lunedì 1 aprile 2019

Jack Reacher: Punto di non ritorno (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/10/2017 Qui - Non sono mai stato un fan accanito di Tom Cruise, ho visto sporadicamente i suoi film (in 2 due anni ben 3, il più che sufficiente Mission Impossible: Rogue Nation, l'affascinante e spettacolare Oblivion e l'originale ed eccezionale Edge of Tomorrow) e non ho mai gridato all'oscar dopo un suo film. E nemmeno in questo caso, nel caso di Jack Reacher: Punto di non ritorno (Jack Reacher: Never Go Back), film del 2016 scritto e diretto da Edward Zwick (discreto regista autore tra gli altri di Attacco al potere, L'ultimo samurai, Defiance: I giorni del coraggio e Blood Diamond: Diamanti di sangue), adattamento cinematografico del romanzo del Punto di non ritorno (2013) di Lee Child e sequel del film del 2012 Jack Reacher: La prova decisiva, è successo. Ma è riuscito ad intrattenermi per le due ore di durata (circa). Perché se anche il film presenta tutti i limiti che i film hollywoodiani ci ripropongono ormai da anni e anni, è un film a mio parere assolutamente piacevole per il genere, anzi, è anche molto meno scontato della media e per niente lento e contorto. Certo, questo secondo capitolo di Jack Reacher è decisamente diverso dal primo per impostazione e anche un po' per il ritmo (e per il risultato), ma è ugualmente godibile. Giacché il film ha ancora una volta il suo punto di forza nella presenza di Tom Cruise, anche se questa volta, con un'apparizione tanto improvvisa quanto narrativamente poco spiegabile. La sua carica anti-sistema però, funziona ancora, poiché grazie agli elementi che hanno reso il primo film un action duro e puro, anche questa volta la sua presenza, coadiuvata con scene d'azione e sequenze permeate in tutto e per tutto dal suo carisma, tutto o quasi viene reso alla perfezione.
Dato che alcuni aspetti sono originali e la storia, anche con qualche garbuglio di troppo, che comunque la maggior parte di essi si sciolgono, anche se non tutti in maniera chiarissima, e che comunque non impediscono di seguire la vicenda, è interessante. Interessante è altresì l'incipit, quello di un vagabondo che dopo anni di peregrinazioni per gli stati uniti decide di tornare alla sua base per conoscere Susan Turner, la donna che ha preso il suo posto come maggiore. L'incontro però assume una piega inaspettata, essa, che si trova in carcere coinvolta in un traffico d'armi è in pericolo di vita. Reacher perciò, consapevole della sua innocenza, deve aiutarla a uscire di prigione e scoprire la verità dietro una grande cospirazione del governo per proteggere i loro nomi e salvare le loro vite. Fuggitivo dalla legge, Reacher inoltre scopre un potenziale segreto del suo passato che potrebbe cambiare la sua vita per sempre. Come detto quindi, nonostante una storia già vista e rivista, ci sono però due elementi originali, una ragazzina e una donna, il che porterebbe a pensare alla classica storia d'amore. Si potrebbe infatti partire dal rapporto tra la Turner e Reacher per evidenziare una delle tante peculiarità del film. Ovvero l'assenza di una storia d'amore con la bella e impossibile donna fatale di turno (in questo caso la bellissima e tenace Cobie Smulders, da sempre "amata" in How I Met Your Mother), in favore di un approfondimento psicologico che vira definitivamente verso altri campi.
In Jack Reacher: Punto di non ritorno l'unico amore presente è invece quello di tipo filiale, un rapporto (diverso da altri in ogni caso) che interessa il personaggio di Reacher e quello di Samantha (la carinissima Danika Yarosh). Proprio questa sfumatura della storia (lontana da tante altre simili) dà la possibilità alla durezza del personaggio di Reacher di scoprirsi tenero a modo proprio. Un sentimento, che applicato alla sfera del privato del personaggio, rende ancora più spietato il confronto con il profilo pubblico di Reacher, ovvero l'annientamento assoluto dei propri nemici. Paradossalmente proprio questa chiave di lettura è capace di trasformare Jack Reacher in un action ben equilibrato, credibile che non si poggia esclusivamente sulle sequenze spaccone e sul supermachismo del suo protagonista pur di portare a casa l'epilogo della pellicola. Pellicola in cui Tom Cruise (pur con alcuni limiti, tra cui l'età che soprattutto in alcune scene d'azione si fa sentire), supportato da appunto una coprotagonista di alto livello (ma anche il resto del cast, comprendente Aldis Hodge e Robert Knepper, è comunque buono), si conferma mattatore assoluto. Certo, l'azione è lenta e lui non sembra in forma, certo, manca l'enfasi sui soliti gadget militari, oramai diventati normali, e gli effetti speciali sono discretamente usati per realizzare scene altrimenti impossibili da girare, certo, alcune scene con cui il regista vuole tenere gli spettatori con il fiato sospeso proprio non funzionano a dovere (in quanto esse sono spesso scontate e banali), ma tra alcuni buchi e una trama short, il regista e il divo ci regalano un film comunque godibilissimo e pieno zeppo di azione (anche se con improbabili scene di lotta).
Infatti, a patto di accettare i vari cliché e trama che si capiscono già dalle prime scene del film (i colpi di scena poi sono prossimo allo zero) il film si lascia guardare. Dopotutto questo non è un film che cercava di sbancare il botteghino o impressionare, ma solo farsi vedere e minimamente apprezzare, e questo risultato lo ottiene. D'altronde ben coadiuvato da una bella co-protagonista, Reacher sa decisamente come difendersi, diverte ed appassiona, tenendo incollato lo spettatore senza cali di tensione o sbadigli e pisolini. Momenti di indagine e di azione difatti si alternano bene, garantendo il mantenimento dell'attenzione alta per tutta la durata del film. Film che certamente non aggiunge niente ad altri della stessa tipologia, che (quasi) imita serie televisive ben più avvincenti e fantasiose, che non rappresenta certo una novità nel panorama cinematografico, ma che riesce nell'intento di far divertire senza troppi pensieri. Jack Reacher: Punto di non ritorno infatti, è sicuramente un onesto action movie, se fatto per dimostrare che Tom Cruise è ancora in grado di catalizzare l'attenzione dello spettatore ed effettuarsi da solo tutti i propri stunt, l'obiettivo è sicuramente raggiunto, ma inutile negarlo, se quella che cercate è invece una storia, temo bisognerà aspettare ancora, nonostante il minimo sindacale qui basti per raggiungere la sufficienza. Anche se questo secondo capitolo pur essendo, insomma, un sufficiente e interessante thriller, non è, però, probabilmente al livello del primo, che riscosse invece un notevole successo al botteghino, soprattutto per questa storia meno spendibile e gratificante (seppur passabile) sul grande schermo del predecessore. In ogni caso agli amanti del genere questo è un film da non perdere. Voto: 6