martedì 30 aprile 2019

Sconnessi (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/08/2018 Qui - Commedia corale in cui viene analizzata la reazione di un gruppo all'improvvisa mancanza di Internet, Sconnessi sbanda in maniera evidente quando l'esperimento riesce e la nevrosi comincia a montare. Ed è proprio in quel delicato passaggio che questo prodotto del 2018 diretto da Christian Marazziti comincia a perdere d'interesse, dopotutto l'impasse deve trovare una via d'uscita, la narrazione deve evolversi, invece ciò che gli sceneggiatori scelgono di fare è di accatastare umorismo spicciolo in aggiunta a una sequela di situazioni sempre più esasperate. Il film e la trama infatti, che racconta di alcuni componenti di una famiglia allargata che si ritrovano isolati in uno chalet di montagna senza connessione internet e che dovranno quindi confrontarsi gli uni con gli altri comunicando direttamente tra loro per riscoprire i legami di famiglia, si riduce solamente come espediente necessario a mostrare le reazioni (in alcuni casi immotivate) di questa (strana) cerchia familiare di fronte alla mancanza improvvisa di una tecnologia che è diventata ormai parte della loro (nostra) vita, non facendo per questo chissà quali rivelazioni. Il regista difatti non approfondisce l'aspetto sociologico o psicologico, che poteva essere interessante (l'analisi dei personaggi causa la breve durata del film in rapporto al notevole numero di caratteri non arriva a completarsi), mantenendosi invece su di un livello superficiale e accontentandosi di fornire mero intrattenimento, con qualche indovinato siparietto comico, ma senza minimamente graffiare. Certo, il film per questo si segue agilmente, ma il suo passo eccessivamente chiassoso e frenetico non aiuta.
Giacché Sconnessi, seppur sulla falsariga di Perfetti sconosciuti, prova a fare i conti con gli smartphone in quanto scatola nera della nostra società, anche se in questo caso, più che i segreti in essi contenuti, a contare è la loro sparizione, motore comico di tutta l'esile e un po' sgangherata vicenda, a differenza del film di Paolo Genovese, la sceneggiatura (scritta dallo stesso Marazziti insieme a Michela Andreozzi e Massimiliano Vado) è piuttosto schematica e senza appunto particolare approfondimento psicologico dei personaggi. E questo è un po' il limite perché rende la storia (in cui purtroppo la scrittura di gag e situazioni è tutt'altro che dosata e calibrata, poiché dominano gli eccessi da avanspettacolo lasciati andare a briglia sciolta e senza costrutto, inoltre abbondano i facili doppi sensi su wi-fi, internet e annessi, con la sconnessione a fare da isterico e fastidioso fil rouge) piuttosto prevedibile, con un finale che vira molto sui buoni sentimenti ma senza particolare mordente. Sconnessi infatti, rimanendo ingabbiato da una sceneggiatura scialba e inconcludente, non decolla mai (nonostante il buon livello del cast). Perché in definitiva sì è di fronte a un prodotto che piuttosto che interrogarsi sulla deriva social, preferisce arenarsi su una paradossale escalation dalla quale ogni personaggio (attore) esce sconfitto. Infatti le pretese sociologiche annegano ben presto nella farsetta volatile, che strappa qualche sorriso sul momento, in particolare grazie ai tempi comici di Ricky Memphis e alla verve di Stefano Fresi alle prese con un personaggio bipolare, ma che si dimentica subito al termine della visione. Mentre Fabrizio Bentivoglio, la stanca caricatura di un intellettuale qualunque che sposa la giovane ragazza di turno (una Carolina Crescentini qui decisamente sopra le righe), Giulia Elettra Gorietti (che non perde l'abitudine di spogliarsi) e tutti gli altri, proprio non convincono e abbassano il valore della fragile, banale e semplice commedia. Una commedia piatta nella confezione e scialba nella struttura, cinematograficamente evitabile. Voto: 5