Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2019 Qui
Tema e genere: Adattamento cinematografico de Il segreto (The Secret Scripture) di Sebastian Barry, il racconto di una vita tormentata.
Trama: Un'anziana donna internata da 40 anni in un manicomio, un'accusa di un terribile omicidio, un marito scomparso, un oscuro segreto. E un medico che dopo tanto tempo cerca di vederci chiaro.
Recensione: Tratto dal romanzo omonimo, questo dramma romantico alterna due piani di racconto: ai giorni nostri un'anziana donna che non ci sta più con la testa e che ha vaghi ricordi del passato (ma che ha tenuto pezzi di diario tra le pagine di una Bibbia), ai tempi della seconda guerra mondiale una giovane ragazza che riceve troppe attenzioni e che si ritroverà coinvolta in un infanticidio. Rinchiusa in manicomio passerà la vita ad interrogarsi, fin quando un dottore si appassiona al caso e scopre man mano risvolti inediti, che porteranno ovviamente alla verità. Jim Sheridan, che fu grande con i suoi primi film (in un decennio scarso, dal 1989 al 1997, inanellò Il mio piede sinistro, Il campo, Nel nome del padre e The Boxer), non ha avuto poi una carriera all'altezza di quegli inizi folgoranti, molto centrati sulla sua Irlanda e sui conflitti che hanno insanguinata il nord del paese. Qui aveva un ottimo cast, con la grande Vanessa Redgrave a interpretare Rose da anziana e Rooney Mara da giovane (ma c'è qui è un primo scivolone: le due attrici sono diversissime sotto tutti i punti di vista, dall'altezza ai lineamenti alla grinta) e un misurato Eric Bana nei panni del dottore che cerca di studiare il caso della donna, ed anche un altrettanto calibrato Jack Reynor in quelli dell'aviatore che Rose sposerà, ma la storia, che pure avrebbe elementi di "mistery" interessante (anche per una fotografia che rende cupi anche i bei paesaggi irlandesi e ambigui i ricordi dei flashback, tanto da chiedersi sempre se sono fatti realmente avvenuti), prende presto la via della solita tirata anticattolica, con suore-infermiere bigotte e aguzzine e un prete laido e ambiguo, giovane e col portamento da attore hollywoodiano, che prima insidia la ragazza, poi fa rissa con chi le si avvicina, infine la rovinerà quando viene respinto definitivamente (farà mettere e referto dell'ospedale la tendenza alla "ninfomania" della ragazza). Il tutto con una storia non solo manichea (con personaggi risibili, come il capo dei fanatici cattolici che la perseguitano) come spesso avviene in questo genere di film, ma povera dal punto di vista narrativo (quante scene frettolose), della caratterizzazione dei personaggi, della qualità dei dialoghi, e molto pasticciata nei suoi accadimenti, da melodramma di quart'ordine. Nell'ultima parte tutto diventa ancora più confuso, e anche noioso. Ma, colpa grave per un thriller "esistenziale", la soluzione si intuisce ben prima che la matassa si dipani, e non è mai un bel segno. Mai però come il finale, che dovrebbe costituire il culmine emotivo e si spegne invece malamente, con un segreto (che tutti hanno, appunto, già capito da un po') svelato da un biglietto in una scatola aperta tardivamente, che liquida in poche parole una verità sconvolgente, con il risultato di suscitare irritato sarcasmo al posto della commozione prevista. Verrebbe da pensare che Jim Sheridan (peraltro entrato in corsa sul progetto, in cui anche molti degli attori non era originariamente quelli previsti) sia solo l'omonimo di quel regista apprezzato un tempo, o comunque da rimpiangerne il prematuro declino.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico: Dal punto di vista formale Il segreto mostra una sfavillante eleganza e una buona regia che non sono però supportate da una sceneggiatura che mostra troppi lati deboli: anzitutto lentamente, ma inesorabilmente, la storia scivola nel facile melodramma, lasciando troppo in superficie ad esempio l'aspetto sociale e religioso dell'epoca che non riesce ad andare oltre alla semplice contrapposizione tra cattolici e protestanti. Inoltre il personaggio di Padre Gaunt, fulcro oscuro di buona parte della storia, è troppo caratterizzato nella sua meschinità personale alimentata dalla gelosia e dall'ossessione per Rose, risultando alla fine un poco credibile deus ex machina in favore di un ruolo da villain che ne sminuisce la figura nel contesto della storia.
Cast: Rooney Mara è bella, gracile e determinata, piuttosto adatta per quel ruolo di ragazza emancipata o presunta tale. La affiancano la sempre ottima Vanessa Redgrave, stessi ruolo di protagonista traslato quarant'anni dopo, mentre tra gli uomini Eric Bana e Theo James si contendono il ruolo di maschio più affascinante, e nient'altro. Tutti gli altri invece solo da contorno.
Commento Finale: La pellicola di Jim Sheridan, che ricorda per tematiche e lo stile, Philomena, che rimanda malauguratamente a soap opere contemporanee, cerca a tutti i costi di commuovere lo spettatore con l'uso estremo della musica per tentare di creare quell'empatia tra spettatore e i personaggi che qui, proprio perché imposta, tarda ad arrivare. La regia come la fotografia (seppur formalmente riuscita) è priva di guizzi artistici, mentre il cast fa quello che può. Nell'insieme The Secret Scripture non è un film memorabile e non convince a pieno sia per le scelte stilistiche sia per la debolezza della sceneggiatura (il twist narrativo finale è una scorciatoia di trama esagerata) nonostante ciò, questa è una di quelle pellicole di genere romantico/drammatico che ha una sua fetta di pubblico. Al di là dei suoi difetti, la storia di Rose commuove e allo stesso tempo indigna per la profonda ingiustizia, grazie soprattutto alle interpretazioni di Rooney Mara e Vanessa Redgrave. Sono loro infatti, insieme all'eleganza e qualche altro piccolo pregio, a salvare il film dal naufragio.
Consigliato: Sì, ma solo agli amanti (pubblico soprattutto femminile) del genere.
Voto: 5
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