Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/10/2019 Qui
Tema e genere: War movie basato sugli eventi della battaglia di Incheon, che darà una spinta importante per la fine della guerra di Corea.
Trama: Douglas MacArthur, generale dell'Esercito degli Stati Uniti, e otto membri delle truppe sudcoreane guidate da un tenente della Marina mettono in atto l'operazione segreta denominata "raggi X". Portare a termine l'operazione significa dare il via alla cruciale battaglia di Incheon.
Recensione: Nel 1950, durante la Guerra di Corea, il comandante delle forze "occidentali", Douglas MacArthur, progetta un'operazione coraggiosa, uno sbarco presso la città di Incheon, con lo scopo di tagliare i rifornimenti verso le posizioni più avanzate delle truppe nordcoreane e poter respingere il nemico verso nord. Per rendere possibile l'operazione, si avvale di un gruppo di 15 uomini, i quali devono recarsi ad Incheon ed infiltrarsi tra i militari nordcoreani, per carpire informazioni e compiere azioni preliminari. Il film mostra, con lunghe sequenze di azione, le imprese dei quindici. Nonostante l'inizio caotico (avendo tutti le stesse divise non è chiaro quali siano gli infiltrati e quali i soldati nordcoreani) la trama procede con linearità, alternando alle sequenze di azione, il racconto delle fasi di preparazione all'operazione, con l'attenzione puntata sul generale statunitense. Fin qui tutto nella media, l'aspetto del film che rimane un po' indigesto, è l'eccessiva "ideologizzazione", condita da abbondante retorica. I personaggi del film sono di due tipi. I buoni, sudcoreani o americani, animati da spirito di solidarietà, rispettosi dei legami familiari, legati alla propria terra, i cattivi, i comunisti, spietati, incuranti dei legami affettivi, boriosi e prepotenti. Il film non riconosce mezze misure. Ai nostri occhi ciò può apparire assai sgradevole, ma non si deve dimenticare che il film è stato prodotto in Corea del Sud, e ciò può essere conseguenza del clima di inimicizia tra il nord ed il sud della penisola asiatica. I personaggi appaiono stereotipati, proprio per questa rigida dicotomia. Nessun attore spicca sugli altri per bravura (neanche il buon vecchio Liam Neeson, che qui è, sfortunatamente, solo il classico specchietto per le allodole). Buone le ricostruzioni di divise ed ambienti. Un film che ha premesse interessanti, narrazione "insipida" e reso in parte sgradevole da un'eccessiva ideologizzazione. Un film insomma mediocre, di cui decisamente si avrebbe fatto volentieri a meno.
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Bisogna innanzitutto dire che nonostante sia ambientato durante la guerra di Corea, Operation Chromite non è un film di guerra, ma un film di spionaggio, anche se la parte strategica è un aspetto poco approfondito (varie sotto-trame si intersecano in maniera molto poco interessante), così come lo è la caratterizzazione dei personaggi. La colonna sonora è stucchevole, "epica" e "sentimento" goffamente architettati. I temi accennati sono certamente delicati e fonte di dramma, ma sono tutti troppo accennati e poco sviluppati, per non parlare di alcuni soltanto gettati nella mischia alla buona. Il cast, interamente e giustamente composto da attori orientali, fallisce nel compensare un Liam Neeson comunque sottotono. Solo il protagonista, il Capitano Jang Hak-soo interpretato da Lee Jung-jae, e l'antagonista principale, il Lim Gye-jin di Lee Bum-soo, fanno eccezione, instaurando una buona contrapposizione drammatica tra i due personaggi. Tutto il resto è, ben più che ordinaria, noiosa amministrazione. Neanche la regia di John H. Lee la scampa, forse messa in difficoltà dalla natura ambigua della pellicola, non di guerra, non di spionaggio, di certo non storica ma nemmeno completamente didascalica. Non abbiamo un montaggio ispirato e anzi, salvando un numero esiguo di inquadrature, le sequenze di scontro sono confuse e confusionarie, impedendo allo spettatore una comprensione sufficiente degli eventi. Anche questo contribuisce a diminuire l'epica sopracitata, tanto disperatamente ricercata con una serie di cliché che non smette mai di non-sorprendere (vale a dire sorprendendo in negativo).
Regia/Sceneggiatura/Aspetto tecnico/Cast: Bisogna innanzitutto dire che nonostante sia ambientato durante la guerra di Corea, Operation Chromite non è un film di guerra, ma un film di spionaggio, anche se la parte strategica è un aspetto poco approfondito (varie sotto-trame si intersecano in maniera molto poco interessante), così come lo è la caratterizzazione dei personaggi. La colonna sonora è stucchevole, "epica" e "sentimento" goffamente architettati. I temi accennati sono certamente delicati e fonte di dramma, ma sono tutti troppo accennati e poco sviluppati, per non parlare di alcuni soltanto gettati nella mischia alla buona. Il cast, interamente e giustamente composto da attori orientali, fallisce nel compensare un Liam Neeson comunque sottotono. Solo il protagonista, il Capitano Jang Hak-soo interpretato da Lee Jung-jae, e l'antagonista principale, il Lim Gye-jin di Lee Bum-soo, fanno eccezione, instaurando una buona contrapposizione drammatica tra i due personaggi. Tutto il resto è, ben più che ordinaria, noiosa amministrazione. Neanche la regia di John H. Lee la scampa, forse messa in difficoltà dalla natura ambigua della pellicola, non di guerra, non di spionaggio, di certo non storica ma nemmeno completamente didascalica. Non abbiamo un montaggio ispirato e anzi, salvando un numero esiguo di inquadrature, le sequenze di scontro sono confuse e confusionarie, impedendo allo spettatore una comprensione sufficiente degli eventi. Anche questo contribuisce a diminuire l'epica sopracitata, tanto disperatamente ricercata con una serie di cliché che non smette mai di non-sorprendere (vale a dire sorprendendo in negativo).
Commento Finale: Giunto in Italia dopo un buon successo in Corea del Sud, forte del richiamo della presenza di Liam Neeson, Operation Chromite è un war movie che affonda presto in una stucchevole, smisurata e ingiustificata attitudine alla retorica. Altro da dire non c'è.
Consigliato: No, al massimo agli amanti del genere, se questi hanno zero pretese.
Voto: 4,5
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