mercoledì 31 agosto 2022

Zombi 2 (1979)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - L'hanno chiamato Zombi 2 perché Zombi non si poteva, avendolo già utilizzato, fallacemente dai titolisti italiani, un anno prima per la seconda pellicola horror della serie sui morti viventi di George A. Romero, in originale Dawn of the dead, tradotto "L'alba dei morti", e così doveva essere, spezzarono invece, tra l'altro, anche il senso dei titoli della trilogia originale, questo infatti non è un sequel. Scevro della critica sociale presente nella pellicola di Romero, si distingue difatti nell'essere il "classico" zombie movie, e divenuto ugualmente però (anche per via del nome in cabina di regia) un cult per gli appassionati del genere. Dopo aver sfiorato spesso il genere (si ricordi di Una lucertola con la pelle di donnaLucio Fulci con Zombi 2 realizza infatti quello che può essere considerato a buon diritto il suo primo horror (successivamente verrà ...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà), un horror (chiaramente di matrice splatter) peraltro ben riuscito. Chiaramente non siamo ai livelli dei film del regista statunitense/canadese, ma il risultato del primo zombie movie del regista italiano/romano è più che buono. I limiti di budget ci sono, ma l'ambientazione esotica è ottima e certe scene gore (grande lavoro nel make-up) rimangono impresse, come quella dell'occhio trafitto ed altre molto divertenti come quella che vede uno zombie "subacqueo" ingaggiare un duello fino all'ultimo morso con uno squalo (la musica del fido Fabio Frizzi, simil Goblin, non è sempre calzante, invece). Nonostante sia pieno di difetti, soprattutto a livello tecnico perché la sceneggiatura è un po' poverella e a tratti trash all'inverosimile, è difatti tra i migliori film del filone "morti viventi", non dimenticando che è del 1979. Bello ed iconico il finale. Voto: 6,5

Ed Wood (1994)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Singolare biografia di un regista assolutamente privo di talento (era definito il peggior regista del mondo) ma anche personaggio memorabile della Hollywood degli anni d'oro del cinema. Ed Wood è un atto d'amore nei confronti del cinema da parte di Tim Burton, un regista dal talento assoluto e visionario la cui capacità di creare suggestione è (anche qui) dimostrata da quest'opera che si avvale del prezioso contributo di Johhny Depp (vero alter-ego del regista) ma soprattutto di Martin Landau, valore aggiunto nei panni di un memorabile Bela Lugosi sul viale del tramonto. Un'opera che offre allorché una galleria di personaggi inverosimili ma reali, e decine di situazioni grottesche raccontate con sincera devozione. Una toccante parabola sulle aspirazioni di un perfetto incapace, reso tanto simpatico nella sua smisurata ingenuità (assimilabile per certi versi al Tommy Wiseau raccontato nella altrettanto singolare biografia The Disaster Artist) quanto convinto di poter parlare con Orson Welles da pari a pari. Adeguatissimi il bianco e nero e la musica. E tuttavia, tutto è abbastanza superficiale. Capiamo qualcosa in più solo nei titoli di coda, ma durante il film il tutto sa un po' di incompiuto. Non tra i miei preferiti, né tra i suoi migliori secondo me, ma davvero un buonissimo film, che fa venire voglia di vedere i film di Wood, pure con una certa indulgenza. Voto: 7

Belli ciao (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - La coppia formata da Pio e Amedeo ci regala (a distanza di anni dall'ultima volta, era il 2014 quando uscì Amici come noi) l'ennesima commedia Made in Italy che sfrutta i classici stereotipi regionali tra Nord e Sud. Di film di questo genere ne esistono a migliaia e anche in questo possiamo riscontrare gli stessi tipi di pregi e gli stessi difetti. La comicità dei protagonisti è fresca e più di una volta si riesce a sorridere di gusto, nonostante la trama sia decisamente scontata. Gennaro Nunziante conosce bene il pubblico e i meccanismi della commedia e sfrutta egregiamente il cast confezionando un film piacevole (brava Gegia nei panni di Eleonora). Molto meno peggio di quanto si potesse pensare infatti, egli già regista dei film più riusciti di Checco Zalone (Quo Vado? su tutti), mette in piedi una commedia light stracotta e stravista che, per quanto strizzi fastidiosamente l'occhio alle più grevi commedie Vanziniane, tutto sommato ne esce medio-bene. Certo, Pio e Amedeo non sono Checco ma riescono a tenere botta per buona parte del film, che però si perde nel finale. Tutto sommato, grazie alla durata extra breve, si guarda senza troppe difficoltà e qualche cliché sulla "milanodabere" fa comunque sorridere. Voto: 5,5

