Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/10/2019 Qui
Tema e genere: Frizzante commedia sulla vera storia di un vagabondo un po' pazzo.
Trama: La storia vera di Gary Faulkner, un ex detenuto disoccupato, che armato solamente di una spada comprata su un canale televisivo, si recò in Pakistan undici volte allo scopo di catturare Osama Bin Laden, spinto dalla convinzione che Dio in persona glielo avesse chiesto.
Recensione: Partendo dall'assunto che la storia, come si vede dai titoli di coda, è tragicomicamente vera (ma ormai lo si capisce sin dall'inizio: più certe storie sono assurde e meno sono frutto di immaginazione) la vicenda di Gary Faulkner potrebbe essere liquidata come quella di uno dei tanti pazzi che abitano il pianeta. Il mix con la comicità demenziale di Larry Charles (quello di Borat e Il dittatore: ma qui meno esplosivo, senza il "suo" Sacha Baron Cohen) riesce però a rendere interessante una vicenda altrimenti solo da brevi in cronaca. In particolare, Nicolas Cage (dopo anni di b movie uno peggio dell'altro) usa un piccolo film (peraltro sfortunato: negli Usa è uscito direttamente in home video: ormai di Bin Laden non si interessa più nessuno) per costruirsi un personaggio memorabile, survoltato e folle e certo più grande del film che lo ospita, che fa rimpiangere le tante occasioni perse da questo nipote di Francis Ford Coppola dalla abbondante filmografia ma anche dal talento discontinuo. Se si ride meno di quanto si dovrebbe (pur se le continue irruzioni di Dio, interpretato da Russell Brand, altro comico attivo nel demenziale), e se le "gesta" di Gary sono un po' troppo ripetitive, sorprende la tenerezza che si insinua nella storia, grazie al suo rapporto con l'amica Marci Mitchell (Wendi McLendon-Covey), anche lei alla deriva dopo una vita di sconfitte, con un amore che sembra non decollare mai per le scempiaggini del protagonista. Che però, miracolosamente, fa breccia nel suo cuore e in quello di una bambina che non parla, piccolo segno di una realtà che non è solo riducibile all'aneddoto scherzoso sull'uomo che voleva catturare Osama Bin Laden.
Regia/Sceneggiatura/Cast: La particolarità del film è l'assenza di linearità nella sceneggiatura (che comunque perfetta non è affatto). L'azione ruota attorno ai ripetuti tentativi da parte di Gary di avvicinarsi al covo di Bin Laden. Nel momento in cui, per qualche motivo, Gary decide di rinunciarci, ecco ricomparire Dio a ricordargli la sua missione. Il tutto è condito in un'aria alquanto comica, supportata dall'interpretazione di Nicolas Cage, abile a calarsi nella parte e a saper connotare il suo personaggio con tutte le sfumature caratteriali di cui necessitava una simile parte. Bene anche il resto del cast (ci sono anche Denis O'Hare e Matthew Modine) che assiste il buon vecchio Cage, diretto in maniera diligente da Larry Charles.
Regia/Sceneggiatura/Cast: La particolarità del film è l'assenza di linearità nella sceneggiatura (che comunque perfetta non è affatto). L'azione ruota attorno ai ripetuti tentativi da parte di Gary di avvicinarsi al covo di Bin Laden. Nel momento in cui, per qualche motivo, Gary decide di rinunciarci, ecco ricomparire Dio a ricordargli la sua missione. Il tutto è condito in un'aria alquanto comica, supportata dall'interpretazione di Nicolas Cage, abile a calarsi nella parte e a saper connotare il suo personaggio con tutte le sfumature caratteriali di cui necessitava una simile parte. Bene anche il resto del cast (ci sono anche Denis O'Hare e Matthew Modine) che assiste il buon vecchio Cage, diretto in maniera diligente da Larry Charles.
Aspetto tecnico: Non malissimo gli effetti speciali, e neanche le musiche, nella media il resto.
Commento Finale: Per Gary Faulkner rappresenta ben più del canonico quarto d'ora di celebrità, dato che la sua pazza impresa ha fruttato addirittura un film. Ed è un film gradevole (grottesco ed estremamente comico in senso positivo), con un buon Nicolas Cage che finalmente si ritrova in una interpretazione apprezzabile, ben diversa da quelle solite che, ultimamente, avevano poco o nulla da offrire. In Io, Dio e Bin Laden (una commedia on the road che non pretende niente di più se no quella di mettere in mostra la possibilità di affrontare una tematica sociale notevole, la malattia mentale e di conseguenza il tema della schizofrenia, con una leggerezza gradevole) l'attore americano sembra trovarsi a proprio agio nei panni di un bifolco, con qualche rotella fuori posto, che ha come missione principale nella vita catturare Bin Laden, nascosto in qualche grotta in Pakistan. La storia presenta dei momenti simpatici, legati anche a dei dialoghi spiritosi, che offrono una visione discretamente divertente e folle quanto basta per non annoiarsi. Vale un'occhiata.
Consigliato: Se siete detrattori di Cage, consiglio di vedere questo film, perché potrebbe farvi cambiare idea sulle sue potenzialità, spesso vittima delle pessime sceneggiature che si ritrova ad accettare. E poi comunque questa è la classica commedia fresca, da guardare senza troppi pensieri, quindi che problema c'è?
Voto: 6
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