lunedì 3 giugno 2019

Monsters (2010)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/08/2018 Qui - Quando ci si approccia ad un film, la prima cosa che si dovrebbe fare è evitare di lasciarsi ingannare dal gran battage pubblicitario, perché Monsters è strutturato (a partire dall'inizio) in maniera atipica, rispetto agli standard del genere (non è affatto un sci-fi horror). E' un film infatti poco fracassone (forse per lo scarso budget a disposizione), se paragonato ad altri lavori similari dell'ultimo (vecchio) periodo, e dallo smaccato tono malinconico. Eppure proprio per questo che la pellicola fa centro, perché anche se l'invasione aliena, topos per eccellenza del monster movie, non sfocia in una sequela di spettacolari esplosioni, inseguimenti e simili disastri, dopotutto ciò che interessa al regista non è la reiterazione amplificata dell'evento su larga scala, ma la sue conseguenze psicologiche ed emotive, la fantascienza non a caso è presente si ma solo come motivo scatenante, per poi concentrarsi molto di più sui personaggi e farci fare diversi ragionamenti sull'umanità, vista come nemico, più che sugli alieni (e in questo il finale è abbastanza esplicativo), il giovane (all'epoca) regista confeziona ugualmente un'opera piacevole e (nei limiti) ritmata. Il film difatti è lento, tuttavia mai noioso, che pecca un po' di mordente, come detto la storia non ha grossi sussulti e forse i protagonisti affrontano eventi eccezionali con un pizzico di nonchalance di troppo, però la suddetta (intrisa comunque di premesse narrative avvincenti) tutto sommato regge. Perché certo, la trama di Monsters non è originale, ma il suo rispondere a canoni precisi (e non solo, perché atipici sono i giganteschi invasori spaziali) apre un mondo di riferimenti che intrigano fin da subito gli appassionati del genere, non è un caso che la gustosa rivisitazione del muro tra Usa e Messico (a distanza di 8 anni incredibilmente attuale) è riferita alla sceneggiatura firmata dallo stesso regista per il bellissimo District 9 di Neill Blomkamp, interessante parabola sulla ghettizzazione in una città multietnica, senza dimenticare gli ovvi rimandi a Jurassic Park e Cloverfield. Quanto ai protagonisti, niente di meglio che affidarsi a due attori (meglio se un uomo e una donna) giovani, carini e poco noti, all'epoca praticamente disoccupati, che forse proprio dopo Monsters hanno trovato altro lavoro, anche se meglio è andata a Scoot McNairy (ormai noto caratterista), che qui incarna bene il prototipo del maschio sbruffone, ma protettivo e sensibile, che alla bella Whitney Able (solo tre film da allora), qui perfettamente in linea con lo spirito del film.
Tuttavia entrambi si ritroveranno a condividere un pericoloso viaggio attraverso la zona infetta del Messico, regione il cui accesso è limitato da quando, sei anni prima, una navetta spaziale di ritorno da una missione è precipitata portando con sé forme di vita aliena, un viaggio ed un rapporto scritto benissimo, senza mai cadere nell'eccesso di romanticismo né in quello di freddezza o stupidità. Lavorando benissimo infatti sui personaggi e sulla sceneggiatura, Gareth Edwards dimostra di sapere come girare un film di questo genere (di un minimalismo ragionato, di quello che può far vedere poco ma in modo ottimamente dosato) senza inzepparlo di effetti speciali quando sono inutili visto il tema. Certo, non tutto risulta perfettamente a fuoco, alcuni dialoghi sono ingenui e poco convincenti, ma il tutto viene amministrato con mano sicura fino al suggestivo finale (un finale che evitando di rinunciare a quell'ambiguità capace di confondere le idee è in linea con lo stile dolce e raffinato datagli) di un film, a mio avviso, sorprendente. Un film dal punto di vista tecnico decisamente discreto, dalla fotografia alle ambientazioni, dalla regia (asciutta ed efficace) al tema (e il messaggio) brillantemente esposto, fino alla raffinata colonna sonora che ricopre di un'affascinante velo di mistero l'intero film, un film in cui le musiche si sposano in modo delizioso con il cammino di Andrew e Samantha, rendendolo ancora più coinvolgente. Questo perché Monsters è uno dei pochi film di mostri ad avere davvero qualcosa di speciale oltre agli "effetti", uno dei pochi a non ostentare in continuazione le creature ma a farne sentire continuamente la minacciosa presenza, tra tutti i prodotti fantascientifici di questi anni è certamente il più verosimile, ed allo stesso tempo profondamente affascinante. Perché anche se il risultato finale non strabilia a livello visivo, a partire dal design degli alieni troppo simili a piovre già viste, Monsters è un film certamente interessante con una bellissima atmosfera di fondo, con l'innegabile pregio di affascinare più per quello che non mostra che per l'esplicito. E quindi sufficienza piena anche se poteva essere migliore, poiché se fosse stato supportato da una base scenica e narrativa più solida sarebbe stato meglio (chissà con qualche colpo di scena in più), e il risultato sarebbe stato potenzialmente davvero notevole. Voto: 6