Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/06/2024 Qui - Il reboot del classico cinematografico del 1954 si svolge in un Giappone in fase di ricostruzione post-bellica, rievocando lo spirito dell'originale. La trama ruota attorno a un antieroe che lotta con il rimorso per non aver avuto il coraggio di essere un kamikaze nel momento decisivo, mettendo in risalto lo spirito collaborativo del popolo. L'alternanza tra le sequenze quasi neorealiste e quelle d'azione spettacolari, supportate da effetti speciali di alta qualità che hanno meritato un Oscar, è ben equilibrata. Nonostante nella seconda parte il film tenda a perdere un po' di forza con situazioni troppo enfatizzate, nel complesso è degno di nota. Il regista giapponese Takashi Yamazaki ha saputo dare il giusto tono alla narrazione, un risultato che, a mio parere, era stato raggiunto solo da Gareth Edwards nei remake hollywoodiani del famoso mostro. La scrittura dei personaggi e i dialoghi sono di alto livello e prevalgono sull'elemento catastrofico, che rimane comunque notevole. Con Shin Godzilla, la migliore riproposizione del personaggio. Voto: 7 [Netflix]
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venerdì 28 giugno 2024
mercoledì 24 novembre 2021
Weathering with You (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 24/11/2021 Qui - Un film discreto ma un po' deludente. Nonostante offra ottime
animazioni, grafica e song molto appropriate (bellissime le animazioni
che giocano tantissimo su queste luci riflesse dalle gocce d'acqua
mentre il cielo rasserena, albe, cieli rarefatti, riflessi sulle
nuvole, animazione del cielo fantastica, da favola),
perde nella storia, che ho ritenuto poco interessante. Visto
che è stato uno dei big del 2019, mi aspettavo molto meglio. Non basta
la classica storia d'amore per rendere un film bello, a mio giudizio,
avrei voluto vedere una storia più solida, realistica e uniforme. Troppe
sono le ovvietà e i cliché che si vedono, troppi i luoghi comuni e
l'uso del "già visto". Nel corso delle vicende troppe sono le domande
lasciate senza risposta che ruotano attorno ai due personaggi, e un
terribile senso di déjà-vu con la precedente pellicola di Makoto Shinkai che
a lungo andare tende ad annoiare. Per il
resto propone degli ottimi tratti sentimentali che arrivano
emotivamente. Secondo me perde un po' di smalto nel finale, o forse mi
sono perso qualcosa, visto che sembra un po' approssimativo, forse anche
manchevole di incisività, fortemente desideroso di un happy end a tutti
i costi. Ma questo è un anime ben costruito sui
sentimenti, interessante visivamente e capace di coinvolgere facilmente,
puntando tutto sull'intensità emozionale del racconto e della
caratterizzazione dei personaggi. In questo senso resta un film delicato, condito di tanta tradizione
giapponese. Ma siano lontani dallo stupore della visione di Your Name. Voto: 6+
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lunedì 17 maggio 2021
Summer Wars (2009)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2021 Qui - Mamoru Hosoda prosegue con la sua personalissima poetica di confronto tra giovani e società contemporanea già vista nel suo precedente film (quel delizioso La ragazza che saltava nel tempo), questa volta l'autore prova ad alzare l'asticella effettuando un parallelismo importante, ossia mondo digitale e mondo reale, quindi troveremo due "universi" che si intersecano (parametro fondamentale per l'autore), nel mondo digitale di OZ (sorta di OASIS alla Ready Player One) è possibile fare qualsiasi cosa, tuttavia il rischio di alienarsi dalla società è alto (vedasi il "campione"). Ecco, non riesce a far di più e meglio, ma riesce a non sfigurare, anzi. L'opera di Hosoda è ancora una volta una storia di formazione che si focalizza su più generazioni. Egli affronta tematiche importanti dalla percezione per le nuove generazioni delle tradizioni familiari, rappresentate ad esempio dal gioco di carte Koi Koi, fino al difficile rapporto genitori/figli con le conseguenti pressioni imposte dalla società giapponese. Il tutto viene messo in scena e narrato con una raffinatezza unica, in grado di raggiungere un target molto ampio, dunque il regista realizza un film d'animazione rivolto per tutte l'età. Ottime anche le animazioni e i disegni (bellissimi), infine impossibile non citare l'incipit sbalorditivo in cui viene presentato OZ. In conclusione Summer Wars è un buon anime, un film carino, pop e piacevole. Voto: 7
sabato 23 novembre 2019
Your Name. (2016)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/11/2019 Qui
Tema e genere: Pensate che la vostra vita sia troppo monotona e vorreste trovarvi al posto di qualcun altro che pensate si trovi in una situazione migliore della vostra? Un modo esiste ed è Your Name., film d'animazione giapponese del 2016 scritto e diretto da Makoto Shinkai, tratto dal medesimo romanzo scritto dallo stesso regista del film.
