Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/08/2022 Qui - Onesto tentativo (in parte riuscito da parte di Benni Diez) di omaggiare i Monster movie anni '80 e '90 (ero convinto che si trattasse di un qualcosa di più tradizionale, ma oltre che citazionistico, velatamente ironico). La trama è ridotta all'osso: vespe mutanti attaccano una villa di campagna e diventano sempre più grosse. Nessuno dei personaggi risulta particolarmente simpatico (protagonisti compresi), eccezion fatta per il veterano Lance Henriksen che fa piacere rivedere. Fra routine e banalità assortite, a salvare lo spettacolo sono gli SFX artigianali e molto gore, ovvero tutto ciò che ogni appassionato consapevole chiede di vedere in questo tipo di film. Semplice, ma divertente. Perché è vero che i dialoghi sembrano quasi improvvisati, vista la pochezza, è vero che alcuni momenti sono così vuoti che sembrano aggiunti per fare minutaggio, ma nel complesso l'azione ed appunto gli effetti speciali (migliori di tante altre pellicole ben più famose) aiutano a rendere interessante la visione. Niente di idilliaco ma meritevole di essere considerato nel suo genere. Voto: 5,5
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sabato 20 agosto 2022
giovedì 31 marzo 2022
Monster Hunter (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/03/2022 Qui - Ennesima riproposizione cinematografica di un videogioco per la premiata
ditta Paul W. S. Anderson-Milla Jovovich, per quella che si prospetta
essere una nuova saga (che potrebbe però avere vita breve). Purtroppo,
a differenza di Resident Evil dove i due riescono a ricreare quasi la
stessa atmosfera del videogioco omonimo, questo Monster Hunter non pare
avere la stessa forza visiva e intrattenere alla stessa maniera,
nonostante il copioso uso di effetti speciali e mostri in CGI. Di sicuro non ci si annoia e forse sarà piaciuto ai fan del
videogame in questione (io mai giocato), ma personalmente non mi ha ispirato particolari
sensazioni e forse mi aspettavo qualcosa in più in termini di
coinvolgimento. Il ritmo non è sempre al massimo e nei dialoghi si nota
poca vivacità e forse un po' d'ironia in più avrebbe fatto comodo.
Appuntamento, forse, con il prossimo capitolo (se mai ci sarà), per vedere come va a
finire. Voto: 5,5
domenica 8 novembre 2020
Godzilla II - King of the Monsters (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2020 Qui - Doveva essere per Michael Dougherty, dopo due buoni prodotti quali La vendetta di Halloween e soprattutto Krampus, la sua prova del nove da regista, ma l'esame risulta fallito. Perché certo, le colpe per un film mediocre come questo, sequel del Godzilla del 2014, non possono imputarsi solo a lui, però poteva certamente curare meglio ogni aspetto della pellicola, una pellicola che impressiona più per il titolo altisonante che per meriti intrinsechi, che funziona molto bene come film di mostri, a brillare c'è Godzilla, questo sì, ma intorno al lucertolone c'è poco altro. Ciò che manca davvero è uno sviluppo concreto, un filo narrativo che colleghi queste creature alle loro origini leggendarie. Spettacolare la bellezza delle battaglie tra le creature mitologiche, ma, mentre le scene d'azione sono di grande impatto, ad essere confusionaria è la trama (che mette in fila improbabili sparate ambientaliste, cattivoni senza scrupoli neanche troppo coinvolti nell'evolversi dei fatti e famiglie disfunzionali guarda caso da rimettere insieme). Il personaggio interpretato da Vera Farmiga non è credibile, anche il personaggio interpretato da Kyle Chandler sembra essere completamente inutile (fuori parte anche l'esperto Ken Watanabe, e non è la prima volta per lui purtroppo). Con la dinamica del film e tutte le potenti scene d'azione, si sarebbe potuto pensare tranquillamente di eliminare quasi tutte le scene con gli esseri umani. Di conseguenza siamo decisamente indietro dal primo adrenalinico e più che discreto capitolo. Nel complesso è infatti un Monster Movie guardabile ma non del tutto soddisfacente, anzi, quasi per niente, si salvano gli scontri tra i mostri e poche altre scene, ma era doveroso visto il budget stratosferico messo a disposizione. Si dice che sia un episodio "interlocutorio", confido perciò nel seguito, che senza dubbio vedrò, sperando in un'opera, seppur d'intrattenimento, un minimo più verosimile e meno basata sulla rielaborazione di stereotipi e schemi visti e rivisti. Viva i mostri, abbasso gli umani! Ultima nota: avrebbero potuto "truccarla" in maniera diversa, Millie Bobby Brown, pare uscita direttamente da Stranger Things! Voto: 5+
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lunedì 3 giugno 2019
