domenica 30 settembre 2018

Jimi: All Is By My Side (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/09/2015 Qui - Dal premio Oscar John Ridley (migliore sceneggiatura non originale per 12 anni schiavo) il biopic sulla leggenda del rock Jimi Hendrix. La pellicola (del 2013) Jimi: All Is By My Side racconta mister Hendrix da una prospettiva nuova, poco battuta: quella della sua ascesa nella swingin' London degli anni sessanta, ripercorrendo la vita del musicista basandosi su vere interviste e materiale d'archivio e proponendo di raccontare il talento e la vita privata di Jimi Hendrix. Un biopic che pare una vera biografia, perché quando si vede Hendrix flirtare con la sua chitarra è come vedere l'originale suonare, ma l'aspetto più originale e interessante di questo lavoro su Hendrix, visto che negli anni tanti ne sono stati prodotti, è che Ridley accantona le congetture legate alla sua morte, sempre in equilibrio tra tesi fantasiose e moralismi beceri, per concentrarsi sul periodo musicalmente più creativo. A interpretarlo è André Benjamin, rapper degli Outkast, che unisce a una straordinaria somiglianza fisica un notevole lavoro sulla caratterizzazione vocale. Un solo anno nella vita di Jimi Hendrix, dall'anonimato come turnista per Curtis Knight all'affermazione in terra britannica con la Jimi Hendrix Experience, tra donne che lo guidano, come Linda Keith, o che provano a amarlo, come Kathy XXX fino al giorno prima dell’indimenticabile esibizione di Monterey nel 1967, dove il musicista di Seattle, dando fuoco alla sua chitarra, entrò nella storia del rock. Il difficile equilibrio che è croce e delizia di ogni biopic (rispetto verso l'oggetto della narrazione e gratificazione dei fan da un lato, riuscita del film come opera d'arte autonoma dall'altro) porta a rari casi realmente soddisfacenti in ambito rock.

sabato 29 settembre 2018

Sharknado Saga

Recensioni pubblicate su Pietro Saba World il 26/09/2015 Qui - Una delle saghe più controverse al mondo, effettivamente sono film della Asylum che fa grandi schifezze, ma da un'idea geniale è nato un film cult del trash, divenuto tale grazie alla rete, Sharknado. Dopo un incredibile successo hanno deciso di fare ben due seguiti (e forse ci sarà anche un quarto film). Z-movie nell'anima e negli intenti, Sharknado è stato però un po' troppo frettolosamente candidato a peggior film della storia, operazione mediatica probabilmente anche spinta dalle stesse Asylum e SyFy per il genere "bene o male, l'importante è che se ne parli". Sembra impossibile ma veramente gli uragano risucchiano i pesci, certo non squali, ma la probabilità che succeda rende il film più visibile anche se gli effetti speciali continuano ad essere di basso livello, ma in questa saga qualcosa di buono o almeno più che sufficiente c'è. Per chi non ha visto il film (il primo perlomeno) riassumo il film. Allora ci sono tanti squali e un uragano, anzi un squalo-uragano, punto. E' già questo potrebbe bastare..dai scherzavo, andiamo con ordine. Ah il protagonista principale è Ian Ziering..e chi è? quello biondo di Beverly Hills 90210.

