lunedì 26 agosto 2019

Yakuza Apocalypse (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2019 Qui
Tema e genere: Film d'azione horror grottesco giapponese che parla di yakuza e vampiri, e no, non è uno scherzo.
Trama: Akira ammira Genyo Kamiura, il più potente uomo della yakuza sopravvissuto numerose volte a vari attentati. A causa di tale ammirazione, decide di entrare nel mondo della mafia giapponese ma ben presto rimane deluso da una realtà diversa da quella vista nei film e dalla mancanza di valori come fedeltà e carità. La situazione però si complica quando Genyo entra nel mirino di un gruppo di assassini, che conoscono la sua vera natura di vampiro.
Recensione: Parlare della Yakuza giapponese è sempre argomento valido, quindi perché non allargare il campo facendoli diventare dei vampiri? E' infatti è quello che succede in Yakuza Apocalypse, un film che presenta appunto un'impressionante mescolanza di generi e di situazioni, per cui definirlo "thriller/action" oppure "vampire movie" sarebbe riduttivo. A dirigerlo è ovviamente Takashi Miike (uno specialista del tema della yakuza, avendo girato molti film con questo argomento), che regala al pubblico un film camaleontico che attraversa e mischia più generi fino a toccare vette di esilarante surrealismo e di originalità. Pregno di sequenze splatter, di violenza e di momenti bizzarri, Yakuza Apocalypse riflette perfettamente il particolare stile del cineasta giapponese. In questo yakuza movie condito da arti marziali e intaccato dal tema del vampirismo, Miike inserisce anche i personaggi più disparati attingendo anche dall'immaginario folkloristico giapponese. Rimane impresso anche il killer con lo zaino a forma di bara che ricorda Django ma anche tanti altri (stavolta però l'omaggio al contrario che in Sukiyaki Western Django si ferma qui). Non è tutto perché il protagonista dovrà affrontare anche un uomo che indossa un costume da rana (il personaggio più fantastico di tutti) e infine un mostro enorme che ricorda i kaijū (i mostri tipici della fantascienza giapponese). Miike apporta delle novità anche nel tema del vampirismo distinguendosi dai soliti vampire movie: la persona che viene morsa da un vampiro infatti si comporta come un membro della yakuza generando duelli di arti marziali e quindi violenza e caos. E così, tra colpi di scena, personaggi al limite del surreale (tipicamente giapponesi) e tanto sangue si ha modo di apprezzare questo prodotto della durata di quasi due ore. Un prodotto che intrattiene e riesce anche a far ridere, grazie appunto ad un impianto puramente grottesco e pieno di strane e curiose trovate. Un film in cui spettacolari sono le scene di lotta, grazie soprattutto agli interpreti chiamati in causa come Yayan Ruhian nel ruolo del villain (impossibile dimenticare le sue performance anche in The Raid e The Raid 2) ed il protagonista Hayato Ichihara, non un professionista nelle arti marziali ma che ben figura nelle coreografie di lotta. Un film, anzi, una bomba ad orologeria che esplode sin dai primi minuti travolgendo lo spettatore che non può far altro che ammirare gli eventi carichi di azione, passione e umorismo, abbellito dal finale enigmatico. Insomma un film folle e straordinario che nella sua durata di quasi 2 ore ingloba, oltre all'inconfondibile stile registico, anche gran parte della cultura, delle tradizioni e del folklore giapponese. Il risultato non solo è notevole ma anche sorprendente.

Regia/Sceneggiatura: Sull'eclettico regista giapponese Takashi Miike se ne possono dire di tutti i colori, ma di certo non che non sia originale e soprattutto audace. Questa volta compie una a dir poco insolita commistione di generi, che dal semplice yakuza movie, ovvero dedicato alla "mafia" giapponese, sfocia in un delirio pieno di azione ed elementi horror come il vampirismo, nonché di strambi personaggi presi dal folklore giapponese. Il risultato è il frutto del tipico modus operandi del director: l'istinto, nato dalla convinzione che il cinema goda di vita propria, dimostrando il suo amore per la settima arte e la sua voglia di sperimentare. La sceneggiatura però è del fidato Yoshitaka Yamaguchi, conosciuto quando era ancora studente e diventato col tempo suo assistente.
Aspetto tecnico: Lo stile e la fotografia sono i tipici segni inconfondibili dell'impronta di Miike, una vera goduria per gli occhi che conferma la straordinaria verve artistica mai sottotono del giapponese. Belle le musiche, tra il motivo del fischio quando arriva lo strambo cattivo e canzoni che incrementano anche un'atmosfera alla fine fumettistica, cartoonesca, e perché no videoludica.
Cast: Tra gli attori troviamo Hayato Ichihara, che impersona il protagonista Kagayama, ambizioso braccio destro del boss Kamiura (Lily Franky), che si troverà di fronte a degli eventi dai risvolti molto pericolosi, e lo stunt indonesiano Yayan Ruhian, famoso per il dittico "The Raid", nel ruolo del potente combattente Cane Pazzo. Comunque tutti, tenendo a mente il tipo di film, se la cavano bene.
Commento FinaleYakuza Apocalypse è una perla, una gustosa macedonia di generi non leggeri che non può non stupire e meravigliare lo spettatore, dagli austeri e veloci vampiri all'arrivo di questo stupendo ranocchio difficile da sconfiggere, dalle lotte corpo a corpo al magnifico finale, sospeso ma comunque spaventoso.
Consigliato: Un noir/action/horror/commedia da recuperare e consigliato soprattutto a chi cerca un cinema fuori dagli schemi, imprevedibile e soprattutto folle.
Voto: 6+

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