Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2019 Qui
Tema e genere: Action ispirato a una storia vera accaduta nel 1997 (la presa della Bank of America North Hollywood) che cambiò per sempre la modalità di agire delle forze di polizia.
Trama: Ai poliziotti Mike Chandler e Steve MacAvoy viene affidato il quindicenne Kenny, punito con una giornata in polizia dopo una rissa. Il destino li farà convergere con una rapina in banca.
Recensione: Le premesse per un bel film d'azione c'erano tutte: rapina in banca, ostaggi, criminali armati fino ai denti, inevitabili sparatorie, ma poi qualcosa è andato storto: a cominciare dal trailer italiano che parlava di un negoziatore che invece non c'è mai stato, a partire dalla scarsa recitazione degli attori in cui si salva solo Nicolas Cage per il rotto della cuffia, per finire con gli scontati cliché del cinema (es. poliziotto quasi in pensione che rischia la vita) e i dialoghi banali e superficiali. Si aggiunge un prologo troppo lungo e fuori luogo (tanto che all'inizio ho pensato di aver sbagliato film), tanti inutili retroscena buttati lì e poi non sviluppati (come la storia dell'anniversario di matrimonio del direttore della banca), l'insignificante partner, nonché genero, di Cage che appena viene colpito a una gamba continua a ripetere "sto per morire, ora muoio me lo sento" dimostrando meno coraggio e forza d'animo del ragazzino che era con loro. Anche la trama di base aveva un non so che di poco realistico: criminali ex-forze speciali ricercati dall'Interpol, con un armamentario da far invidia a un esercito, esplosioni di C4 su innocenti come diversivo, piani di riserva e altro ancora, il tutto per rubare 1 misero milione di dollari (che non bastava neanche per ripagare granate, proiettili ed esplosivi) da una banca del Massachusetts, neanche fosse Fort Knox. Quest'ultimi più volte decantati come abili strateghi, in grado di sovvertire qualsiasi attacco in via di fuga, decidono poi di uscire dalla banca uno alla volta, dalla porta principale, davanti a un esercito di poliziotti armati di fucili...decisamente qualcosa non ha funzionato. Unica nota positiva, a mio avviso, la freddezza e l'assoluta assenza di coscienza del capo dei rapinatori, che lo rendono un cattivo coi fiocchi, che quando dice "zitto o ti sparo" poi ti ammazza per davvero, senza girarci troppo intorno come spesso succede nei film.
Regia: York Alec Shackleton prende argomenti molto attuali e critici e soprattutto intrinsecamente legati all'ossessione tutta a stelle e strisce per la guerra corporativa che sulla carta sarebbero anche interessanti, ma che le sue mani riescono a trattare solo con una banalità disarmante, diluiti da sotto-trame incongruenti in cui le persone di colore scoprono che, ehi, i poliziotti non sono tutti fascisti/razzisti/paranoici. Quando un regista ha così poco da dire (anche se questo è il suo debutto), e inoltre quel poco lo dice sussurrando (come se avesse paura delle implicazioni anti-autoritarie della sua narrazione) finisce per forza di cose col dilapidare le basi stesse della sua opera: se il primo a non credere in ciò che il film mostra è il film stesso, c'è qualcosa che non va. E non serve essere dei grossi esperti di cinema per intuirlo.