venerdì 28 settembre 2018

Quel momento imbarazzante (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/09/2015 Qui - Quel momento imbarazzante, pellicola del 2014 diretta da Tom Gormican, è una commedia sulla paura degli uomini (i tre protagonisti) che le relazioni serie possano annullare la loro personalità e far cambiare il loro rapporto di amicizia, ma nel momento in cui meno se lo aspettano, tre ragazze gli faranno cambiare idea. Le scene di dialogo tra i protagonisti fanno sembrare il film un Sex and the City al maschile: sfacciato, esplicito, licenzioso senza necessariamente scadere nella volgarità "da caserma". Tre amici quasi trentenni faticano ad uscire dall'adolescenza, Jason (interpretato da Zac Efron, che ricorre ad ogni espediente, comprese numerose scene di nudo ridicole, per infrangere la sua reputazione cinematografica di eterno teenager dalla faccia pulita, non riuscendo a risultare almeno in parte credibile o convincente), è un single incallito in fuga ogni volta che, in una relazione, sopraggiunge il "momento imbarazzante" del titolo, ovvero quello in cui la ragazza (in questo caso Imogen Poots) vuole sapere dove, come coppia, stanno andando a parare, Daniel è un conquistatore seriale che usa l'amica Chelsea come esca, senza rendersi conto che per Chelsea la preda è proprio lui, Mikey, apparentemente sistemato, scopre che la moglie vuole il divorzio e se l'intende già con un altro. Per solidarietà con Mikey (Michael B. Jordan), Jason e Daniel (Miles Teller) decidono di rimanere anche loro single, ma ovviamente le tentazioni sono subito irresistibili. Riusciranno a mantenere il loro patto di amicizia o cederanno ad un rapporto di coppia degno di questo nome? Interessante il montaggio, veloce e quasi sincopato, figlio della televisione e in particolare di Mtv. Non è un capolavoro, è solo uno dei tanti film americani sui rapporti e le situazioni che si creano, le bugie, le scaramucce e i sentimenti repressi o tenuti nascosti. E' comunque un film in parte divertente (molto poco) ed in parte romantico (un po' troppo). Voto: 5,5

I Origins (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/09/2015 Qui - I Origins è una pellicola del 2014 scritta, diretta, montato e prodotta da Mike Cahill, un film drammatico di fantascienza che parla del labile confine tra scienza ed emozioni, tramite l'occhio, lo specchio dell'anima. Il dottor Ian Gray, dottorando in biologia molecolare e specializzato nel processo di evoluzione dell'occhio, lascia il suo laboratorio per partecipare a una festa. Lì conosce una giovane modella straniera (Sofi). L'incontro è fugace, ma basta la visione degli occhi della ragazza per fare accendere qualcosa in Gray. Anni dopo, Ian e la sua assistente di laboratorio, Karen, fanno una scoperta sensazionale con profonde implicazioni esistenziali. A quel punto, il medico sa che - pur rischiando di perdere il lavoro della sua vita - dovrà recarsi dall'altra parte del mondo per validare (o confutare) la sua teoria. Non è un capolavoro ma una pellicola originale e molto intensa.

Step Up All In (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 21/09/2015 Qui - Step Up All In, film del 2014 diretto da Trish Sie. è il quinto capitolo della serie Step Up, che vede la partecipazione di quasi tutti i protagonisti dei precedenti capitoli. Infatti questo quinto film della serie, si propone fin dal titolo di riunire i membri del cast di tutti i film precedenti (ce n'è almeno uno per ogni capitolo ma la maggior parte è lo zoccolo duro presente dal secondo) con stavolta l'imprevedibile aspirazione di trovare un lavoro. Per coerenza con l'universo Step up la suddetta opportunità lavorativa sarà il premio in palio della grandissima gara di ballo. Lo street dancer di Miami Sean Asa (Step Up Revolution) lasciatosi da poco con Emily, va con i MOB a Los Angeles, dove cercano lavoro con una serie di audizioni, ma questi falliscono e la crew lo lascia solo e torna a Miami. Dopo aver scoperto su Internet un talent show di ballo a Las Vegas, chiamato "The Vortex" si trasferisce a Hollywood chiedendo aiuto al suo amico "Muso" (Step Up 2, Step Up 3D e Step Up Revolution) che raggruppa la sua vecchia crew della MSA, tra cui anche Andie (Briana Evigan, Step Up 2) con cui Sean (Ryan Guzman) sviluppa subito un'affinità, e cominciano a provare per l'audizione per il programma. Riescono a superarla e vanno a Las Vegas, dove incontrano altre crew: i Green Nights, loro acerrimi nemici, e i MOB, che si sono iscritti alla gara. Scoppia così una lite tra questi e gli LMNTRIX (il nome della crew formata da Sean e i suoi nuovi amici).