Halloween Kills (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Secondo capitolo della nuova trilogia di Halloween diretta (nuovamente) da David Gordon Green. Seguito che amplifica il ri-collegamento col primo capitolo, sia con i flashback, sia con i personaggi (c'è Anthony Michael Hall che interpreta la versione adulta del bambino accudito da Laurie nel primo capitolo del 1978 di John Carpenter, ma ce ne sono anche altri). Ottima l'idea anche di continuare direttamente dalla fine del film del 2018 (qui) e si può dire che Halloween Kills è una gioia per gli amanti dello slasher, ovvero sangue e splatter a fiumi, la macchina di morte Michael Myers contro la cittadina. I difetti però non mancano, da alcuni dialoghi imbarazzanti a situazioni un po' forzate, che sono perdonabili nell'ottica di non aspettarsi nulla di eclatante. C'è anche una venatura di critica sociale a dir la verità non incisivissima. Buona in ogni caso la confezione, che come nel precedente cerca di non discostarsi troppo dal'originale, e molto fantasiosi alcuni omicidi. C'è anche una spruzzata di ironia che non guasta. La musica creata da John Carpenter ci è ormai entrata in testa ed il film è godibile. Il finale aperto preannuncia il duello definitivo tra Myers e la Strode (ultimi 30 minuti che valgono il film). Voto: 6+

Il Divin Codino (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Biopic che si concentra sulla vita dell'uomo Roberto Baggio, in particolare sul rapporto col padre, mentre il piano sportivo ruota tutto attorno ai mondiali del 1994, con quel rigore maledetto. Pellicola (diretta da Letizia Lamartire) che ha il pregio di non cercare di rimettere in scena spezzoni di partite, e il difetto di essere un'opera agiografica, poiché l'unico punto di vista è quello del protagonista. Opera frammentaria, poiché tutta la straordinaria carriera del "Divin Codino" sembra cristallizzata su quel rigore sbagliato, quasi fosse quell'errore ad averlo reso così amato, e non le incredibili giocate con le maglie di Fiorentina, Juventus, Milan, Inter, Bologna. Di tutto questo non c'è il minimo accenno, solo l'esperienza finale nel Brescia di Carletto Mazzone (uno stranamente perfetto Martufello). Troppa carne al fuoco, forse, perciò sarebbe stato probabilmente più opportuno puntare su una miniserie, così da offrire un'immagine più completa dell'uomo e del campione. Pellicola ben interpretata (bene Andrea Arcangeli, molto somigliante all'originale e molto bravo anche un intenso Andrea Pennacchi), ma riuscita a metà, comunque utile a offrire uno scorcio sulla vita di uno degli sportivi più amati d'Italia. Voto: 5,5

Fear Street Parte 1: 1994 (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Liberamente ispirato ai romanzi di R. L. Stine (non i famosissimi Piccoli Brividi, né Just Beyond, ma una serie dedicata ad un pubblico più maturo) questo primo horror targato Netflix non risulta per nulla malvagio (di gran lunga superiore alle aspettative). Ben confezionato e citazionista (non soltanto del classico Scream) tra fughe, sovrannaturale e omicidi (anche abbastanza sanguinolenti) non annoia praticamente mai risultando un gradevole passatempo. Benché appunto piuttosto convenzionale come slasher movie (anche il coinvolgimento stregonesco non propende dalla parte dell'originalità) abbastanza gradevole per regalare una visione innocua fino alla fine, anche e nonostante alcune imperfezioni nella sceneggiatura, alcuni dialoghi banali e delle situazioni abbastanza ingenue. Bravi gli attori principali (perlopiù adolescenti), accattivanti i "mostri" e non invasiva la CGI. Un po' forzato il dualismo tra città limitrofe completamente agli antipodi. Livello tensivo abbastanza valido, regia (della Leigh Janiak di Honeymoon) nella norma e colonna sonora di buona fattura (anche se le canzoni sono buttate dentro un po' a casaccio). Vedibile ma non eccezionale, in attesa dei prossimi capitoli. Voto: 6+

Clifford - Il grande cane rosso (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Favoletta per bambini, piena di buoni sentimenti, carina e nulla più, anche se con due messaggi importanti, non solo quello sul potere dell'amore, perché non importa se il protagonista è, come in questo caso, un animale, l'argomento è indubbiamente da interpretare in senso generico, la diversità (qui doppia, visto che Clifford oltre ad essere di stazza fuori dal normale è di un improbabile colore rosso fuoco) non è un deficit, bensì un valore aggiunto. Ma oltre a ciò, è semplicemente un filmetto fanciullesco, imprescindibile in età pre-scolare ma trascurabile in età adulta. Quest'ultimi noterebbero i cliché, l'evidente divisione tra buoni e cattivi, una lunghezza esagerata per quello che vuole raccontare, un uso non eccelso del digitale, e ne rimarrebbero scoraggiati. Tuttavia, dialoghi non perfetti sì, ma la storia presenta qualche scenetta gradevole che suscita sorrisi in maniera sincera. Non c'è grande originalità nei temi trattati ma Clifford è simpatico e mette tutti (soprattutto bambini) d'accordo. Vedibile sì, ma intrattenimento solo per famiglie. Voto: 5,5

