Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2019 Qui
Tema e genere: Adattamento cinematografico del romanzo Non so chi sei, ma io sono qui (Simon vs. the Homo Sapiens Agenda) di Becky Albertalli, un dramma sull'accettazione, sia da parte di sé stessi che degli altri.
Trama: Simon Spier non è così semplice: il giovane non ha ancora rivelato ai suoi familiari e amici di essere gay, sopportando ogni giorno il peso del segreto. Decide così di esporsi solo nel mondo virtuale, iniziando a flirtare online con un compagno di liceo di cui non conosce l'identità e che si nasconde sotto lo pseudonimo di "Blue", ma qualcosa va storto.
Recensione: Raccontare un tema scottante e di attualità come l'omosessualità al cinema è diventato esercizio molto complesso e di grande responsabilità, soprattutto se si intende farlo con originalità, leggerezza quanto basta e senza cadere nella retorica più bassa e in pregiudizi. Rischi in cui sono incappati diversi autori, ma nei quali invece non cade sorprendentemente (perché produttore sì di Riverdale, ma anche e soprattutto sceneggiatore di telefilm fatti con lo stampino) Greg Berlanti in questa sua terza pellicola. Una pellicola, ispirata ad un famoso (?) romanzo, molto ambiziosa che tratta un tema così duro e controverso, come l'omosessualità appunto, con toni leggeri e spensierati, ottenuti grazie alla fusione tra le dinamiche di una dramma e quelle di una commedia adolescenziale. Il risultato è dunque una film molto gradevole e capace di creare empatia ed emozioni nelle spettatore, pur nella sua semplicità. Nel cast troviamo Nick Robinson (attore giovane ma già ammirato in Jurassic World e Noi siamo tutto), Katherine Langford (la star del serial targato Netflix Tredici), Jennifer Garner, Alexandra Shipp, Josh Duhamel, Mackenzie Lintz, Keiynan Lonsdale (Wally West in The Flash). Simon è un ragazzo di diciassette anni come tanti nella sua cittadina e nel suo liceo: ha le sue passioni, un gruppo di amici, gioie, dolori e problemi come tutti. Il giovane, però, ha un segreto che nasconde a tutti, ovvero che è gay, una verità che reprime dentro di sé fino al giorno in cui inizia uno scambio di mail con un altro ragazzo anonimo il quale a sua volta gli confessa di essere omosessuale. Tra i due nasce così una bella amicizia virtuale che spinge Simon a confessare i propri orientamenti sessuali alla famiglia e agli amici. Ma tale scelta porta il protagonista ad affrontare conseguenze inaspettate e dure da affrontare. La parola chiave del film di Greg Berlanti, come detto sopra, è "semplicità". Un termine che se a primo impatto può suonare limitativo e volto a sminuire un'opera, in questo caso assume un significato positivo in quanto lo stile pulito e senza fronzoli del regista e la storia lineare e tutt'altro che contorta fanno di Tuo, Simon un film efficace e scevro da qualsiasi forma di retorica e luoghi comuni. Una semplicità presente durante l'intero svolgimento della storia e che si riversa, oltre che sul succitato stile registico, soprattutto in un plot diretto e immediato nel trasmettere a chi guarda i tormenti, il disagio e le emozioni di Simon e di tutte le altre figure che lo circondano e che sembrano vivere in sintonia con il protagonista. Proprio la scrittura dei personaggi rappresenta il grande punto di forza del lavoro del regista dal momento che ognuno di essi sembra essere un tassello inserito nei punti giusti e funzionale a diversi risvolti di un intreccio che, seppur prevedibile nel suo sviluppo, non annoia mai e riesce nel suo intento di trasmettere un messaggio di speranza e tolleranza. Tuo, Simon, in conclusione, è un film che fa della sua ingenuità e purezza carte molto utili e preziose da mettere sul tavolo a servizio di una tematica molto profonda.