giovedì 27 settembre 2018

La grande sfida di Gabby (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2015 Qui - La ginnastica artistica ha trovato nella statunitense Gabrielle Douglas la prima "perla nera" della storia, è infatti stata la prima afroamericana a vincere la medaglia d'oro nel concorso generale individuale alle Olimpiadi di Londra 2012. Nel film del 2014 La vera storia di Gabby si narrano le vicissitudini di una campionessa. Prodigio sin da bambina, Gabby Douglas ha esordito nel mondo della ginnastica competitiva all'età di otto anni. Mentre la sua carriera cresce velocemente, Gabby deve affrontare difficili scelte personali, lasciando la famiglia a Virginia Beach e trasferendosi a Des Moines non per problemi economici, ma perché ha trovato una famiglia pronta ad ospitarla, per darle la possibilità di allenarsi con il noto preparatore Liang Chow, già allenatore della campionessa olimpica Shawn Johnson. Con una gara strepitosa nei Trials decisivi per andare ai Giochi si intuisce che può arrivare all'oro e secondo previsioni, grazie al suo impegno, alla sua dedizione e all'amore della sua famiglia, Gabby riesce a trionfare alle Olimpiadi di Londra, entrando di diritto tra le più grandi atlete di tutti i tempi. Una bambina che tra mille difficoltà ha continuato con tenacia a credere nei propri sogni e li ha realizzati salendo sul gradino più alto del podio. Un film emozionante, una storia delicata e coinvolgente, che si lascia vedere e fa capire e credere nei sogni, mai abbandonarli ma coltivarli con pazienza ed equilibrio fisico e mentale. Voto: 6,5

McFarland, USA (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2015 Qui - Ispirato a una storia vera, il film del 2015 McFarland, USA, segue le vicende di Jim White (Kevin Kostner, ruolo che si addice quasi alla perfezione), un allenatore sportivo che viene trasferito in un liceo della Central Valley in California a causa del suo carattere impulsivo. Arriva in questa piccola e povera città, dove inizia ad insegnare. Forma una squadra di 7 ragazzi per la corsa campestre, prevalentemente ispanici e dotati non solo di qualità fisiche ma anche di spirito di sacrificio e grande umanità, con la speranza di deviare il loro sicuro e non promettente futuro. L’iniziale scetticismo, lo scoraggiamento della prima fase, ma poi soprattutto una naturale e bella integrazione del coach nelle sane e genuine abitudini familiari dei ragazzi sarà importante affinché questo buono e riuscito affiatamento di spirito di gruppo farà crescere notevolmente le aspettative sulle potenzialità dei ragazzi, in procinto di un campionato al quale far partecipare i novelli corridori.