Escape Room 2 - Gioco mortale (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Sequel diretto (stessa regia, stessa resa, cambiano i fattori ma nella sostanza il risultato è sempre lo stesso) di Escape Room, che a sua volta era una versione "complottista" scollegata dalle due omonime pellicole precedenti. Sorta di "campionato" dei superstiti (ritroviamo l'eroina di turno nel predecessore) alle prese con micidiali stanze a enigmi, quiz e trabocchetti, sempre più ingegnose, straordinarie e con panorami a 360° (spiaggia e faro, la metropoli alla Blade Runner, etc). Il complotto dei creatori del gioco mortale continua, e richiede un'overdose di sospensione dell'incredulità, l'intrattenimento c'è (se si preferisce dare più attenzione all'aspetto visivo-emozionale piuttosto che alla sceneggiatura), ma il livello è sceso (ci sono almeno un paio di grandi cavolate in questo sequel, anche se l'impegno profuso per creare nuove stanze mortali è nuovamente apprezzato). Una nuova saga? Voto: 5,5

La ragazza di Stillwater (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Se Tom McCarthy ci aveva strabiliato con il precedente film (Il caso Spotlight), qui la sua conversione a una storia più sofferta e per certi versi più europea non sortisce gli effetti sperati. Valicare le due ore di durata si rivela infatti un'impresa abbastanza difficile e che l'esperienza interiore del protagonista, un Matt Damon quasi sempre in scena, da sola non riesce a sostenere. A tratti sembra qualcosa di televisivo, anche se questo non significa che la fattura sia poco curata. Manca però un vero coinvolgimento e nessuna performance è memorabile. Un film non del tutto riuscito, un dramma solido ma pesante, a tratti quasi didascalico e non esente da passaggi sentimentali ricattatori, al quale avrebbe giovato una maggiore concisione. Buono comunque l'epilogo malinconico anche se nel segno di un ritrovato rapporto padre/figlia. Insomma, un film potenzialmente interessante (sorvolando sull'operazione "Amanda Knox", perché il film è anche quello) ma che si porta dietro tutti i difetti di un certo cinema "medio" contemporaneo statunitense. Voto: 5,5

Ultima notte a Soho (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Rispetto ad opere passate, nelle quali Edgar Wright sapeva fondere a meraviglia forma e contenuto (basti pensare a Baby Driver - Il genio della fuga), in quest'ultima la sceneggiatura non è all'altezza della vibrante regia, che regala momenti indimenticabili (soprattutto nella fascinosa ricostruzione della swinging London). Forse un po' troppo derivativo per emozionare (le influenze Argentiane sono evidenti, sia in talune scelte fotografiche sia per quanto riguarda elementi della storia) fino in fondo, ma esaltante nella scelta dei pezzi (la versione di Cilla Black del capolavoro Bindiano "Il mio mondo"). Inizia come un dramma onirico-psicologico, per poi sfociare sempre più in un thriller dal sapore sovrannaturale (ad un certo punto non si capisce bene che binari percorra). Se la storia infatti, non priva di qualche ingenuità, non è del tutto originale, la forma è assolutamente inappuntabile. E l'aspetto visivo è la migliore freccia all'arco di un film che appaga e delizia appieno l'occhio (anche per la presenza di Anya Taylor-Joy) ma che lascia un po' di amaro in bocca (convince meno sul piano narrativo per una serie di smagliature nella trama e qualche personaggio poco centrato). Buono, senza gridare al miracolo. Voto: 6

Spider-Man: No Way Home (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - C'è voluto un cavallo di razza per risollevare la Marvel dopo gli ultimi un po' deludenti e/o non convincenti film, c'è voluto Spiderman, con questo godibile (decisamente più di Eternals) film, ventisettesimo dell'MCU. Con un film difficile da commentare, particolare, studiato apposta per emozionare. Un viaggio lungo 20 anni se si vuole e che verrà ricordato con l'hype più alto di sempre per un film su Spiderman. Se lo si vuole analizzare a livello narrativo non è questa gran trama (il precedente Spider-Man: Far From Home mi è piaciuto di più come scene d'azione e storia) e di sicuro ha i suoi difetti e diverse forzature di trama, ma è piuttosto un pretesto affinché succeda quello che alla fine aspettavano tutti e infilarci dentro quanto più possibile e in modo massiccio del fan service in modo da accontentare tutti, e ci riesce bene, tra l'altro sono riferimenti e trovate intelligenti e non buttate lì a caso. Una storia semplice ma condita del solito umorismo e soprattutto dall'effetto nostalgia nel rivedere i "vecchi" Peter Parker ancora in azione. Certamente è un film bulimico e qualche personaggio ne soffre immancabilmente, specie nei "cattivi" dove il rapporto è sproporzionato, però il film è divertente e tiratissimo fino alla fine. Piacevole tutto sommato e se ci sarà un nuovo capitolo sicuramente questo film offre le basi per un restyling completo ed offrire un personaggio molto più maturo. E' questo infatti un degno finale che chiude un ciclo e forse ne apre uno nuovo sull'amichevole Spiderman di quartiere. Voto: 7

