mercoledì 23 ottobre 2019

The Boy and the Beast (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/10/2019 Qui
Tema e genere: Film d'animazione giapponese vincitore di un Oscar nazionale, un action fantasy ma non solo.
Trama: Un bambino rimasto solo nel mondo degli umani trova in quello dei mostri una casa, affetto e un (bizzarro) secondo padre che gli insegnerà a combattere il male, anche quello dentro di lui.
Recensione: Immaginatevi due mondi, paralleli ma connessi: uno è quello che conosciamo, nel quale viviamo, l'altro è un mondo dominato da bestie, esseri ferini dall'aspetto antropomorfo. Parte da questo concetto l'ambientazione di The Boy and the Beast, film giapponese di Mamoru Hosoda, regista che ho conosciuto grazie a questo film, un film che non sarà sicuramente l'unico che di lui vedrò. In tal senso se avessi saputo che il film riprendeva alcuni dei temi già da lui proposti in precedenti suoi lavori, l'avrei visto dopo aver visto La ragazza che saltava nel tempo, Summer Wars e Wolf Children (2 di questi incredibilmente erano già in lista), ma è andata così e non ho rimpianti (e comunque li vedrò prossimamente insieme ad il suo ultimo lavoro, Mirai, nella lista dei film Premi Oscar 2019 da vedere). Nessun rimpianto dicevo, perché sì, anche senza conoscere la sua filmografia e concetti, ho apprezzato tanto questo bel film. Un film che con una scena di apertura pregevole, ci presenta un ragazzino di nome Ren (Kyuta), orfano due volte: per la madre deceduta e per un padre scomparso al quale non viene dato in affidamento. Ed è in questo preciso momento in cui il protagonista decide di scappare e vivere nel pieno vagabondaggio, fino a quanto non incontrerà una creatura parlante, Kumatetsu, appartenente ad un'altra dimensione, quella delle bestie (che non vede di buon occhio gli umani, portatori naturali delle tenebre). Riunitosi nel mondo parallelo, Ren sarà sotto la sua (scorbutica) ala come apprendista fino al momento in cui, inaspettatamente, scoprirà la via di ritorno al mondo reale. E da allora, Ren sarà in grado di destreggiarsi, cavarsela da solo, per continuare a vivere tra le due dimensioni. Ma quando entrambi i mondi saranno in pericolo, toccherà a lui sistemare tutto. The Boy and the Beast è insomma un film a metà tra il fantasy e il classico racconto di formazione, una pellicola che nella sua tematica rende omaggio anche ad imponenti opere del calibro di Moby Dick, o quelle culturali e storiche ritraenti la mitologia giapponese. Un film quindi che ha una sceneggiatura ed un soggetto che vanno al di là del classico film per bambini, trattando appunto temi decisamente adulti, ma mascherandoli con un velo di comicità. Impossibile infatti trattenere il sorriso dinanzi i siparietti comici creati dalla strampalata coppia ogni qual volta litiga, così come è difficile trattenere qualche lacrima sul finale quando i toni si fanno decisamente più cupi.
Lo stile dell'animazione è quello classico con i disegni a mano, ma estremamente vivido e al passo coi tempi. I combattimenti tra mostri dall'aspetto di orsi e cinghiali fanno veramente percepire la potenza di queste creature a cui un'animazione appunto di altissimo livello dà vita e sono davvero spettacolari, come le catastrofiche sequenze finali ambientate nell'umana Tokyo. Delle musiche epiche e una regia abbastanza ispirata completano il tutto, confezionando un prodotto adatto sia ai grandi che ai più piccoli. A voler esser pignoli si può obiettare su un minutaggio non perfetto: il film risente di alcuni cali di ritmo che si sarebbero potuti evitare con più esperienza. Inoltre, i temi che vengono toccati sono tanti, forse troppi per potere essere sviscerati tutti allo stesso modo, col risultato che qualcosa o qualcuno rimane solo accennato. Ma in tal caso si sta proprio cercando il pelo nell'uovo. A fine visione, infatti, quel che rimane sono alcuni concetti fondamentali legati al tema centrale: quello della lotta tra bene e male, amore e odio. Ognuno porta in sé entrambe le componenti: quel che è richiesto a un uomo è decidere quale delle due far vincere, se abbracciare il bene o lasciarsi divorare dal male. Sembrerà un tema banale (già visto, a tal proposito la citazione a Star Wars ci sta tutta), ma ciò che conta è il modo in cui viene raccontato, che di per sé non è affatto scontato. Ed è per questo che il film è perfetto per ogni generazione: dai bambini che stanno iniziando a comprendere che differenza ci sia tra le due cose, fino agli adulti che hanno il compito di spiegargliela. E se invece non ve ne può fregare di meno di tutti questi concetti, guardatelo comunque perché i combattimenti marziali sono epici.
