venerdì 30 agosto 2019

Tuo, Simon (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2019 Qui
Tema e genere: Adattamento cinematografico del romanzo Non so chi sei, ma io sono qui (Simon vs. the Homo Sapiens Agenda) di Becky Albertalli, un dramma sull'accettazione, sia da parte di sé stessi che degli altri.
Trama: Simon Spier non è così semplice: il giovane non ha ancora rivelato ai suoi familiari e amici di essere gay, sopportando ogni giorno il peso del segreto. Decide così di esporsi solo nel mondo virtuale, iniziando a flirtare online con un compagno di liceo di cui non conosce l'identità e che si nasconde sotto lo pseudonimo di "Blue", ma qualcosa va storto.
Recensione: Raccontare un tema scottante e di attualità come l'omosessualità al cinema è diventato esercizio molto complesso e di grande responsabilità, soprattutto se si intende farlo con originalità, leggerezza quanto basta e senza cadere nella retorica più bassa e in pregiudizi. Rischi in cui sono incappati diversi autori, ma nei quali invece non cade sorprendentemente (perché produttore sì di Riverdale, ma anche e soprattutto sceneggiatore di telefilm fatti con lo stampino) Greg Berlanti in questa sua terza pellicola. Una pellicola, ispirata ad un famoso (?) romanzo, molto ambiziosa che tratta un tema così duro e controverso, come l'omosessualità appunto, con toni leggeri e spensierati, ottenuti grazie alla fusione tra le dinamiche di una dramma e quelle di una commedia adolescenziale. Il risultato è dunque una film molto gradevole e capace di creare empatia ed emozioni nelle spettatore, pur nella sua semplicità. Nel cast troviamo Nick Robinson (attore giovane ma già ammirato in Jurassic World e Noi siamo tutto), Katherine Langford (la star del serial targato Netflix Tredici), Jennifer GarnerAlexandra ShippJosh DuhamelMackenzie LintzKeiynan Lonsdale (Wally West in The Flash). Simon è un ragazzo di diciassette anni come tanti nella sua cittadina e nel suo liceo: ha le sue passioni, un gruppo di amici, gioie, dolori e problemi come tutti. Il giovane, però, ha un segreto che nasconde a tutti, ovvero che è gay, una verità che reprime dentro di sé fino al giorno in cui inizia uno scambio di mail con un altro ragazzo anonimo il quale a sua volta gli confessa di essere omosessuale. Tra i due nasce così una bella amicizia virtuale che spinge Simon a confessare i propri orientamenti sessuali alla famiglia e agli amici. Ma tale scelta porta il protagonista ad affrontare conseguenze inaspettate e dure da affrontare. La parola chiave del film di Greg Berlanti, come detto sopra, è "semplicità". Un termine che se a primo impatto può suonare limitativo e volto a sminuire un'opera, in questo caso assume un significato positivo in quanto lo stile pulito e senza fronzoli del regista e la storia lineare e tutt'altro che contorta fanno di Tuo, Simon un film efficace e scevro da qualsiasi forma di retorica e luoghi comuni. Una semplicità presente durante l'intero svolgimento della storia e che si riversa, oltre che sul succitato stile registico, soprattutto in un plot diretto e immediato nel trasmettere a chi guarda i tormenti, il disagio e le emozioni di Simon e di tutte le altre figure che lo circondano e che sembrano vivere in sintonia con il protagonista. Proprio la scrittura dei personaggi rappresenta il grande punto di forza del lavoro del regista dal momento che ognuno di essi sembra essere un tassello inserito nei punti giusti e funzionale a diversi risvolti di un intreccio che, seppur prevedibile nel suo sviluppo, non annoia mai e riesce nel suo intento di trasmettere un messaggio di speranza e tolleranza. Tuo, Simon, in conclusione, è un film che fa della sua ingenuità e purezza carte molto utili e preziose da mettere sul tavolo a servizio di una tematica molto profonda.
Regia: A fare centro è l'idea che, pur essendo la sessualità il nucleo della storia, non è unicamente questa a trainare la pellicola. Invece di appesantirla (come in certi casi) rendendola l'unico punto focale della narrazione, Greg Berlanti riesce a creare un universo di riferimento abbastanza realistico e in cui ci si può facilmente rispecchiare. Che siano i ragazzi o gli adulti a temere di sbagliare e di essere percepiti in maniera distorta, lo spettatore riesce a ritrovarsi in questi personaggi che, tra successi e fallimenti, cercano soltanto di essere la versione migliore di sé stessi.
Sceneggiatura: A livello di sceneggiatura, non siamo di fronte a un copione del tutto inattaccabile. Si presentano effettivamente occasioni in cui la comicità e i punti di vista adottati possono fallacemente cadere nello stereotipo o nella forzatura. Così come è perfettamente comprensibile che in alcuni punti si possa arrivare a definire la pellicola un po' melensa o sdolcinata. Ma a differenza di molti film dello stesso genere, Tuo, Simon corre volutamente questi rischi, a volte anche riscontrando dei piccoli intoppi, ma riuscendo nella maggior parte dei casi a uscirne vincitore.
Aspetto tecnico: La musica e i numerosi riferimenti alla pop culture non fanno che aumentare il grado di godibilità del film, il cui ritmo viene scandito anche da questi elementi, unitamente ai frizzanti dialoghi e all'introduzione di alcune dinamiche quanto mai azzeccate. A stupire è però, in quanto atmosfera e freschezza, lo stile cinematografico utilizzato, quasi come se fosse un film degli anni '80/'90, film quali Sposerò Simon Le Bon per dirne uno.
Cast: Un punto a favore è sicuramente il cast, decisamente valido e conosciuto, i fan di Tredici in particolare riconosceranno qualche volto famigliare, e non solo quello di "Hanna Baker". A proposito di quest'ultima, ma povera Katherine Langford, che non riesce a trovare, cinematograficamente parlando, un fidanzato che la ami e che voglia stargli accanto, eppure io non ci penserei due volte.
Commento Finale: Con un cast che riprende qualche vecchia conoscenza del regista ed alcuni degli attori più amati del momento, Tuo, Simon riesce a trattare in modo leggero, divertente, elegante e commovente, non solo il tema dell'omosessualità ma anche i più canonici dei problemi adolescenziali. Il film infatti, affronta l'argomento mostrandoci come chiunque, con una vita apparentemente perfetta, possa nascondere un segreto tanto grande (che in questo caso è l'essere gay, ma penso possa riferirsi a qualsiasi cosa) e come questo, possa far paura, portando questo qualcuno a nascondersi per far sì che le cose non cambino, finendo inevitabilmente per ferire sé stesso e le persone che lo circondano. Semplice, leggero ed ironico, senza finire per esagerare, equilibrando i momenti divertenti a quelli più profondi e sofferti, un film riuscito.
Consigliato: Personalmente mi ha convinto di più e mi è piaciuto più di Chiamami col tuo nome, quindi direi sì.
Voto: 6

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