His House (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Una coppia di immigrati in Inghilterra nella casa assegnata loro infestata da presenze. L'horror entra in campo a poco a poco, gli spaventi sono dosati abbastanza bene ma è un orrore interiore, generazionale, legato a usi e culture africane e in fin dei conti solo un pretesto per raccontare un orrore sociale, il dramma dei clandestini (l'influenza di Jordan Peele si nota). Difficile infatti definirlo horror, anche se gli elementi sovrannaturali sono ben visibili, visto il taglio visionario e simbolico (non sempre lineare) che la regia (esordiente ad opera di Remi Weekes) sceglie. Lo spinoso problema dell'integrazione, non tanto razziale ma culturale (i ragazzi di colore inglesi che sfottono l'immigrata africana) è evidente nella moglie che non vuole restare e che porta con sé tradizioni, credenze e fantasmi, gli stessi che tormentano il marito che vuole a tutti i costi la nuova vita. Decisamente più interessante la prima parte della seconda, perché fondamentalmente funziona più come dramma che come horror. La coppia protagonista funziona, buoni gli effetti visivi. Insomma, come horror niente di speciale (non è mai riuscito ad inquietarmi ed il finale poteva essere migliore), ma premio l'interessante commistione di generi. Voto: 6

La guerra di domani (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Un action fantascientifico (un po' Terminator e un po' Starship Trooper) che fa bene il suo dovere, non nascondendo la sua natura di puro intrattenimento. Seppur non presenti nulla di nuovo, ed il pretesto temporale venga sfruttato con poca originalità dalla sceneggiatura, ciò che rimane negli occhi sono i momenti delle battaglie con queste idre bianche, delle specie di Alien cattive almeno come il lucertolone di Ridley Scott, che anziché avere sangue acido, sparano spuntoni a rotta di collo. Un gran bel momento di azione selvaggia, l'incursione nel palazzo abbandonato per recuperare una squadra e qualche altro espediente (il piano sequenza in digitale iniziale, la regina madre), fiumi di piombo e missili. Poi nell'epilogo il regista Chris McKay si lascia prendere un po' la mano calcando una battaglia finale sopra le righe (per lui è comunque un deciso passo indietro questo, soprattutto ripensando al bellissimo ed iconico LEGO Batman - Il film). Si rivedono Betty Gilpin e Yvonne Strahovski, ma soprattutto J. K. Simmons, in un ruolo di giusta cafoneria. Un action banale nella scrittura (specie dei caratteri), ma tecnicamente di buon livello. Ci si può mediamente accontentare. Voto: 5,5

Animatrix (2003)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Sette registi (perlopiù giapponesi, ma ci sono pure gli allora Larry e Andy Wachowski) per nove cortometraggi d'animazione attinenti al mondo di Matrix tanto da rendere indispensabile la preliminare conoscenza del primo film della saga di cui raccontano gli antefatti oppure sviluppano storie collaterali. Gli stili sono differenti (tecniche grafiche diverse, alcune piuttosto discutibili) come sono difformi i risultati raggiunti (alcuni episodi sono davvero interessanti, altri sembrano essere stati creati solo per tappare i buchi), ma si tratta nel complesso di un progetto (che sarà d'ispirazione quasi vent'anni dopo per la realizzazione di Love, Death & Robots) di qualità mediamente buona con alcune punte d'eccellenza dal punto di vista visivo e narrativo. Spiccano tra gli altri gli episodi 2/3 sulla genesi di Matrix, l'episodio 8 dal carattere Noir e l'episodio 9, il più sperimentale. Certo, la discontinuità degli episodi e la loro brevissima durata minano la buona fruizione della pellicola non dando molti punti di riferimento allo spettatore, ma ci si può accontentare. Voto: 6

Il bambino nascosto (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Questo film di Roberto Andò (Una storia senza nome) mi sembra più un'opera incompiuta che altro. Un soggetto interessante dove troviamo due anime perse che si incontrano e che sono "costrette" a convivere fino quasi ad amarsi. Poi però resta poco, la successione degli avvenimenti non incide e si prova poca empatia, soprattutto verso il giovane protagonista (le sotto-trame offrirebbero numerosi spunti ma vengono prosciugate dai colori napoletani). Un film che si regge sulla prestazione (più che discreta) di Silvio Orlando, ma che in fondo rimane a volte su registri letterari come se il regista sia rimasto prigioniero del suo stesso romanzo e che non sia riuscito a depurarlo di qualche lungaggine. E tuttavia, seppur un po' ripetitivo in alcuni momenti e forse poco appagante nel finale, comunque un lavoro di tutto rispetto, che nonostante sia riuscito solo in parte e poteva essere migliore, si segue con interesse. Voto: 6

