giovedì 4 luglio 2019

La fratellanza (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2019 Qui - La fratellanza (Thriller, Usa 2017): Dopo aver causato accidentalmente la morte di un amico in un incidente d'auto, Jacob finisce in carcere con l'accusa di omicidio colposo. Per sopravvivere ai pericoli della detenzione si schiera con la fratellanza ariana la quale, dopo che l'uomo viene rilasciato per buona condotta, lo costringe a dover compiere un crimine per proteggere la sua ex-moglie e suo figlio. Modesto film carcerario che ricorre a un immaginario di violenza razziale francamente grossolano e già visto. L'estetica dei corpi scultorei, dei tatuaggi e dei neonazisti non trova uno sviluppo originale nel lavoro del regista Ric Roman Waugh (Snitch: L'infiltrato), che appare piuttosto grezzo e bidimensionale anche nella direzione degli attori e nella gestione di atmosfere e messa in scena. Gli elementi cardine di questo prodotto elementare sono la forza muscolare dei personaggi, la tensione congelata in grumi di cattiveria e di vendetta, ma si tratta di elementi che anziché dare forma al dramma carcerario lo appesantiscono a vuoto. Retorico e manicheo nella contrapposizione tra vittime e carnefici, La fratellanza può vantare la prova volenterosa Nikolaj Coster-Waldau, il notissimo Jamie Lannister de Il trono di spade, e nulla più di significativo. Il film infatti, e semplicemente, non vanta un testo forte. L'intuizione di base, la ricerca effettuata sul campo, la critica al sistema carcerario statunitense parevano indirizzarsi verso un orizzonte virtuoso, ma il tutto sfocia nel nulla nel momento in cui l'autore abbandona il territorio studiato per improvvisare un thriller. Dal momento in cui Jacob mette piede fuori dalle celle la pellicola abbandona l'idea di voler sondare la decadenza di un uomo e si converte a contenuti più banali e cinematografici. E insomma, l'impegno riposto nella pellicola è evidente, ma le tematiche toccate avrebbero necessitato di una delicatezza che il regista (più stuntman) non è stato in grado di garantire (purtroppo). Comunque a parte qualche iperbole forzata e dettagli che mettono alla prova la sospensione dell'incredulità (Jacob è assistito dall'avvocato più incompetente della storia), Shot Caller risulta digeribile, ma è evidente sia narrativamente inferiore a molti dei prodotti televisivi e cinematografici già in circolazione. Voto: 5,5