giovedì 4 luglio 2019

La fuga dell'assassino (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/02/2019 Qui - La fuga dell'assassino (Azione, Usa 2017): Già il titolo italiano (anche se neanche eccezionale è quello internazionale, The Shadow Effect) è da una lato fuorviante e dall'altro anticipa troppo di un thriller che vorrebbe fare la differenza con le svolte narrative. Una storia che mescola reale e mistero, senso di colpa e rimozione, esplosioni e analisi dell'animo umano. La parte di azione prende il sopravvento, ma lo fa con scene al limite del risibile e dell'insensato, come già quella iniziale. Il film infatti, diretto da Obin Olson e Amariah Olson, che racconta del trentenne Gabriel che si sveglia sconvolto dopo aver sognato di aver aggredito il governatore dello Stato di Washington e fatto esplodere il palazzo, che per questo finirà per sprofondare in un tunnel dal quale sembra impossibile uscire, giacché per lui realtà e sogno si confonderanno sempre più, mescola moltissimi elementi, ma invece di creare una felice alchimia, fa solo tanta confusione. Le ispirazioni hanno difatti provenienze diverse, però sono anche troppe, in un film dove (tra cloni e manipolazioni genetiche) quasi ogni singolo elemento è già visto altrove e messo a posto a caso, come in un puzzle impazzito. Il risultato è frammentario e confuso e mai giustificato dall'alternarsi di sogno e realtà. Gli sviluppi sono prevedibili e quasi mai credibili, la messa in scena è debole anche nelle parti spettacolari, per non dire dei dialoghi (estremamente insulsi) e la recitazione (non si salva manco uno tra Jonathan Rhys MeyersCam GigandetMichael BiehnBrit Shaw e Sean Freeland). Il film cerca (inutilmente) di chiarire tutta la cospirazione, tutta la questione della manipolazione negli ultimi venti minuti, cercando di colmare evidenti buchi nella trama. Una trama senza una direzione precisa (anzi, sconclusionata) e priva di coesione narrativa. Un lavoro che insomma manca di troppe cose, iniziando dal passaggio dall'idea a un'opera realizzata. Un'opera che parte da un'idea tutto sommato apprezzabile ma confezionata male, a cominciare dalla regia e dagli effetti speciali, davvero bassi e poco ispirati, un fanta-thriller inadeguato ed eseguito malissimo. Una pellicola che nonostante cerchi di parlare di temi "importanti" si lasci dimenticare facilmente, quest'ultimi infatti sono solo piccole pezze precarie sul tessuto sbrindellato di un film trascurabile. Voto: 2