Monsters: Dark Continent (2014)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2018 Qui - Quando un sequel esce a distanza di tempo, quello è il sintomo che qualcosa non sia andato o non andrà nel modo giusto, perché a quattro anni da quel piccolo gioiellino a basso costo di Monsters, monster-movie dal piccolo budget ma dalla grande anima diretto appunto dall'esordiente Gareth Edwards, ecco il sequel che non ti aspetti, il sequel che non avresti voluto vedere, e in tal senso per fortuna che Edwards (nel frattempo probabilmente al lavoro del "The Monster") lasci il comando a Tom Green, perché il suo debutto, dell'autore televisivo di alcune puntate Misfits e Blackout, che prova a riprendere le redini narrative del precedente, ambientandolo sette anni dopo (arco di tempo in cui la "zona infetta" si è diffusa a macchia d'olio in tutto il pianeta, concentrandosi soprattutto nei territori del Medio Oriente, già gravati da un insurrezione di massa dei popoli arabi), anche non avendo direttamente colpe, quella ce l'ha la sceneggiatura che, seguendo le vicende di due soldati, un veterano e un novellino, che insieme ai loro compagni dovranno effettuare una missione di soccorso proprio nel bel mezzo della zona in cui proliferano sia i terroristi che le enormi creature, lascia parecchio a desiderare, non convince ma delude. Perché anche se narrativamente Monsters: Dark Continent (2014) cerca di seguire il tono più drammatico e personale già visto nel capostipite, lasciando la figura dei mostri in secondo piano, qualitativamente e non solo, questo secondo capitolo oltre a risentire della mancanza di originalità fantascientifica che soffriva il primo riesce a copiare in malo modo anche dalle centinaia pellicole sulla guerra. Se nel primo film infatti il canovaccio manteneva comunque una sua credibilità, con riflessioni non banali sulla "questione messicana" (ma non solo), il cambio di ambientazione in Medio Oriente finisce per tramutare la maggior parte del minutaggio in un banale e scontato war-movie psicologico (una specie di American Sniper di bassa levatura), gravato inoltre dall'eccessiva durata (2 ore che si fanno sentire) che complice le forzature e illogicità introspettive fanno risultare lo svolgimento del racconto tedioso e pretenzioso.
Monsters (2010)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2018 Qui - Quando ci si approccia ad un film, la prima cosa che si dovrebbe fare è evitare di lasciarsi ingannare dal gran battage pubblicitario, perché Monsters è strutturato (a partire dall'inizio) in maniera atipica, rispetto agli standard del genere (non è affatto un sci-fi horror). E' un film infatti poco fracassone (forse per lo scarso budget a disposizione), se paragonato ad altri lavori similari dell'ultimo (vecchio) periodo, e dallo smaccato tono malinconico. Eppure proprio per questo che la pellicola fa centro, perché anche se l'invasione aliena, topos per eccellenza del monster movie, non sfocia in una sequela di spettacolari esplosioni, inseguimenti e simili disastri, dopotutto ciò che interessa al regista non è la reiterazione amplificata dell'evento su larga scala, ma la sue conseguenze psicologiche ed emotive, la fantascienza non a caso è presente si ma solo come motivo scatenante, per poi concentrarsi molto di più sui personaggi e farci fare diversi ragionamenti sull'umanità, vista come nemico, più che sugli alieni (e in questo il finale è abbastanza esplicativo), il giovane (all'epoca) regista confeziona ugualmente un'opera piacevole e (nei limiti) ritmata. Il film difatti è lento, tuttavia mai noioso, che pecca un po' di mordente, come detto la storia non ha grossi sussulti e forse i protagonisti affrontano eventi eccezionali con un pizzico di nonchalance di troppo, però la suddetta (intrisa comunque di premesse narrative avvincenti) tutto sommato regge. Perché certo, la trama di Monsters non è originale, ma il suo rispondere a canoni precisi (e non solo, perché atipici sono i giganteschi invasori spaziali) apre un mondo di riferimenti che intrigano fin da subito gli appassionati del genere, non è un caso che la gustosa rivisitazione del muro tra Usa e Messico (a distanza di 8 anni incredibilmente attuale) è riferita alla sceneggiatura firmata dallo stesso regista per il bellissimo District 9 di Neill Blomkamp, interessante parabola sulla ghettizzazione in una città multietnica, senza dimenticare gli ovvi rimandi a Jurassic Park e Cloverfield. Quanto ai protagonisti, niente di meglio che affidarsi a due attori (meglio se un uomo e una donna) giovani, carini e poco noti, all'epoca praticamente disoccupati, che forse proprio dopo Monsters hanno trovato altro lavoro, anche se meglio è andata a Scoot McNairy (ormai noto caratterista), che qui incarna bene il prototipo del maschio sbruffone, ma protettivo e sensibile, che alla bella Whitney Able (solo tre film da allora), qui perfettamente in linea con lo spirito del film.