mercoledì 26 settembre 2018

The Giver: Il mondo di Jonas (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/09/2015 Qui - Continua il filone fantascientifico di mondi distopici del cinema per 'ragazzi' tratti da romanzi, dopo Divergent/Insurgent, Maze Runner, Hunger Games è il turno di The Giver: il mondo di Jonas,  film del 2014 diretto da Phillip Noyce, che a differenza degli altri ho apprezzato di più. Questo film è l'adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico distopico The Giver: Il donatore di Lois Lowry (primo capitolo di una fortunata serie di cui fanno parte anche i romanzi La rivincitaIl messaggero e Il figlio). Da qualche parte nel tempo e nel mondo esiste una società che ha scelto come valore l'uniformità. Immemori di sé e della loro storia, uomini, donne e bambini vivono una realtà senza colori, senza sogni, senza emozioni, senza intenzioni. Per loro decide un consiglio di anziani, riunito periodicamente a sancire i passaggi evolutivi dei membri della comunità. Durante la Cerimonia dei 12, che accompagna solennemente gli adolescenti verso la vita adulta affidando loro il mestiere che meglio ne identifica le inclinazioni, Jonas (Brenton Thwaites) viene destinato ad 'accogliere le memorie' di una storia che non ha mai conosciuto. Figlio di madri biologiche (tra cui Katie Holmes e padre Alexander Skarsgård) preposte allo scopo e assegnato successivamente all'unità  famigliare che ne ha fatto richiesta, Jonas è un adolescente eccezionale con un dono speciale, quello di sentire. Preposto al ruolo di accoglitore di Memorie, Jonas è affidato a un donatore, un uomo anziano e solo che porta dentro di sé tutta la bellezza e la tragedia dell'umanità. Tutte quelle emozioni negate alla sua gente perché il mondo resti un luogo di pace e torpore. Intuita la sensibilità del ragazzo, il donatore lo condurrà per mano dentro la vita, spalancandogli la strada che conduce al libero arbitrio.

martedì 25 settembre 2018

Studio illegale (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/09/2015 Qui - Studio illegale è una commedia (del 2013) tratta dal romanzo di Federico Baccomo, costruita a misura dei fan di Fabio Volo. L'avvocato Andrea Campi (single e cinico), pur di fare carriera, trascura la sua vita sociale, dimenticandosi spesso sia della fidanzata che degli amici. Lavora in un prestigioso studio legale che si occupa di fusioni e operazioni societarie, il suicidio di un collega e l'acquisizione di un'azienda farmaceutica da parte di una multinazionale araba lo forzano a vincere l'impasse in cui è precipitato, abbandonando scrivania e apatia. Questo impegnativo incarico assegnatogli dal suo capo, lo mette faccia a faccia con l'avvocatessa Emilie Chomand, di cui Andrea si innamora immediatamente. Ma agli affari economici non fanno bene agli affari di cuore, che capitolano insieme ad Andrea, di nuovo solo. Licenziatosi, si ritirerà a meditare sulle 'cause perse' e sui treni da prendere. Studio illegale, che vorrebbe informare e divertire lo spettatore sulla categoria meno amata dagli italiani, quegli avvocati così sensibili al rapporto col denaro e segretarie in tailleur d'ordinanza, finisce di fatto per essere cannibalizzata da Fabio Volo. Perché la commedia è costruita a misura dei suoi fan, che ritroveranno l'universo esistenziale del loro diletto afflitto dalla stessa febbre: il dubbio della scelta tra una vita libera all'insegna di ciò che conta di più (amici, amori) e l'affermazione individuale, ieri nella variante del posto fisso tanto caro alla cultura della piccola borghesia anni Sessanta (La febbre), oggi in quella carrieristica e rampante sospesa tra grandi opportunità e massima disponibilità. Se Il giorno in più si divideva tra Milano e New York, Studio illegale dimostra la stessa apertura al movimento, spostandosi dalla Brianza agli Emirati Arabi, dove gli avvocati innamorati perderanno l'innocenza su quella macchina di verità che è il processo sentimentale. Al cinismo amorale del mondo legale fa naturalmente seguito la finta indignazione del protagonista subito dissimulata nell'epilogo e in un bacio colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Un film raffinato ma che non ispira e non dà emozioni, bravi gli attori, buona la trama ma non è un granché. Voto: 6-