Tema e genere: Pensate che la vostra vita sia troppo monotona e vorreste trovarvi al posto di qualcun altro che pensate si trovi in una situazione migliore della vostra? Un modo esiste ed è Your Name., film d'animazione giapponese del 2016 scritto e diretto da Makoto Shinkai, tratto dal medesimo romanzo scritto dallo stesso regista del film.
Trama: Taki, liceale di Tokyo, e Mitsuha, la figlia di un sindaco di un paesino di montagna, un giorno scoprono che nel sonno sono finiti misteriosamente e miracolosamente l'uno nel corpo dell'altra e iniziano a comunicare tramite dei promemoria. Mentre goffamente superano le sfide che derivano da questa nuova e inedita situazione, tra i due nasce un legame d'amicizia che ben presto si trasforma in qualcosa di più romantico.
Recensione: Ecco un altro film di un regista giapponese ancora personalmente sconosciuto, come successo con The Boy and the Beast, e come in quel caso (di cui alla regia c'era Mamoru Hosoda) è sicuro che prossimamente recuperi i suoi precedenti lungometraggi d'animazione, ovvero 5 cm al secondo, Il giardino delle parole (quest'ultimo già in lista) e Viaggio verso Agartha (anche se su questo ho un dubbio se l'ho visto o meno), diretti tutti da Makoto Shinkai, ultimamente già nuovamente al cinema con Weathering with You (che ovviamente non mi perderò). E come in quell'occasione mi sono ritrovato a vedere un bel film d'animazione, anzi, di più, perché è una meraviglia per gli occhi e per il cuore l'opera di Shinkai. Un viaggio bellissimo, una ricerca continua dell'altro e contemporaneamente di sé, illuminata da immagini e disegni stupendi, scenografie mozzafiato degne dei migliori direttori della fotografia dei film su pellicola. E dire che, volendo essere gentili, il punto di partenza di Your Name. è quanto di più banale si possa trovare rovistando negli archetipi di anime e manga: il filo rosso del destino e lo scambio di corpi sono temi usati e abusati, per quanto questo film sia la dimostrazione che non ci stanchiamo mai delle vecchie storie, soprattutto se raccontate con garbo ed emozione. Ed è così anche qui, qui dove c'è più della storia d'amore tra adolescenti, c'è la ricerca della consapevolezza di sé stessi specchiandosi negli occhi e nella vita dell'altro e la rappresentazione di una forza unica che trascende ogni difficoltà e ogni dimensione spazio-temporale. L'aggiunta di una vena fantascientifica dona al film un'ulteriore dose di magia ma, e questo è l'unico difetto, lo rende a volte difficile da seguire e un po' troppo ingarbugliato. In ogni caso la scena finale è memorabile ed iconica e potrebbe rimanere impressa in mente per un bel po' di tempo (anche se una simile è rimasta già impressa da tempo, il primo emozionante incontro tra Johnny e Sabrina, se non sapete chi sono, vi tolgo il saluto). Ma andiamo con ordine.
sabato 9 novembre 2019
La città incantata (2001)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/11/2019 Qui
Tema e genere: Film d'animazione che, liberamente ispirato al romanzo fantastico Il meraviglioso paese oltre la nebbia della scrittrice Sachiko Kashiwaba, scritto e diretto da Hayao Miyazaki, narra le avventure di Chihiro, una bambina di dieci anni che si introduce senza rendersene conto, insieme ai genitori, in una città incantata abitata da yōkai (spiriti). Qui i genitori della bambina vengono trasformati in maiali dalla potente maga Yubaba e la piccola protagonista decide di rimanere nel regno fatato per tentare di liberarli.
Tema e genere: Film d'animazione che, liberamente ispirato al romanzo fantastico Il meraviglioso paese oltre la nebbia della scrittrice Sachiko Kashiwaba, scritto e diretto da Hayao Miyazaki, narra le avventure di Chihiro, una bambina di dieci anni che si introduce senza rendersene conto, insieme ai genitori, in una città incantata abitata da yōkai (spiriti). Qui i genitori della bambina vengono trasformati in maiali dalla potente maga Yubaba e la piccola protagonista decide di rimanere nel regno fatato per tentare di liberarli.
Trama: Una bambina di dieci anni, durante il viaggio che la porterà alla sua nuova casa, giunge ad una città popolata di fantasmi. Chihiro, per sopravvivere, dovrà rendersi utile lavorando.
