una bassa produzione e dell'operazione certamente commerciale, viene poco sfruttata. La storia infatti è importante ma il film non gli rende onore. Non perché il film magari non affronti tematiche meritevoli come l'approfondire il grande circolo mediatico creatosi intorno all'evento, limitandolo a puro elemento di contorno, ma perché la produzione americana, con parlato in inglese nonostante i personaggi fossero tutti cileni (e anche gran parte degli attori, cileni o comunque sudamericani) e con un ottimo Antonio Banderas a salvare il cast altrimenti patetico (dove si salva forse anche Gabriel Byrne, molto ammirato nel riscoperto horror Stigmate), sembra davvero troppo ruffiana, anche se tuttavia, soprattutto perché è una storia finita bene, essa non dà fastidio.
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