Perez (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/09/2015 Qui - Demetrio Perez è un famoso avvocato penalista napoletano che anni prima era considerato uno dei migliori nel suo campo, ma essendosi fatto troppi nemici, adesso si è ridotto a fare l'avvocato d'ufficio. La sua vita comincia ad andare a rotoli quando sua figlia Tea si innamora follemente di Francesco Corvino, figlio di un boss della camorra. Nonostante la riluttanza di Perez, Francesco afferma di essere sinceramente innamorato di sua figlia. Luca Buglione, boss di un clan rivale dei Corvino, capendo di essere arrivato al capolinea, decide di costituirsi, facendosi rappresentare da Perez e stringendo con lui un accordo: se l'avvocato avesse recuperato per lui una partita di diamanti di contrabbando, egli avrebbe testimoniato come pentito a sfavore di Francesco. Perez accetta e si reca nel posto stabilito insieme al collega Ignazio Merolla, recuperando i diamanti dallo stomaco di un toro. Francesco, incriminato per l'omicidio a sangue freddo di una coppia di anziani, si vede costretto ad organizzare una fuga in Spagna. Quando però scopre che Perez è l'avvocato del boss rivale, il suo atteggiamento cambia completamente: prende in ostaggio lui e sua figlia perché lo portino nella località segreta dove Luca Buglione viene tenuto sotto protezione come collaboratore di giustizia. Buglione stabilisce un incontro notturno con l'avvocato per farsi consegnare i diamanti: Francesco va con Perez e Tea all'appuntamento e, approfittando del buio della notte, tenta di sparare di sorpresa al boss rivale ma Perez lo investe, uccidendolo.

Un Natale stupefacente (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/09/2015 Qui - Alla vigilia di Natale, il piccolo Matteo di otto anni viene affidato agli zii Remo e Oscar quando i genitori (coltivatori) vengono arrestati (per un equivoco abbastanza singolare) con l'accusa di detenzione e spaccio di marijuana. Si crea così un Natale in campagna con una strana famiglia allargata. I due tutori, completamente diversi l'uno dall'altro per attitudine e carattere, si riveleranno però inadeguati al compito affidato loro. Greg è single, rockettaro e sciupafemmine, che cercherà l'aiuto di Genny (Ambra Angiolini, l'ultima fiamma). Lillo invece è stato appena lasciato dalla moglie ed è geloso del nuovo compagno di lei, un coatto tatuatore, ma cercherà di approfittare della situazione per riconquistarla. A complicare le cose, le visite a sorpresa di due zelanti ma bizzarri assistenti sociali, per verificarne l'idoneità alla "strana famiglia". Dopo anni di prove e sperimentazioni il film (del 2014) di Natale prodotto da Aurelio De Laurentiis è definitivamente passato dal genere comico alla commedia, passando da modelli esagerati e carnevaleschi a commedia ripulita. A non cambiare è invece la realizzazione rapida e poco curata e la continua ricerca alle situazioni banali. Le medesime componenti che rendevano quei film comici poco divertenti, sono infatti le stesse che rendono questa commedia poco sofisticata. Prendendo in prestito volti e nomi dai film più anonimi ma di successo degli ultimi anni e mettendo Lillo e Greg a tirare il gruppo, Un Natale stupefacente non vuole proporre nulla di diverso, anzi vuole essere molto simile alla concorrenza che vediamo tutto l'anno. La commedia vive di piccoli momenti e intuizioni degli attori anche se l'impressione è che niente sia cambiato negli ultimi trent'anni. Voto: 5,5