venerdì 22 marzo 2019
Kong: Skull Island (2017)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2017 Qui - Era da tanto che non subivo una scossa di adrenalina nel vedere un film, quest'anno mi è capitato due volte, per quel capolavoro di Mad Max: Fury Road e quell'altrettanto straordinario Deadpool, ma soprattutto l'anno scorso ne ebbi una forte con Godzilla, di cui Kong: Skull Island, film del 2017 diretto da Jordan Vogt-Roberts, reboot del franchise di King Kong, è una specie di sequel. Entrambi infatti fanno parte del MonsterVerse, universo filmico realizzato dalla Legendary Pictures, che ha già previsto altri due capitoli negli anni a venire. Ed erano invece anni che non si vedeva sul grande schermo e non solo (giacché l'ho visto su Infinity première del 25-31 Agosto) un film d'avventura così efficace e coinvolgente, fedele ai canoni del genere che qui vengono presentati ed esaltati con grande maestria. Un genere che andrebbe affidato alle persone giuste e che, se mal gestito, non porterà di certo novità. Dopotutto di film con mostri che uccidono persone e mostri che si uccidono tra di loro è pieno il mondo. Kong: Skull Island ha però qualcosa di diverso, un tocco in più, una cura nei dettagli e nelle inquadrature che lo rende molto più piacevole e affascinante da guardare. Grazie anche al regista, un director (il quasi esordiente Jordan Vogt-Roberts, autore dell'inedito in Italia The Kings of Summer) che fa il suo lavoro senza particolari trovate, ma comunque in grado di gestire un Monster Movie con lo scopo di incantare lo spettatore e che, prendendo le distanze dai precedenti episodi dedicati all'enorme gorilla e soprattutto pensando all'ultimo episodio diretto da Peter Jackson si allontana dalla classica formula del remake, per tentare di proporci qualcosa di nuovo senza tuttavia snaturare la figura del mostro incompreso.
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martedì 15 gennaio 2019
Lake placid vs Anaconda (2015)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/08/2016 Qui - Classico monster movie di Syfy, quelli che non offrono allo spettatore nessuna novità, nessuna originalità, senza risate e suspense. E' difatti sempre la solita storia, se non è l'esercito è una casa farmaceutica che con a capo una fantomatica pseudo-salvatrice dell'umanità modifica geneticamente animali (meglio se feroci e letali già di loro) per creare una cura a qualche malattia o sfamare il mondo, e non avrà pace finché non ci riuscirà. E' l'esempio perfetto per Lake placid vs Anaconda (2015), che a quanto pare è addirittura il quinto capitolo di una saga neanche tanto conosciuta e neanche tanto apprezzata, e vedendolo si capisce il perché. Perché è di una banalità assurda, prevedibile e scontato dall'inizio alla fine nonostante questi due mostri, i coccodrilli (giganti) di Clear Lake (già ampiamente visti nelle precedenti pellicole) e un'Anaconda gigante (lunga più di 4 metri) sono spaventosi e incutono un certo timore, anche se gli effetti speciali sono davvero di bassa fattura, nonostante non manchino sangue, budella, corpi mangiati e quant'altro.
Big Ass Spider! (2013)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/08/2016 Qui - Film che già dal titolo, appunto Big Ass Spider!, vuole essere ironico (Il ragno dal c**o grosso), vuole far capire che il primo a non prendersi sul serio è il film stesso, e ci hanno messo un punto esclamativo per sottolineare la cosa. Questo perché, questo mostruoso action, inedito al cinema, già dall'inizio mette le mani avanti, è come se dicessero: Siamo brutti ma lo sappiamo, l'abbiamo fatto apposta, non crederete mica che il nostro sia cinema vero. Infatti è quello che succede qui, che come in altri e moltissimi casi, un esperimento militare andato a puttane (come sempre) ha generato un aracnide mutante che, nutrendosi di carne umana, cresce a vista d'occhio. A nulla servono le armi tradizionali e l'unica speranza è l'intervento di un improbabile duo composto da un disinfestatore romantico (Greg Grunberg, attore familiare e ben conosciuto e apprezzato dai fan di Heroes, Alias e N.Y.P.D.) e un messicano sottosviluppato (Lombardo Boyar), che vorrebbe tanto far ridere ed essere Franco Franchi ma non lo è affatto. Il film (del 2013), diretto da Mike Mendez, guarda soprattutto alla fantascienza anni '50 quando insetti e mostri giganti erano all'ordine del giorno. Ne esce in questo modo un film simpaticamente ingenuo, oppresso dall'inadeguatezza dei limiti produttivi, ma che riesce a divertire per la sua breve (80 minuti scarsi) durata. Situazioni al limite dell'assurdo, leitmotiv visti e risaputi (le ragazze in bikini, le grida, battute idiote, dialoghi inutili e spostamenti fulminei) che rendono la narrazione volutamente banale sono allo stesso tempo un pregio e un difetto di questa produzione low-budget, conscia dei propri limiti e proprio per questo più sincera di molte pellicole omologhe.
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