Enola Holmes (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - Ciò che mi ha destato l'attenzione l'occhio è il regista Harry Bradbeer, cioè lo stesso della serie Fleabag. Il meccanismo in Enola Holmes, i continui ammiccamenti e sfondamenti della quarta parete è un'espediente che viene preso pari pari da quella serie, solo che i risultati non sono certo gli stessi. Ironia all'acqua di rose invece di quella tagliente della serie. La storia, anche per come è narrata, aveva delle enormi potenzialità, che tuttavia non vengono sfruttate al meglio, si percepisce che l'opera è meno incisiva di quanto avrebbe potuto essere e non risulta del tutto realizzata. E poi, oggi va tanto di moda insistere su questo femminismo, su questo girl-power, va bene, va bene, lo abbiamo capito, ora basta! Condizionare una intera pellicola su questo argomento alla fine è solo una forzatura. Ne viene fuori un film carino e godibile (quella che funziona è la faccia tosta della giovane e bravissima protagonista Millie Bobby Brown, la quale tiene sulle sue spalle gran parte dell'opera) ma che non supera la sufficienza, avrebbe potuto essere molto meglio. Voto: 5,5

Little Joe (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 Qui - L'idea è interessante, forse non originalissima alla base, e crea anche una certa inquietudine, ma a volte lo sviluppo che ne consegue appare un po' troppo piatto, senza grandi acuti, se si escludono quelli nella parte finale. Il ritmo narrativo non è dei più fluidi e la scelta di utilizzare musica popolare giapponese risulta piuttosto fastidiosa, influendo sulla visione. Nonostante i difetti riscontrabili, Little Joe (della regista austriaca Jessica Hausner, di cui primo film che vedo) ha del potenziale da esprimere, un discreto apporto del (buon) cast (in particolar modo quello della protagonista interpretata dalla premiata a Cannes 2019 Emily Beecham) e una sceneggiatura che sembra ispirarsi a classici del cinema fantascientifico (in particolar modo da L'invasione degli ultracorpi), cercando di portare nuova linfa in un mix tra dramma e psicologia. Non male ma forse nello stile fin troppo algido e controllato, nella scrittura fin troppo lento ed astratto, nella "risoluzione" fin troppo ambiguo, per coinvolgere e/o convincere pienamente, tuttavia meritevole di visione. Voto: 5,5

Assassinio sul Nilo (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2022 QuiKenneth Branagh tenta di bissare il successo dell'Orient Express riadattando un altro classico della Agatha Christie già portato sullo schermo più volte, ma se nel 2017 è riuscito a vincere facile (pur restando diverse spanne sotto rispetto al cult di Sydney Lumet) grazie ad un cast all-star e ad una trama gialla fra le più belle della storia del genere, qui non si può dire altrettanto, con un intreccio molto meno appassionante e un cast, Annette Bening a parte, di volenterosi ma insipidi "sconosciuti". Inutile e pernicioso il tentativo (del Branagh regista) di umanizzare (il Branagh attore) Poirot inventandogli un passato traumatico con tanto di incidente di guerra e amore perduto, il fascino del personaggio sta proprio nel suo essere "disumano", impermeabile ai sentimenti e alle passioni terrene, che lo mette sempre al di sopra delle parti e gli permette di avere un punto di vista non inquinato sulle varie situazioni che lo circondano. Sarà pure di buon intrattenimento, ma il passo indietro è evidente (un remake decisamente inferiore all'originale). L'eccellente comparto tecnico salva (in corner) la baracca. Nel complesso, un film apprezzabile dal quale mi aspettavo molto di più. Voto: 6

sabato 20 agosto 2022

February - L'innocenza del male (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Sembra più un dramma psicologico con qualche tinta horror, che un horror puro. Fin troppo elaborata a mio parere la volontà studiata nei minimi particolari di fare un film che ricalcasse il meno possibile i cliché del genere. Puntando molto più sull'atmosfera, realmente angosciosa di un collegio femminile pressoché svuotato della sua vita quotidiana, si evidenzia fin da subito il profondo stato di solitudine, per non dire abbandono delle tre protagoniste che hanno diverse reazioni a seconda delle loro peculiarità di carattere. Una narrazione a mosaico dove le tessere vengono ricomposte secondo una scansione frammentaria anche a livello temporale. Il film però tende ad implodere su se stesso proprio per una ricerca formale particolare, ma un po' fine a se stessa che inoltre mortifica fin troppo il ritmo (la direzione degli attori è comunque ottima e lo sguardo ambiguo della Kiernan Shipka riesce a bucare lo schermo). Poco convincente anche il finale quando le suggestioni horror sfociano in un epilogo appiccicato con lo sputo ed involontariamente ridicolo. Un film debole tutto sommato, con qualche elemento positivo ed un equilibrio tra presenza del sovrannaturale e allucinazioni di una mente paranoica che a volte funziona. L'opera prima del regista Oz Perkins può dirsi quindi riuscita a metà, ma pur sempre più della successiva opera Sono la bella creatura che vive in questa casa. Un'opera scostante eppur gradevole, con più sostanza tuttavia, si sarebbe parlato di altro, peccato. Voto: 5,5

