Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/08/2018 Qui - A cinque anni dal terzo capitolo della serie di film tratta dall'omonima serie di libri per bambini di Jeff Kinney, ecco tornare il giovane e imbranato Gregg Heffley nel film Diario di una schiappa: Portatemi a casa! (Diary of a Wimpy Kid: The Long Haul), film del 2017 diretto da David Bowers. Questa volta deve vedersela con il più improbabile e burrascoso dei viaggi in macchina, in cui sua madre Susan coinvolge l'intera famiglia. Alle prese con i soliti problemi preadolescenziali, Gregg (un ragazzo della scuola secondaria di primo grado, le nostre medie, per intenderci, che è una vera schiappa, nel senso che gli va tutto storto nonostante faccia di ogni per diventare popolare) cercherà invano il modo di migliorare la sua vita, con l'unico inevitabile risultato di continuare invece a peggiorarla. Il film del regista anche dei precedenti due capitoli quindi, è totalmente diretto al pubblico di giovanissimi, giacché nell'impalcatura narrativa che regge la storia non tenta minimamente di strizzare l'occhio a fasce di pubblico adulte, anche se questo capitolo, confezionato come una commedia degli eccessi (tra battute, gag e scene parossistiche), è l'occasione per affrontare tanti temi importanti per i ragazzi in età scolare: il gap generazionale tra genitori e figli, l'incomprensione di cui si sentono vittima i ragazzi, il fenomeno del divismo su YouTube e la celebrità a ogni costo. Senza dimenticare che il film sviscera in modo intelligente il concetto di famiglia, perché non basta per rendere davvero unita una famiglia costringere tutti a non postare sui social o mandare messaggi su Whatsapp per sentirsi un gruppo unito, ma è con l'esperienza, la condivisione, e soprattutto con il fare squadra (in questo caso contro la famiglia Barbù che li ha presi di mira dopo un'incomprensione e che ha rubato loro tutte le valigie con dentro l'album da regalare alla bisnonna di novant'anni) ad aiutare e avvicinare tutti per vivere in armonia la famiglia.
Il film per questo funziona, e per tutto il tempo: fa ridere e riflettere grazie anche a un cast tutto rinnovato e azzeccatissimo. Perché se a prima vista sembrerebbe quasi un remake, in verità non lo è, perché la 20th Century Fox ha cambiato tutto il cast per rimettere a posto le età e i volti con la continuity degli omonimi romanzi per ragazzi. Quel che davvero non è cambiato invece è lo stile e la scrittura dei film, godibilissimi e realizzati con la consulenze dell'autore dei romanzi stessi. Perché anche se il film scorre per lunghi tratti su binari estetici scontati (ma con situazioni divertenti per tutta la famiglia con un maialino grande protagonista), ecco che nella parte finale si concede anche un paio di spassosi omaggi al cinema di Alfred Hitchcock, in particolar modo a due suoi capolavori che non sveleremo per non rovinare la sorpresa allo spettatore. Spettatore che si godrà un film chiaramente ispirato a National Lampoon's Vacation (riportato sullo schermo recentemente da Come Ti Rovino Le Vacanze e forse anche a Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare), ovvero il grande viaggio familiare in cui tutto quel che può andare storto lo farà e in cui arrivare alla meta ad un certo punto diventa un obiettivo quasi impossibile, un imperativo che unisce la famiglia dopo che il viaggio sembra averla separata, uno sforzo per realizzare il quale i 4 protagonisti dovranno passare per la propria distruzione, sporchi, infangati, disperati e mezzi morti. Tuttavia rispetto a quel classico, il film cambia il protagonista (non più il padre, inadeguato e scemo, ma il figlio di mezzo) e rimette in sesto l'umorismo puntando sulle difficoltà di un ragazzino che cerca di dare una sterzata al viaggio per arrivare alla grande convention di fumetti e videogiochi in cui potrà, forse, liberarsi dello stigma affibbiatogli dalla rete. Ultima nota lieta del film il ritorno di Alicia Silverstone, in sintonia con il tono del racconto nella parte della madre del giovane protagonista (Jason Drucker), nella parte del padre invece Tom Everett Scott e in quella del "simpatico" fratello Charlie Wright. Certo, siamo comunque lontani dalla qualità del primo episodio e in verità evitabili sono certe scene, ma per il resto Diario di una schiappa: Portatemi a casa! è puro intrattenimento divertente per gli spettatori più piccini e non solo, perché il film per la vivacità del racconto (e i schizzi fumettistici) merita la sufficienza. Voto: 6