Aspetto tecnico/Cast: Dal punto di vista visivo Mamoru Hosoda imbastisce uno spettacolo per gli occhi, aiutato da scene di combattimento accompagnate da qualche effetto speciale decisamente pirotecnico, il character design poi è molto ispirato, con personaggi esplosivi di colore e fantasia che irrigano bene il film. Bene anche l'impianto sonoro, mentre il doppiaggio così così (quello originale non saprei, non conosco nessuno, a parte l'immancabile Lily Franky).
Regia/Sceneggiatura: In fatto di sceneggiatura il regista risulta impeccabile, ha un occhio incredibile per l'azione e per le gag fisiche: quando non parlano ma si muovono i personaggi riescono sempre a impressionare, colpire o far ridere lo spettatore (il gran maestro coniglio è un asso in questo). Avrei apprezzato però più profondità nel trattare i rapporti tra i protagonisti, conoscendo il passato che hanno alle spalle, la loro realizzazione sembra invece quasi scontata. Nonostante sia proprio a partire dalla mancanza dei genitori che Ren deve farsi carico del suo destino, il rapporto padre-figlio rimane praticamente celato. Tuttavia, tutti quei dettagli che rendono la storia scontata non fanno che creare in noi una sensibilità che ci contamina ed emerge inaspettatamente alla fine. Tutti i personaggi sono esagerati e stereotipati, per lo più sono fantasiosi, ma tutti credibili e vicinissimi al mondo reale. Dopo una storia che sembra sempre in crescita, il finale pare colmare tutte le lacune, facendo emergere la morale forte e chiara: quel buco nero che a volte ci divora e ci fa traboccare di solitudine e rabbia può essere arginato solo con l'affetto delle persone che ci sono accanto. Mamoru Hosoda non lascia insomma alcun segno di indifferenza al pubblico: The Boy and the Beast è un meraviglioso appello per tutti, complice della sua prosa forte e trascendentale ma, se osservata vicino, non priva di banali riflessioni. E così egli si dimostra un narratore davvero unico. Se la prima impressione è quella di essere di fronte ad una storia banale, paragonabile ad Alice che si ritrova in un mondo parallelo pieno di stranezze, la seconda ci fa ammettere di esserne stati inevitabilmente rapiti. Il regista sa decisamente su quali tasti toccare.
Commento Finale: Davvero un film piacevole da vedere, nonostante qualche difetto un po' ingombrante. Tralasciando lo stile di narrazione prettamente giapponese, che potrebbe lasciare leggermente perplesso chi non vi sia perfettamente abituato, va detto che The Boy and the Beast finisce per inserire troppi elementi nella storia (una storia che qua e là si fa un po' ingenua, una storia inoltre, piena di topos ricorrenti con messaggi un po' troppo banali), rendendo il film troppo lungo e allo stesso tempo troppo precipitoso in alcuni passaggi. Eppure. Eppure in qualche modo è una storia di impatto forte, e allo stesso tempo delicata. Una storia di crescita e formazione, con un racconto del rapporto padre-figlio particolarmente ben sviluppato senza bisogno di ricorrere a forzature o a chissà quali astrusità. Un'animazione sempre efficace, che non scade mai nel desiderio di rendere troppo espliciti i dettagli, con caratterizzazioni che fanno della semplicità il proprio punto di forza. Un film che, se si ha qualche anno di meno o ci si dimentica di averne qualcuno in più, vale decisamente la pena vedere.
Consigliato: Il film è molto coinvolgente e non ci si annoia mai, nonostante le tematiche affrontate, di sicuro consigliato a tutti, ma soprattutto a tutti gli appassionati del genere animazione made in Japan.
Voto: 7

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