Stung (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Onesto tentativo (in parte riuscito da parte di Benni Diez) di omaggiare i Monster movie anni '80 e '90 (ero convinto che si trattasse di un qualcosa di più tradizionale, ma oltre che citazionistico, velatamente ironico). La trama è ridotta all'osso: vespe mutanti attaccano una villa di campagna e diventano sempre più grosse. Nessuno dei personaggi risulta particolarmente simpatico (protagonisti compresi), eccezion fatta per il veterano Lance Henriksen che fa piacere rivedere. Fra routine e banalità assortite, a salvare lo spettacolo sono gli SFX artigianali e molto gore, ovvero tutto ciò che ogni appassionato consapevole chiede di vedere in questo tipo di film. Semplice, ma divertente. Perché è vero che i dialoghi sembrano quasi improvvisati, vista la pochezza, è vero che alcuni momenti sono così vuoti che sembrano aggiunti per fare minutaggio, ma nel complesso l'azione ed appunto gli effetti speciali (migliori di tante altre pellicole ben più famose) aiutano a rendere interessante la visione. Niente di idilliaco ma meritevole di essere considerato nel suo genere. Voto: 5,5

Rubber (2010)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Incipit notevole per un film folle e genialoide, una pazzia alla Troma, nonché esordio cinefilo di quel terribile d'un Quentin (nome che cinematograficamente da tempo è garanzia di genialate) Dupieux che saprà sorprenderci un paio d'anni dopo con l'irresistibile nonsense e humor nero presente nel successivo Wrong, ed ultimamente con quella folle fantastica commedia Mandibules. A proposito di nonsense, il film si basa non per caso sul "no reason": una serie di situazioni che avvengono, appunto, senza ragione, a cominciare da un copertone killer che girovaga per il deserto americano in cerca di vittime. Strepitoso per il gusto artistico che dimostra Mr. Oizo (rendere interessante un pneumatico è difficile) e per le musiche fantastiche. Diverse scene strappano anche un sorriso, complice la trovata del pubblico e del direttore che gestisce il film/non film (bene il cast, decisamente ben in parte, tra questi l'attore feticcio Jack Plotnick). Purtroppo non sempre la sceneggiatura è brillante, rovinata dall'ansia di promuovere un nonsense ad ogni costo finisce per perdere il carisma del genio e sfociare in un sofismo di maniera. Cattiva impressione che colpisce soprattutto i dialoghi, laddove lo svolgimento "muto" è denso di grazia. Discontinuo ma riuscito è tuttavia in definitiva quest'omaggio meta-cinematografico a i B-movies fondato sul nonsense che raggiunge l'apice nell'epico finale. Per intenditori. Voto: 7

Tusk (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Un film a suo modo bizzarro e particolare, con momenti riusciti altri decisamente meno. L'inizio di una trilogia iniziata ma non ancora conclusa (Moose Jaws ancora in lavorazione), di cui paradossalmente ho visto il (mediocre) secondo (Yoga Hosers - Guerriere per sbaglio che è praticamente uno spin-off) e non ancora questo primo. Un film che non mi ha entusiasmato, ma ha un non so che di curioso che me lo ha reso, e rende, interessante. Pur alternando diversi registri tra cui quello comico-grottesco, il film riesce ad intrigare e coinvolgere pienamente lo spettatore già dopo pochi minuti. A partire da quando il protagonista (a tal proposito bene gli attori) entra nella casa del marinaio, si respira un'aria di mistero che cresce sempre di più per poi lasciare il posto all'inquietudine che crescerà sempre di più col procedere del plot. La parte finale è un discreto pugno nello stomaco. Il film insomma funziona abbastanza, quando deve essere surreale è surreale, quando deve essere inquietante è inquietante, l'unico problema è quando Kevin Smith negli intermezzi, tenta di farci ridere con i canadesi stereotipati, quelle parti sono cringissime ed inguardabili. Evitabili inoltre certi flashback che smontano un po' la tensione accumulata. Ma alla fine ne esce un buon film, con qualche spunto interessante, e qualche riflessione sulla mutazione. Per un "body horror" sì riuscito ed interessante ma affatto memorabile. Voto: 6

The Loved Ones (2009)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Rispetto al successivo, non soddisfacente psycho-slasherino con protagonista sempre metallaro (ossia The Devil's Candy), il debutto di Sean Byrne risulta migliore: un horror incentrato sulla notte del ballo, con una reginetta seriale che si ricrea delle prom night casalinghe gore e che sembra una Carrie al negativo: sempre emarginata ma perfida, sadica, cinica, e con varie rotelle fuori posto invece della telecinesi, complice un padre incestuoso (chiaramente suggerito ma non esplicito), un bel quadretto di novella famiglia "Freak". Non mancano i colpi di scena, il risultato è grottesco e noir allo stesso tempo, ma buono. Non ci sono protagonisti che fanno idiozie, le situazioni sono credibili e i personaggi "buoni" e "cattivi" ricevono esattamente il destino che si meritano. Effetti gore di buon livello e storia che stenta un po' nel ritmo nella prima parte ma che in seguito si attesta su livelli più che accettabili. La fotografia è pulita e gli attori se la cavano (spicca la prova di una Robin McLeavy inquietante e totalmente fuori di testa). Un thriller/horror cattivo quanto basta. A conti fatti questo torture (porn) movie australiano, è un film poco originale ma soddisfacente per quanto non esente da difetti. Su tutti una storia parallela di un'inutilità imbarazzante che onestamente c'azzecca poco o nulla con il film. Con un film crudo, granguignolesco, che vale però e comunque una visione. Voto: 6,5