lunedì 24 settembre 2018

11/09/2001

Post pubblicato su Pietro Saba World il 11/09/2015 Qui - Sono passati già 14 anni dal quel tragico giorno in America, dove quasi 3000 persone sono morte senza una vera ragione, senza un senso, senza spiegazioni. La ragione, un senso o spiegazione c'è, però non voglio aprire una discussione sul fondamentalismo islamico e i terroristi, un'altra religione e cultura, ma nell'essere umano una cosa del genere non dovrebbe mai accadere. Persone innocenti, i pompieri e tutti quelli che hanno cercato di aiutare quella povera gente, non oso immaginare cosa hanno pensato o passato in quei momenti. Io ricordo che stavo vedendo la tv quando parte uno speciale ma non capivo perché, e non riuscivo a crederci che una cosa del genere potesse di nuovo accadere, che il genere umano sprofondasse nell'oblio, questa per colpa di persone che credono ancora di andare in paradiso con i loro gesti insensati. Si parlava di complotto, che tutto dovesse succedere e che molti sapevano ma io non ci voglio credere e mai ci crederò perché se fosse vero, questo mondo merita di estinguersi. Questo fatto ha cambiato il mondo, il modo di pensare e di vivere ma più andiamo avanti e mi sembra che niente sia cambiato, anzi è molto peggio. E' stata l'occasione giusta però a hollywood per confezionare film e documentari. Tra i documentari, 11 settembre 2011, I 102 minuti che sconvolsero il mondo e Inside the twin towers, il più discusso è stato quello di Michael Moore, Fahrenheit 9/11, che ha incolpato l'amministrazione Bush. Di più sono stati invece i film, uno sull'aereo che non si schiantò ma che cadde in un bosco grazie a veri e propri eroi (United 93), uno per i pompieri eroi di NY (World Trade Center), tanti sulle persone e le storie dei sopravvissuti e non, tra cui Reign over me, Un anno dopo, Remember me e secondo me il più bello, Molto forte, incredibilmente vicino. Altri secondo il punto di vista e i problemi dei musulmani, Il mio nome è Khan e Il fondamentalista riluttante. Infine uno sull'individuazione e uccisione di Osama Bin Laden (il nemico pubblico numero uno in assoluto), Zero Dark Thirty. Tutti film che fanno pensare, discutere e movimentare l'opinione pubblica, inorriditi dall'idea che l'uomo invece di evolversi stia ritornando all'età della pietra. Ci vuole un cambiamento, qualcosa che ci riporti ai fasti di un tempo che non c'è mai stato e mai ci sarà purtroppo, la pace mondiale. Una nuova minaccia dalla Libia vuole ritornare a quel giorno, ma gli umani sanno che non deve più accadere e stanno cercando di non farlo più avvenire, ma tutto ogni giorno è in continuo movimento. cosa ci riserverà il futuro non lo sappiamo, possiamo solo sperarlo. E' difficile da dimenticare, ecco perché bisogna ricordare e fare in modo che non succeda più, mai più.

domenica 23 settembre 2018

Final Destination 5 (2011)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/09/2015 Qui - Pochi giorni fa ho visto e finito di vedere l'ultima e quinta pellicola della serie di film horror, Final DestinationFinal Destination 5 è un film del 2011 diretto da Steven Quale. Alla fine scopriamo però che quest'ultimo film è il prequel del film originale (i fatti di questo film infatti avvengono proprio nell'anno 2000, come il primo). I primi tre film sono stati prodotti dalla New Line Cinema, mentre il quarto e il quinto sono stati prodotti dalla Warner Bros, questo quinto però è stato girato in 3D. Un gruppo di dipendenti di una grande azienda, la Presage (nome azzeccatissimo), si imbarca su un pullman diretto a un convegno di due giorni. Sam Lawton (Nicholas D'Agosto), uno del gruppo, ha dei dubbi sul suo futuro ed è appena stato scaricato dalla fidanzata-collega Molly (Emma Bell), anche lei sul pullman. I loro compagni sono un classico campionario di varia umanità, ciascuno con le proprie aspirazioni e i propri problemi. Il pullman deve passare per un ponte ancora parzialmente in costruzione, con un piccolo cantiere attivo. Mentre percorre lentamente il trafficatissimo ponte, Sam ha una visione a occhi aperti su una gigantesca catastrofe che porta tutti alla morte. Si riscuote: capisce che qualcosa non va e, approfittando di una breve sosta, scende frettolosamente dal pullman consigliando a tutti di fare altrettanto se non vogliono morire. C'è chi gli dà retta e chi lo segue per farlo ragionare: quelli che per qualunque motivo scendono dal pullman sono i soli a salvarsi dal crollo del ponte. Ma la morte non vuole che il suo disegno imperscrutabile venga alterato e si mette al lavoro. La struttura è quella ormai ferrea della serie, con il grande disastro iniziale a segnare il destino di quelli che pensano d'essere scampati alla morte. Come in uno slasher, la differenza non è data dalla vicenda in sé, ma dalla fantasia con cui gli elementi che la compongono vengono ideati, oltre che dal ritmo narrativo che, se sufficientemente sostenuto, può produrre suspense anche in presenza di un'inevitabile prevedibilità di fondo. Quello che conta, in sostanza, sono le modalità con cui le morti avvengono.

