Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2019 Qui
Tema e genere: Lungometraggio (commedia) d'esordio delle webstar The Jackal.
Trama: Ciro è un grafico ultra-qualificato disoccupato. In cerca di lavoro, si ritrova a mandare un curriculum nello spazio, dove troverà attenzione da una società aliena sì meritocratica, ma anche strana e soprattutto ambigua, quali saranno le loro vere intenzioni?
Recensione: Il film che porta al cinema i The Jackal, collettivo di youtubers dallo strepitoso successo di popolarità e visualizzazioni, è una esilissima commedia di fantascienza che prova a ironizzare con brio sul precariato dell'Italia di oggi. Un proposito portato avanti facendo leva sullo sfrenato gusto ridanciano e sulla verve dissacrante e surreale tipica dei The Jackal e della loro massiccia presenza sul web, ma il risultato non è affatto all'altezza delle aspettative: come altri youtubers prima di loro, in primis i The Pills che in tal senso sono il caso più eclatante, gli autori e attori napoletani patiscono il salto dal canale YouTube al grande schermo. Non basta infatti costruire un'impalcatura di sterili e controproducenti ambizioni sci-fi, che sfiorano spesso il ridicolo, per dare ritmo e consistenza alle proprie gag, né si può pretendere che delle pillole, anche molto divertenti, destinate ad altre piattaforme funzionino al cinema senza costruire loro intorno un'idea di scrittura e una valida gestione dei tempi comici e delle situazioni. Gli interpreti, forti della loro ampia visibilità mediatica tra i teenager, non vanno però mai oltre a smorfie e ammiccamenti da show televisivo di bassa lega. Si fa fatica a trovare elementi validi in questo esordio sfasato e zeppo di stonature, che strappa pochissime e stiracchiate risate e prova a vivacchiare di scherzi vari e strizzatine d'occhio ai fan e ai propri stessi tormentoni. Rimane l'amaro in bocca dell'occasione persa, perché alcune trovate avrebbero potuto raggiungere la sufficienza in un contesto meno raffazzonato (su tutte il ruolo di Gigi D'Alessio, tutto da scoprire). I notevoli mezzi a disposizione si vedono nella buona qualità degli effetti speciali. Presenti in un piccolo ruolo congiunto anche Fortunato Cerlino e Salvatore Esposito. E quindi Addio Fottuti Musi Verdi non è la pellicola che ci si aspettava. Ironia, follia e tempi comici sono i grandi assenti di un esordio cinematografico che poteva essere un grande successo ma che, purtroppo, pecca di tanta, troppa inesperienza.
Regia/Sceneggiatura/Cast: Indubbiamente l'idea di base è buona e ricca di spunti, ma sarebbe stata più prolifica in mani più esperte. Manca proprio questo in AFMV, l'esperienza di una regia con una mano ferma, l'esperienza di una sceneggiatura che, nonostante fili liscia, manca di approfondimenti e tanti altri evidenti problemi tecnici che purtroppo il film non riesce a coprire. Entrambe dello sconosciuto Francesco Capaldo. Quello che però delude maggiormente in AFMV è che il film si perda maggiormente nella parte in cui dovrebbe eccellere: le risate. Per quanto di spunti comici ce ne siano a bizzeffe la pellicola si perde nel momento in cui dovrebbe dare il meglio di sé. I The Jackal, cercando di sforzarsi nel rendere il prodotto più cinematografico possibile, si "impantanano" in uno script che manca di follia, ingrediente principale dei loro sketch e che purtroppo non riescono a riportare sul grande schermo. Un vero peccato perché il film risente pesantemente di questo errore di virata trasformandosi in un disastro di 90 minuti, in cui la risata è relegata in alcuni, rari, momenti. Una vera e propria impasse dalla quale nemmeno la bravura di Ciro Priello riesce a far uscire una pellicola che sembra cadere inesorabilmente nel vortice della noia. Fortunatamente per i The Jackal il film ha una ripresa sul finale, quando Ciro si riunisce ai suoi amici Matilda (Beatrice Arnera) e Fabio (Fabio Balsamo). Grazie all'alchimia tra i tre personaggi (e grazie ad una guest star d'eccezione) Addio Fottuti Musi Verdi riesce a regalare quello che ci si aspettava dall'inizio: intrattenimento comico. Tuttavia questo non basta a salvare la pellicola, una pellicola decisamente inconcludente.
Regia/Sceneggiatura/Cast: Indubbiamente l'idea di base è buona e ricca di spunti, ma sarebbe stata più prolifica in mani più esperte. Manca proprio questo in AFMV, l'esperienza di una regia con una mano ferma, l'esperienza di una sceneggiatura che, nonostante fili liscia, manca di approfondimenti e tanti altri evidenti problemi tecnici che purtroppo il film non riesce a coprire. Entrambe dello sconosciuto Francesco Capaldo. Quello che però delude maggiormente in AFMV è che il film si perda maggiormente nella parte in cui dovrebbe eccellere: le risate. Per quanto di spunti comici ce ne siano a bizzeffe la pellicola si perde nel momento in cui dovrebbe dare il meglio di sé. I The Jackal, cercando di sforzarsi nel rendere il prodotto più cinematografico possibile, si "impantanano" in uno script che manca di follia, ingrediente principale dei loro sketch e che purtroppo non riescono a riportare sul grande schermo. Un vero peccato perché il film risente pesantemente di questo errore di virata trasformandosi in un disastro di 90 minuti, in cui la risata è relegata in alcuni, rari, momenti. Una vera e propria impasse dalla quale nemmeno la bravura di Ciro Priello riesce a far uscire una pellicola che sembra cadere inesorabilmente nel vortice della noia. Fortunatamente per i The Jackal il film ha una ripresa sul finale, quando Ciro si riunisce ai suoi amici Matilda (Beatrice Arnera) e Fabio (Fabio Balsamo). Grazie all'alchimia tra i tre personaggi (e grazie ad una guest star d'eccezione) Addio Fottuti Musi Verdi riesce a regalare quello che ci si aspettava dall'inizio: intrattenimento comico. Tuttavia questo non basta a salvare la pellicola, una pellicola decisamente inconcludente.
Aspetto tecnico: Non si può dir niente degli effetti speciali incredibilmente buoni, anzi, merita un plauso.
Commento Finale: Concessi gli indubbi meriti agli effetti speciali, al montaggio e a più di una trovata visiva, Addio fottuti musi verdi non ha proprio un'idea di cinema. Al contrario, si dipana confusamente tra gusto per la citazione, trovate grottesco/demenziali in chiave fantascientifica a zero effetto comico e una satira sul tema della disoccupazione della quale l'unico profumo che si sente è quello dell'acqua di rose. E' insomma il classico buco nell'acqua.
Consigliato: No, neanche ai fan dei The Jackal lo consiglierei.
Voto: 3
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