giovedì 4 luglio 2019

L'incredibile vita di Norman (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2019 Qui - L'incredibile vita di Norman (Drammatico, USA, Israele, 2016): Gli ultimi film che ho visto di Richard Gere mi sembrano un po' inconsistenti. Invecchiando Gere ha anche imparato a recitare, ma mi pare che siano proprio i film nei quali recita che non vanno. Franny di Andrew Renzi del 2015, ad esempio poteva essere una tematica anche interessante e Gere ce l'ha messa tutta, ma il film era proprio scarso, idem anche The Dinner e quasi quasi anche Ritorno al Marigold Hotel, un film comunque sufficientemente riuscito. Qui poi è totalmente fuori luogo che non si riesce proprio a vederlo in un personaggio ebreo, un ebreo, anzi, un faccendiere. L'idea per questo poteva suggerire forse un film comico, o almeno divertente, oppure un film decisamente drammatico dove la mancanza di autostima fa soffrire il protagonista che la cerca disperatamente negli altri cercando di essere utile. Norman è un imbroglione con manie di grandezza che si intrufola nei meandri della politica e dei businessmen cercando di metterli a contatto e risolvendo con bugie e piccoli inganni varie questioni. Finirà per diventare amico di Lior Ashkenazi che diventerà Primo Ministro d'Israele che lo nomina ambasciatore a New York. Ma poi gli antipacifisti vogliono fare le scarpe al Primo Ministro e lo accusano di corruzione proprio per aver accettato favori da Norman (e questa sarebbe la sua incredibile vita?). Un finale agrodolce (dove una spiegazione, che rimetta a posto tutti i pezzi del mosaico, spieghi la storia, e metta ordine e significato a quanto visto, non c'è) di un film noioso e troppo lento. L'incredibile vita di Norman è il terzo film di Joseph Cedar (il primo in inglese), un newyorkese trasferitosi a sei anni in Israele. Qui è la prima volta che la Charlotte Gainsbourg la si vede recitare "normalmente" senza quell'aura di erotismo di cui la cinematografia europea l'ha sempre graziata. Il film, non si può negare, è intelligente e va riconosciuto che il regista è abile nell'analisi psicologica dei personaggi. C'è però un problema, cioè che durante la visione ci si annoia: tanto nel primo tempo, abbastanza nel secondo e tutta la storia è avvolta da un velo di tristezza. Il film poi è troppo parlato e risulta piuttosto noioso. Richard Gere inoltre fa simpatia ma non fa ridere. E insomma ennesimo suo film inconsistente. Voto: 4