Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2019 Qui - The Lodgers - Non infrangere le regole (Horror, Irlanda 2017): Ho visto già con La vedova Winchester dei fratelli Spierig una ghost story ambientata nella casa più infestata della California, la Winchester House, con The Lodgers – Non infrangere le regole ci spostiamo in quella più infestata d'Irlanda, ma il risultato è completamente diverso, ovvero un film ugualmente e potenzialmente interessante, con atmosfere e scenografie bellissime, ottima fotografia, rovinato però da una sceneggiatura sconcertante e da attori non all'altezza. Con questo film infatti, una fiaba nerissima che può contare su un'ambientazione vivida, con alcune immagini di solido impatto pittorico, un film che racconta di due gemelli costretti a vivere segregati in casa ed a rispettare certe strane regole, il regista Brian O'Malley combina un mezzo pastrocchio che si risolve (letteralmente, è il caso di dirlo) con un gran bel buco nell'acqua. Perché The Lodgers – Non infrangere le regole ha non solo la colpa di essere un brutto film, o un progetto completamente sbagliato, ma addirittura un horror che riesce prima a confondere (passerà almeno un'ora prima che si possa riuscire a capire qualcosa della vicenda) e poi ad annoiare profondamente. Quindi ancora due gemelli maledetti, una casa stregata, un interesse amoroso esterno per lei: nel caso ve lo steste chiedendo no, non siamo in Crimson Peak, ma il discorso è che se nemmeno il vincitore del premio Oscar Guillermo Del Toro era riuscito a dare nuova linfa al topos cinematografico della "maledizione familiare con gemelli annessi" non vedo come e perché possa poterci riuscire il buon O'Malley. Almeno Del Toro aveva arricchito la sua trama banale con quella vivace ambientazione colorata, con quei vestiti eleganti, con le sue idee visive: invece in questo horror gotico (che vuole essere d'atmosfera ma che non riesce ad esserlo) è tutto molto freddo, tutto molto grigio, tutto molto smorto e poco interessante, poco attraente, molto poco originale e soprattutto incredibilmente noioso. La sensazione diffusa è quella di un compitino caotico derivativo al quale sarebbe servita più asciuttezza nel muoversi tra le pieghe dell'horror (tanti gli stereotipi), con svolte visionarie e doppiezze sessuali che nell'ultima mezz'ora si fanno perfino programmatiche e pedestri. Pessimi Bill Milner e Eugene Simon, un po' meglio Charlotte Vega ma semplicemente perché il suo personaggio è caratterizzato un po' meglio e, comunque, è l'unico che, effettivamente, fa qualcosa nel film (piccolo ruolo per l'attore inglese David Bradley, però poco e mal sfruttato). Ma nonostante la buona prova della Vega (della bella attrice spagnola), la confezione di pregio e la messa in scena raffinata, suddetti elementi non bastano a fare di questo film qualcosa per cui valga la pena spendere del tempo. Voto: 4