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martedì 14 dicembre 2021

L'immortale (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/12/2021 Qui - Dopo Sion Sono anche Takashi Miike sbarca su Netflix, per adattare un celebre manga, ma sfortunatamente meglio non fa, anzi delude. Infatti, per me che sono uno spettatore che conosce e apprezza Miike (in altre opere) e che ho visto numerosi film d'azione sui samurai devo spiacevolmente ammettere che questo oltre ad avermi leggermente annoiato non mi ha stupito. Miike è riuscito a farlo in molte altre opere d'azione splatter con trovate e bizzarrie pregevoli, ma qua no. Certo, c'è una mattanza praticamente dall'inizio alla fine, combattimenti quasi continui, ma spesso banali e quasi tutti uguali, soprattutto quelli di massa. Le spadate non rendono come dovrebbero, non hanno un effetto reale e molto spesso non si vede neanche la spada che colpisce l'avversario. Dal punto di vista dei personaggi non è stato fatto un gran lavoro su tutti anche se è apprezzabile sia il protagonista che Anotsu. Molto sangue, molte spadate ma poca sostanza e si arriva un pochino a fatica ad oltre 2 ore senza essere sufficientemente soddisfatti. Voto: 5,5

martedì 27 agosto 2019

Yakuza Apocalypse (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2019 Qui
Tema e genere: Film d'azione horror grottesco giapponese che parla di yakuza e vampiri, e no, non è uno scherzo.
Trama: Akira ammira Genyo Kamiura, il più potente uomo della yakuza sopravvissuto numerose volte a vari attentati. A causa di tale ammirazione, decide di entrare nel mondo della mafia giapponese ma ben presto rimane deluso da una realtà diversa da quella vista nei film e dalla mancanza di valori come fedeltà e carità. La situazione però si complica quando Genyo entra nel mirino di un gruppo di assassini, che conoscono la sua vera natura di vampiro.
Recensione: Parlare della Yakuza giapponese è sempre argomento valido, quindi perché non allargare il campo facendoli diventare dei vampiri? E' infatti è quello che succede in Yakuza Apocalypse, un film che presenta appunto un'impressionante mescolanza di generi e di situazioni, per cui definirlo "thriller/action" oppure "vampire movie" sarebbe riduttivo. A dirigerlo è ovviamente Takashi Miike (uno specialista del tema della yakuza, avendo girato molti film con questo argomento), che regala al pubblico un film camaleontico che attraversa e mischia più generi fino a toccare vette di esilarante surrealismo e di originalità. Pregno di sequenze splatter, di violenza e di momenti bizzarri, Yakuza Apocalypse riflette perfettamente il particolare stile del cineasta giapponese. In questo yakuza movie condito da arti marziali e intaccato dal tema del vampirismo, Miike inserisce anche i personaggi più disparati attingendo anche dall'immaginario folkloristico giapponese. Rimane impresso anche il killer con lo zaino a forma di bara che ricorda Django ma anche tanti altri (stavolta però l'omaggio al contrario che in Sukiyaki Western Django si ferma qui). Non è tutto perché il protagonista dovrà affrontare anche un uomo che indossa un costume da rana (il personaggio più fantastico di tutti) e infine un mostro enorme che ricorda i kaijū (i mostri tipici della fantascienza giapponese). Miike apporta delle novità anche nel tema del vampirismo distinguendosi dai soliti vampire movie: la persona che viene morsa da un vampiro infatti si comporta come un membro della yakuza generando duelli di arti marziali e quindi violenza e caos. E così, tra colpi di scena, personaggi al limite del surreale (tipicamente giapponesi) e tanto sangue si ha modo di apprezzare questo prodotto della durata di quasi due ore. Un prodotto che intrattiene e riesce anche a far ridere, grazie appunto ad un impianto puramente grottesco e pieno di strane e curiose trovate. Un film in cui spettacolari sono le scene di lotta, grazie soprattutto agli interpreti chiamati in causa come Yayan Ruhian nel ruolo del villain (impossibile dimenticare le sue performance anche in The Raid e The Raid 2) ed il protagonista Hayato Ichihara, non un professionista nelle arti marziali ma che ben figura nelle coreografie di lotta. Un film, anzi, una bomba ad orologeria che esplode sin dai primi minuti travolgendo lo spettatore che non può far altro che ammirare gli eventi carichi di azione, passione e umorismo, abbellito dal finale enigmatico. Insomma un film folle e straordinario che nella sua durata di quasi 2 ore ingloba, oltre all'inconfondibile stile registico, anche gran parte della cultura, delle tradizioni e del folklore giapponese. Il risultato non solo è notevole ma anche sorprendente.