Automaton Transfusion (2006)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Definito uno dei peggiori film del genere horror, e giustamente direi, questo è probabilmente il peggior film sugli zombie che abbia mai visto in tutta la mia vita. Non si può parlare né di dialoghi né di recitazione perché gli attori sono pietosi da tutti i punti di vista. Un film che, girato con 4 soldi, vanta (sorprendentemente) discreti effetti speciali ma una sceneggiatura inesistente, senza un briciolo di originalità. Va bene che risale al 2006 e in quegli anni non era ancora partita la moda totale sui "non morti" ma già a quel tempo si può dire fosse un prodotto inutile e fatto male. La regia non è di certo allo stato dell'arte (Steven C. Miller è un regista che stimo relativamente per via di "Silent Night", ma qui sembra un'altra persona, la sua parte peggiore probabilmente, che nel 2015 se ne usciva già con Extraction) e la scelta di usare queste riprese concitare e traballanti unite ad una fotografia amatoriale rendono la visione davvero indigesta. In compenso il sangue scorre a fiumi, scene splatter quasi decenti (due scene in particolare lasciano il segno) ma tutto il resto (appunto) è uno schifo totale. Disastroso il finale, che tale non è (incomprensibile scelta), un seguito ad oggi non è ancora arrivato, e per fortuna direi. Voto: 3

Siren (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Spin-off del cortometraggio "Amateur Night" contenuto all'interno del discreto horror antologico V/H/S, questo Siren vuole narrare la storia precedente della strana ragazza di nome Lilly, prima che questa faccia a pezzi un gruppetto di idioti sfigati all'interno di una stanza di un motel. Innanzitutto, era necessario o utile? No, si poteva sicuramente fare di meglio, ma siamo comunque davanti ad un horror d'intrattenimento che riesce a farsi seguire senza irritare più di tanto, e questo non è poco, una visione gli si può concedere. Si nota sì la poca sostanza realizzativa, quasi amatoriale, ma la storia in se non è malvagia e si segue con un certo interesse fino alla fine, anche se alcuni punti rimangono in chiaroscuro. In questo senso Siren non è un film eccezionale ma nemmeno da buttare via, perché il personaggio della "Sirena" è indovinato, specialmente nel mantenere la stessa attrice del cortometraggio già visto in VHS. La Hannah Fierman ha due occhioni teneri come un cerbiatto ed un corpo estremamente fragile, ma come ogni sirena che si rispetti riesce ad ingannare e tirar fuori una ferocia fuori del normale oltre che, naturalmente, soggiogare gli uomini grazie alla potenza suadente del loro canto. Non girato male, sufficientemente inquietante anche se l'interno del locale notturno sembra una versione povera di Eyes wide shut. Però c'è lei, è brava e la sua sola presenza salva il film dall'anonimato più completo. Nel complesso, dopo il pessimo incipit, il lavoro di Gregg Bishop (che sostituisce David Bruckner, regista del corto passato alla sceneggiatura) non dispiace pur mostrando il fianco a causa delle tante derive fonti di un discreto caos narrativo. Ritmo abbastanza fluido, fattore sangue accettabile, make up inquietante e una certa propensione erotica sono inoltre le caratteristiche principali del film che permettono una visione godibile e sufficientemente valida. Voto: 6

Pontypool - Zitto... o muori (2008)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Un'idea di partenza niente male, una confezione solida ed efficiente, un discreto protagonista. Si seguono le tre unità aristoteliche (un giorno in una stazione radio) e si punta piuttosto in alto: le premesse per un piccolo cult in effetti c'erano tutte, eppure la tensione si mantiene sempre su livelli piuttosto bassi e le idee a tratti sembrano latitare. Non che il film non funzioni: sia la trama che il modo in cui essa è narrata incuriosiscono e rifuggono abilmente il déjà-vu, ma se si cercano emozioni vere conviene cercare altrove. Insomma non perfetto, a causa della staticità di alcuni passaggi, ma davvero originale per quanto riguarda il nocciolo ideologico: il contagio attraverso la parola. Se la prima parte risulta efficace perché l'orrore è solo suggerito (e fa giustizia degli zombie-movie iperrealistici sino al ridicolo), la seconda, pur non ben definita concettualmente, ha il pregio di introdurre un tema inusitato per il genere: il contagio linguistico. Il punto di forza, però, è l'interpretazione di Stephen McHattie, una grande presenza mai sopra le righe. Tuttavia la sensazione di incompiutezza resta. La regia (ad opera di Bruce McDonald) è buona ma non basta (con Piccoli demoni farà un pelino meglio), la sceneggiatura zoppicante alla fine prevale è resta la sensazione di aver assistito ad un film che poteva essere molto meglio, peccato (finale deludente e ambiguo). Voto: 5,5

