Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2019 Qui
Tema e genere: Commedia surrealista che racconta l'Odissea in chiave documentaristica di un re belga il cui stato vive una profonda crisi d'identità.
Trama: Mentre è in visita in Turchia, dove dovrebbe girare un documentario per rilanciare la sua immagine, il re del Belgio viene a sapere che in Patria si rischia la guerra civile e decide di rientrare infrangendo ogni protocollo.
Recensione: Presentato al Festival di Venezia 2016 casualmente a pochi giorni dal tentato colpo di Stato in Turchia, la commedia travestita da documentario (o meglio mockumentary) di Peter Brosens e Jessica Hope Woodworth riesce nella difficile impresa di unire in un road movie dinamico e incalzante una notevole comicità e un'altrettanta capacità di riflessione. I personaggi della corte belga, ritratti con un gusto per il surreale che non impedisce di creare una grande empatia, quello del documentarista d'assalto semi-fallito che si lascia ingaggiare per il rilancio di immagine di un sovrano dall'aria triste e poi non perde l'occasione di dare una sterzata imprevista al suo lavoro su commissione, così come l'ex comandante militare dal grilletto facile e i paesani dal cuore d'oro: sono solo alcuni dei caratteri, sempre ai limiti dell'eccesso, che costellano un racconto decisamente dinamico. Le disavventure del sovrano che, deciso a tornare in patria per evitare la scissione della Vallonia, sfida sia la tempesta solare che ha messo fuori gioco telefonini e aerei che le autorità turche che rifiutano di fargli fare il viaggio via terra, sono l'occasione per decostruire la freddezza del protagonista, smontare le convenzioni della sua "squadra" e per ridare a quest'uomo solitario e un po' triste la voglia di agire ed essere felice. Nel frattempo il viaggio, spassoso e surreale, consente ai due autori di affrontare le contraddizioni di un'Europa tutt'altro che unita, sfiorando con leggerezza, ma non senza serietà le ferite aperte dei paesi balcanici, ma senza tralasciare di lanciare pesanti frecciate anche agli stati "centrali", che sono incapaci di trovare un punto di incontro persino al loro interno. E insomma film inaspettato e godibile, che inoltre regala, sul filo del rasoio, anche momenti di verità e commozione, momenti che elevano il film, un film decisamente riuscito.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: La coppia Peter Brosens/Jessica Hope Woodworth (conosciuta soprattutto per alcuni documentari ma anche per la pellicola La quinta stagione), confeziona una pellicola dalla trama semplice, dall'anima dolce e dall'ironia atipica ma coinvolgente, utilizzando l'espediente del "film nel film" (in tal senso originale il montaggio) che regala movimento ma con una fluidità difficile da ottenere e meritevole di plauso. Il pregevole cast composto da Peter Van den Begin, Bruno Georis, Lucie Debay (che assomiglia, anche per bravura, a Jessica Chastain), Titus De Voogdt e Pieter van der Houwen, è l'ingrediente migliore per un film che regala spontaneità e freschezza senza però mai raggiungere l'apice della commedia "classica", facendosi cullare per tutta la sua durata da un tono lievemente drammatico che è forse il suo pregio migliore. Infine un doppiaggio di livello e una colonna sonora non particolarmente avvolgente eppure azzeccata accompagna lo spettatore, in un road movie che dimostra come un Re non sia poi tanto diverso dai suoi sudditi.
Commento Finale: Una buona commedia avventurosa, non particolarmente coinvolgente (anche complice una colonna sonora ricca di suoni della realtà, ma avara di musiche, seppur ottime) ma ricca di contenuti e dalla realizzazione particolare.
Consigliato: Sì, a tutti, ma soprattutto a chi digerisce un certo cinema sperimentale e surrealista.
Voto: 6
Trama: Mentre è in visita in Turchia, dove dovrebbe girare un documentario per rilanciare la sua immagine, il re del Belgio viene a sapere che in Patria si rischia la guerra civile e decide di rientrare infrangendo ogni protocollo.
Recensione: Presentato al Festival di Venezia 2016 casualmente a pochi giorni dal tentato colpo di Stato in Turchia, la commedia travestita da documentario (o meglio mockumentary) di Peter Brosens e Jessica Hope Woodworth riesce nella difficile impresa di unire in un road movie dinamico e incalzante una notevole comicità e un'altrettanta capacità di riflessione. I personaggi della corte belga, ritratti con un gusto per il surreale che non impedisce di creare una grande empatia, quello del documentarista d'assalto semi-fallito che si lascia ingaggiare per il rilancio di immagine di un sovrano dall'aria triste e poi non perde l'occasione di dare una sterzata imprevista al suo lavoro su commissione, così come l'ex comandante militare dal grilletto facile e i paesani dal cuore d'oro: sono solo alcuni dei caratteri, sempre ai limiti dell'eccesso, che costellano un racconto decisamente dinamico. Le disavventure del sovrano che, deciso a tornare in patria per evitare la scissione della Vallonia, sfida sia la tempesta solare che ha messo fuori gioco telefonini e aerei che le autorità turche che rifiutano di fargli fare il viaggio via terra, sono l'occasione per decostruire la freddezza del protagonista, smontare le convenzioni della sua "squadra" e per ridare a quest'uomo solitario e un po' triste la voglia di agire ed essere felice. Nel frattempo il viaggio, spassoso e surreale, consente ai due autori di affrontare le contraddizioni di un'Europa tutt'altro che unita, sfiorando con leggerezza, ma non senza serietà le ferite aperte dei paesi balcanici, ma senza tralasciare di lanciare pesanti frecciate anche agli stati "centrali", che sono incapaci di trovare un punto di incontro persino al loro interno. E insomma film inaspettato e godibile, che inoltre regala, sul filo del rasoio, anche momenti di verità e commozione, momenti che elevano il film, un film decisamente riuscito.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: La coppia Peter Brosens/Jessica Hope Woodworth (conosciuta soprattutto per alcuni documentari ma anche per la pellicola La quinta stagione), confeziona una pellicola dalla trama semplice, dall'anima dolce e dall'ironia atipica ma coinvolgente, utilizzando l'espediente del "film nel film" (in tal senso originale il montaggio) che regala movimento ma con una fluidità difficile da ottenere e meritevole di plauso. Il pregevole cast composto da Peter Van den Begin, Bruno Georis, Lucie Debay (che assomiglia, anche per bravura, a Jessica Chastain), Titus De Voogdt e Pieter van der Houwen, è l'ingrediente migliore per un film che regala spontaneità e freschezza senza però mai raggiungere l'apice della commedia "classica", facendosi cullare per tutta la sua durata da un tono lievemente drammatico che è forse il suo pregio migliore. Infine un doppiaggio di livello e una colonna sonora non particolarmente avvolgente eppure azzeccata accompagna lo spettatore, in un road movie che dimostra come un Re non sia poi tanto diverso dai suoi sudditi.
Commento Finale: Una buona commedia avventurosa, non particolarmente coinvolgente (anche complice una colonna sonora ricca di suoni della realtà, ma avara di musiche, seppur ottime) ma ricca di contenuti e dalla realizzazione particolare.
Consigliato: Sì, a tutti, ma soprattutto a chi digerisce un certo cinema sperimentale e surrealista.
Voto: 6
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