Recensione: Siamo in molti a considerare Hayao Miyazaki uno dei più bravi cineasti d'animazione, nonché fumettista, sceneggiatore e produttore giapponese, fondatore dello Studio Ghibli insieme al collega Isao Takahata. La sua particolare sensibilità verso il mondo dell'infanzia la si può apprezzare nei numerosi film che prediligono temi tanto cari al divenire adulto. Il mio vicino Totoro, Ponyo sulla scogliera, Kiki - Consegne a domicilio, Laputa - Castello nel cielo rappresentano il mondo dell'infanzia, bambini che si preparano a capire le avversità del mondo (e anche questa pellicola, proprio come gli altri film che lo hanno preceduto e che lo hanno seguito, pone al centro della propria narrazione una figura a metà strada tra l'infanzia e l'adolescenza, un essere in divenire che deve ancora capire quale sia la strada da intraprendere, e che ovviamente troverà il suo posto nel mondo). La città incantata (titolo originale "Sen to Chihiro no Kamikakushi"), premio Oscar 2003 (ad oggi l'unico cartone animato giapponese a cui è stato assegnato un Academy Award come miglior film d'animazione), è un vero capolavoro di arte cinematografica d'animazione, in cui la forte sinergia tra i mezzi di comunicazione che Miyazaki usa, crea una vera e propria cultura visiva del genere, con una sintassi ricca di unità crescenti di segni e simbologie che caratterizzano il cinema del cineasta nipponico, che in questo film (che ha più contributo al successo mondiale del suo creatore, che aiuta tutt'oggi a sdoganare i pregiudizi sull'animazione giapponese) trova forse il suo manifesto massimo. Ne La città incantata, infatti, ricorrono tutti quegli elementi che hanno rappresentato una sorta di status quo nella produzione del regista e che ne hanno formato in qualche modo non solo lo stile, ma anche (e soprattutto) la poetica. Da una parte la condanna allo sfrenato consumismo, che in questo caso viene simboleggiato palesemente dalla trasformazione degli ingordi genitori in maiali senza senno, dall'altra l'inno sempre presente alla natura, che in questa pellicola assume come sempre un ruolo avvolgente, quasi allucinatorio. Allucinatorio non a caso, travestito da fiaba per bambini, una grandissima fiaba, e nel miglior senso del termine, di quelle che quando sei bambino ti fanno innamorare per l'ambientazione magica e pittoresca, ma allo stesso tempo ti spaventano per via di una serie di inquietanti avvenimenti che non ti lasciano certo indifferente, ma che ti aiutano ad esorcizzare le tue paure (come quelle della protagonista che imparerà a comportarsi da adulta ed abbandonare tutti i suoi vizi più fastidiosi e le convinzioni sbagliate), questo racconto si rivela difatti altamente allegorico, nonostante ciò, si dimostra adatto a tutte le fasce di età, grazie proprio ad una narrativa interpretabile su più piani di lettura.
martedì 27 agosto 2019
As the Gods Will (2014)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2019 Qui
Tema e genere: Horror soprannaturale della commedia nera giapponese basata sull'omonimo primo arco di una serie manga
Trama: Shun Takahata è un normalissimo liceale che conduce una vita normale e che ha come miglior amica Ichika Akimoto. Un giorno, la testa di un insegnante esplode in classe e Shun e i suoi compagni sono costretti a giocare una partita con la morte senza sapere né con chi né come o perché.
Recensione: Vengono denominati i bambini di Dio gli studenti partecipanti loro malgrado al mefistofelico e impari scontro sovrannaturale che ha luogo in As the Gods Will, adattamento di un omonimo manga diretto per l'occasione da Takashi Miike, ben più che esperto in trasposizioni live-action. Il maestro nipponico ci trascina sin dai primi minuti, con una fase iniziale di rara e gustosa violenza filo splatter, nel puro delirio che dominerà le due ore di visione, un incontenibile concentrato di tipica follia giapponese sospesa tra horror e una verve demenziale e ispirata che si rifà proprio a iconografie e mitologie tipiche del Sol Levante. Ecco così che la narrazione, strutturata su una sorta di livelli da superare uno dopo l'altro, usa come inquietanti villain (resi in maniera piacevolmente caricaturale e con ottimi effetti speciali) figure classiche dell'immaginario nazionale e non come le bambole Daruma e Kokeshi, il Maneki Neko (il gatto della fortuna), l'orso bianco Shiro Kuma e la Matrioska, mettendole al comando di diverse sfide aventi a che fare con tipici giochi da bambini: da una simil versione di Un, due, tre, Stella al gioco della verità, da quello del gatto col topo fino al nascondino si usano sempre strade diverse affinché la sopravvivenza sia una meta da raggiungere soltanto per i più forti, i predestinati di un nuovo mondo. Le cause degli eventi rimangono di origine inspiegabile e se per buona parte del tempo i media di tutto il mondo (il fatto infatti ha avuto luogo nelle scuole di ogni dove) sembrano propendere, e noi con loro, per un'origine aliena, il finale aperto apre verso nuove vie, peccato che proprio la conclusione tranci parzialmente i fili della storia, costringendo presumibilmente lo spettatore ad aspettare un sequel (cinematografico) ad oggi non ancora annunciato. A ogni modo il film possiede una sua forza che gli permette di sopravvivere anche a se stante, un istinto viscerale che non lesina in risvolti dall'intenso impatto emotivo, tra tragiche perdite e inaspettati tradimenti, ben sorretti dal giovane e bravo cast che vede nel ruolo principale Sota Fukushi. Non dimenticando una trama ricca di colpi di scena al contempo stravaganti e drammatici e, cosa più importante, coinvolgenti. Insomma, film stravagante e folle, davvero incredibile.
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