martedì 30 aprile 2019

Moonwalkers (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2018 Qui - Moonwalkers (Commedia, USA, Francia, 2015): Ci sono poche cose che accendono la fantasia dei cospirazionisti quanto la passeggiata di Neil Armstrong e soci sulla Luna del 1969. E' avvenuta, non è avvenuta, è stato un imbroglio o al contrario la più grande impresa compiuta dall'uomo? Ma che sia avvenuto o meno, lo sbarco lunare resta una realtà dell'immaginario ed è su questa ambigua ontologia che il suddetto film di Antoine Bardou-Jacquet gioca, ipotizzando che alla vigilia del lancio dell'Apollo 11 il ponte di comando americano, metta in cantiere un "finto" sbarco da studio da mandare in onda in mondovisione se le cose per Armstrong & Co. dovessero mettersi male lassù. Il piano viene affidato a un agente della Cia che ha combattuto in Vietnam e che deve volare a Londra per convincere il miglior regista sulla piazza, Stanley Kubrick, a prestare i suoi servigi per la più grande frode del secolo, in cambio una valigia piena di soldi. Ma per colpa di uno scambio di persona attuato da due squattrinati individui si troverà prevedibilmente in difficoltà, le cose infatti si complicheranno sempre più e la situazione precipiterà. Quello di Moonwalkers è quindi un cocktail veramente esplosivo, un cocktail grottesco e ricco di idee brillanti (l'idea di "scritturare" Kubrick è la genialata più divertente del film) e affascinante (ottima la ricostruzione d'epoca), tuttavia il film, non affonda nel mistero e non si prende molto sul serio, preferendo scegliere la strada della "parodia". Una strada parecchio impervia giacché tra sparatorie e omicidi vari, scene splatter e orge intraviste, la storia procede con un andamento discontinuo, uno stile barocco e decisamente trash, senza equilibrio. Certo, tutto è abilmente sostenuto dalla verve degli attori (un Ron Perlman sempre godibile e un Rupert Grint che può finalmente fare ciao ciao con la mano a Ron il Rosso di Harry Potter), alcune gag funzionano, ma il film, che in più occasioni dà l'impressione di afflosciarsi (dopotutto la sceneggiatura non è il piatto forte di un'operazione che gioca più che altro sull'impasto pop e postmoderno di diversi immaginari, dal Vietnam alla Swinging London, dai fricchettoni alla Guerra Fredda, da Kubrick al pulp tarantiniano), è un minestrone, disordinato, che miscela vari generi, con efficacia discutibile, in sostanza non si capisce cosa voglia realmente dire. Ed è un peccato, perché seppur davvero interessante è il finale che lascia il dubbio allo spettatore e geniali sono alcune trovate (visive), solo parzialmente riuscito è questo strano film. Voto: 5,5