The Pact (2012)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 QuiNicholas McCarthy il talentaccio c'è l'ha e la sua opera prima (da un suo precedente cortometraggio) può dirsi un lusinghiero biglietto da visita (vedremo successivamente con Oltre il maleHolidays nel segmento "Easter" e The Prodigy - Il figlio del male, anche meglio e/o peggio esprimerlo), seppur il tentativo lodevole del regista statunitense di divincolarsi dalla classicità e dai cliché, riesce a metà. The Pact sarebbe potuto essere davvero un film avvincente e invece il suo potenziale non viene sfruttato al meglio, infatti nella sceneggiatura sono presenti dei buchi enormi che destabilizzano e confondono lo spettatore, quando invece dando maggiori spiegazioni sarebbe potuto essere un esperimento importante, un misto tra ghost story, dramma famigliare e follia reale. Il risultato è sufficiente, piacevole e basato su buone idee. Nonostante il basso budget a disposizione e attori non proprio di livello (ma Caity Loitz è sempre un piacere da vedere, al contrario di Casper Van Dien) si riesce a creare, tuttavia, un bel filmetto che intrattiene bene e che riserva qualche discreta sorpresa. I dubbi su alcuni passaggi rimangono e resta il rimpianto per un'occasione sprecata, detto ciò questo The Pact è un horror discreto, senza infamia ne lode, ma godibile. Voto: 6

Horror Fest 2022

Post pubblicato su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Non sapendo quale speciale cinematografico proporre, giacché e paradossalmente come successo in occasione dello speciale sugli Oscar 2022 doveva esserci inizialmente un omaggio in occasione del compleanno di un regista famoso, in questo caso Tim Burton che compirà 64 anni il 25, ma siccome introvabile è il suo film d'esordio (infatti mai visto), ovvero Pee-wee's Big Adventure (però lo festeggerò comunque a fine mese con la visione di un suo film), ho rispolverato un mio vecchio (due anni fa la prima ed unica edizione) pallino, da amante del genere horror ho difatti organizzato la mia seconda piccola festicciola a tema. Per fare ciò tuttavia, e per avere più scelta (ecco fantasmi, entità demoniache, mostri umani e non umani, zombie e pneumatici cinetici), ho dato fondo ad un po' di liste. Da quella esclusivamente del genere horror a quella dei recuperi, da quella delle prime occasioni (praticamente la seconda tranche dello speciale di febbraio Registi alla prova) fino a quella delle curiosità. Ed ecco cosa mi è "toccato" vedere, in alcuni me ne sono pentito, ma mi sono comunque divertito, nel bene e nel male.

martedì 2 agosto 2022

Notte Horror 2022: Body Bags - Corpi estranei (1993)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/08/2022 Qui - L'appuntamento fisso dell'estate cinematografica bloggheristica a cui non potevo anche quest'anno mancare, ed alla mia settima partecipazione consecutiva alla Notte Horror (nella scorsa edizione mi superai proprio, vidi infatti l'orrido in tutti i sensi Creepozoids) eccomi al cospetto di un simpatico, disimpegnato e divertente horror/comedy. Un film leggermente trash ed in parte tuttavia cult, ma certamente perfetto per l'occasione. Un prodotto artigianale leggero e scorrevole, di poche pretese, apprezzabile per come riesce a miscelare sangue e risate con semplicità e disinvoltura, e fatto sicuramente con tanto amore e creatività. E' Body Bags - Corpi estranei, film horror ad episodi diretto nel 1993 ed al 75% da John Carpenter, indiscusso Maestro del genere, di cui filmografia sempre più spesso nell'ultimo anno e in quelli precedenti ho visionato e revisionato (e continuerò, intanto ecco Qui). Ebbene, prima non la conoscevo, ma per me questa pellicola è già la più esilarante del caro vecchio John, un film composto da tre episodi, presentati da uno zombi molto somigliante (è lui o non è lui? certo che è lui) al nostro caro regista che prende le veci dello zio Tibia, sempre presente nei nostri cuori (basta che non ce li strappa). Altra cosa fantastica è la partecipazione attoriale, e non, di altri grandi nomi quali Wes Craven o Sam Raimi (piccoli cameo, niente di che), un lavoro divertente tra colleghi insomma. Amici, colleghi e maestri nel loro genere, John Carpenter e Tobe Hooper firmano quindi (con Larry Sulkis in incognito) questo horror a episodi in modo convenzionale e spensierato.