sabato 22 settembre 2018

The Equalizer: Il vendicatore (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/09/2015 Qui - Secondo me uno dei migliori film action degli ultimi anni, era dai tempi di Rambo e di The Punisher che non vedevo un personaggio così spietato ma giusto, senza giri di parole, non fumatore e soprattutto non alcolizzato, e l'attore è perfetto in questo ruolo. The Equalizer: Il vendicatore (The Equalizer), film del 2014 diretto da Antoine Fuqua, ha infatti come protagonista Denzel Washington. La pellicola è l'adattamento cinematografico della celebre serie televisiva degli anni ottanta Un giustiziere a New YorkDenzel Washington è Robert McCall, ex agente segreto che, dopo aver finto la sua morte, trascorre una vita tranquilla e monastica, lavora come impiegato presso un supermercato del fai da te e ogni sera cena da solo al diner sotto casa. È lì che incontra Alina (la bellissima Chloë Grace Moretz), una prostituta russa adolescente tiranneggiata dal suo magnaccia Slavi. Quando Alina finisce in ospedale per via delle botte di Slavi, Robert rispolvera il suo istinto omicida: partendo da Slavi e la sua gang risale la scala gerarchica del crimine russo. Una volta ottenuto le informazioni e il 'permesso' da un'amica della CIA, si imbatte nello psicopatico killer Teddy che tenta di eliminarlo attraverso agenti corrotti della polizia di Boston e nel suo capo Vladimir Pushkin.

venerdì 21 settembre 2018

Il fuoco della vendetta (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - Il fuoco della vendetta (USA, 2013): Russell (Christian Bale) e il fratello minore Rodney (Casey Affleck) vivono nella zona economicamente depressa della Rust Belt. Da sempre sognano di scappare e di trovare una vita migliore ma, quando uno scherzo del destino porta Russell in carcere, Rodney viene attirato in uno dei giri criminali più violenti e spietati del Nordest degli Stati Uniti. Una volta rilasciato, Russell dovrà scegliere tra la propria libertà o il rischiare tutto e ottenere giustizia per il fratello. Un film riuscito, dalla confezione estetica di struggente e malinconica bellezza. ma non si distingue per originalità né della narrazione né della messinscena. Out of the Furnace è un film di intensa atmosfera, creata attraverso un uso sapiente delle luci, della fotografia livida, delle ambientazioni desolate in una cittadina industriale di quelle che toglierebbero a chiunque la poesia (e proprio per questo hanno una loro poesia disperata). E a dispetto del titolo (che significa "fuori dalla fornace" e fa riferimento all'acciaieria, cuore pulsante della cittadina e strumento di sopravvivenza per l'intera comunità), racconta i suoi personaggi, nessuno escluso, come immersi in un inferno incandescente dal quale è difficile uscire vivi. Complessivamente si tratta di un prodotto mediocre, senza infamia e senza lode, anche se indubbiamente supportato da validissime interpretazioni di Bale, Harrelson e Affleck. Ben confezionato (con DiCaprio come produttore esecutivo) ma non incisivo. Voto: 6

