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lunedì 17 maggio 2021

Fukushima 50 (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2021 Qui - Primo film importante sul tema del più grande disastro nucleare degli ultimi anni, che tutti sicuramente ricordiamo. Il regista (Setsurō Wakamatsu) decide di trascurare quasi del tutto gli eventi del terremoto sulla cittadina concentrandosi su come hanno vissuto quei giorni gli operai e tecnici della centrale (tra questi Ken Watanabe e Kōichi Satō). Gli effetti speciali sono essenziali, ma nulla di particolare. Purtroppo il film vive di una retorica incredibile (mai avevo visto il cinema giapponese spingere così troppo), in particolare quando vengono inseriti personaggi di contorno inutili ai fini della storia, quali genitori, nonni che appaiono dal nulla recitando frasi smielate e senza senso. Il finale in palestra è terribile. Sullo stesso argomento la recente serie "Chernobyl" è un vero capolavoro a confronto. Ha comunque un valore perlomeno didattico per tutti coloro che ancora ottusamente professano l'uso della fissione nucleare come fonte di energia, ma è solo per rispetto se, nel giudicare il film nel suo complesso, non sono andato sotto la sufficienza. Voto: 6

martedì 27 agosto 2019

Sukiyaki Western Django (2007)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2019 Qui
Tema e genere: Omaggio al western all'italiana, nato dalla volontà del regista Takashi Miike di volerne girare uno.
Trama: In Nevada un piccolo villaggio è conteso fra i Bianchi, guidati da Yoshitsune, e i Rossi, capeggiati da Kiyomori. L'improvviso arrivo di un misterioso pistolero sconvolge i precari equilibri del villaggio, contribuendo a far precipitare in un bagno di sangue una situazione già tesissima.
Recensione: Il successo del Django di Sergio Corbucci del 1966 rese il personaggio del pistolero con l'ingombrante bara, una vera e propria icona del cinema. Non solo per la fama ottenuta a livello nazionale, ma anche all'estero. Molti sembrano aver apprezzato questo lungometraggio. Tarantino, con il suo Django Unchained e la sua passione non celata per i western all'italiana, è il più recente autore ad aver omaggiato la pellicola di Corbucci in un suo lavoro. E poco prima di lui, nel 2007, il noto regista Takashi Miike aveva sfornato il suo personalissimo tributo alla pellicola nostrana: Sukiyaki Western Django, appunto. Miike raccoglie lo stile e l'atmosfera del genere western e lo fonde insieme a quello dell'oriente e della tradizione nipponica. Ad una trama che ricorda immediatamente Per un pugno di dollari di Sergio Leone, si unisce un cast di personaggi assurdi, con una caratterizzazione portata all'inverosimile. Dallo sceriffo schizofrenico fino al capo rozzo col pallino per Shakespeare, tanto da farsi chiamare Enrico. Proprio come il noto sovrano decantato dall'autore inglese. Ed è doveroso menzionare il personaggio di Yoshitzune, esperto nell'uso della pistola ed allo stesso tempo della katana, simboli dei due stili che collidono in questa pellicola. A questo enorme calderone di citazioni, battaglie e sangue, si unisce la violenza tanto amata da Miike. Una pellicola che intrattiene, ben congegnata e curata. Il finale, poi (come l'inizio in cui un certo Quentin fa la sua divertita comparsa) è davvero una bella trovata.
Regia: Un film costellato di errori probabilmente voluti dallo stesso regista, che mette in gioco un simbolismo tipico giapponese mischiandolo alle tipiche atmosfere western in stile Sergio Leone, il tutto con una spruzzata di violenza in puro stile Tarantiniano, niente di originale, tutto alquanto confuso in certi frangenti, eppure come per la maggior parte dei film del regista giapponese (che fortunatamente non rinuncia alla violenza, alla sua natura), riesce ad incuriosire lo spettatore rendendolo partecipe della pellicola.