Il caso di Lizzie Borden (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - Il caso di Lizzie Borden (USA, 2014), la vera storia di Lizzie Borden, accusata del brutale omicidio di suo padre e della sua seconda moglie e assolta in un processo, che ha attirato l'attenzione nazionale, anche se nessuno è stato mai accusato del reato, rimasto irrisolto. Riconosciuta colpevole dall'opinione pubblica, la Borden ha comunque vissuto nella sua città natale per il resto della vita. In un torrido pomeriggio d'estate del 1892 a Fall River, nel Massachusetts, Lizzie Borden (Christina Ricci) torna nella casa che condivide con il padre Andrew, la matrigna Abby e la sorella Emma. Niente però è come tutte le altre volte e Lizzie trova i genitori violentemente assassinati. Le indagini della polizia però puntano soprattutto su Lizzie stessa. Andrew Jennings, difensore di Lizzie, è convinto della sua innocenza sostenendo come sia inconcepibile che una donna, ritenuta da tutti sana e tranquilla, possa aver brutalmente ucciso la sua famiglia con un'ascia. Interessante. Voto: 6+

Charlie Countryman deve morire (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - Charlie Countryman deve morire (USA, 2013): Charlie (Shia LaBeouf) è un ragazzo come tutti gli altri fino al giorno in cui, per una promessa alla madre morta, viaggia nell'Europa dell'Est e si innamora di Gabi (Evan Rachel Wood), una misteriosa donna rumena che incontra dopo essersi seduto per caso accanto a suo padre sull'aereo che ha provocato la sua morte. Quando si incontrano, lei è già nelle mire di Nigel, un boss della malavita folle e violento con una banda di teppisti a completa disposizione. Armato di poco più del suo fascino e del suo ingegno, il ragazzo, per  proteggere l'amata, viene più volte picchiato duramente dagli scagnozzi del mafioso e viene coinvolto suo malgrado in faccende pericolose. L'unico modo per salvare la sua amata sembra solo quello di morire. Tra favola morale e romanticismo adolescenziale è più movimento e agitazione che sostanza e idee. Pellicola non particolarmente brillante, non si capisce bene il messaggio che vuole trasmettere, forse che l'amore vince sempre? In ogni caso quello che colpisce è la città di Bucarest, che probabilmente è veramente quella che si vede nel film, bella e pericolosa, dove la malavita domina il territorio, la vita di un uomo non vale niente, la polizia è corrotta e le persone, inquietanti ma a volte sorprendenti. Il film nel complesso non è niente di speciale seppur sufficientemente bello. Voto: 6+

In the blood (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - In the blood (USA, 2014), andato in onda poco tempo fa in prima serata su Rete4, è un thriller d'azione. Una coppia di amanti è in vacanza ai Caraibi, ma la serenità del viaggio viene presto interrotta dalla misteriosa scomparsa dell'uomo. La compagna, determinata a trovarlo, parte per uno sfrenato inseguimento agli uomini (tra cui Danny Trejo) che ritiene siano i fautori della sparizione. La campionessa di arti marziali Gina Carano non si lascia intimorire e arricchisce la sua carriera da attrice con un altro film d'azione. In the Blood è un thriller movimentato che potrebbe ricordare la story-line di Io vi troverò. La rivincita delle donne che sanno essere anche spietate. Adrenalinico. Voto: 6

Fatal Instict (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - Fatal Instict (USA, 2014): I detective della polizia Decker e Gates seguono una scia di tracce nel dare la caccia a un serial killer che sta terrorizzando Los Angeles. L'indagine, però, si rivela molto personale e prende una brutta piega quando le evidenze conducono al fratello truffatore di Gates, che Decker ha contribuito a far arrestare anni prima. Il finale lascia un po' a desiderare perché il vero colpevole non verrà preso e soprattutto in questo caso 'l'abito non fa il monaco'. Deludente. Voto: 5

Ossessione omicida (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/09/2015 Qui - Ossessione omicida (USA, 2014): A Colin Evans (Idris Elba), un pericoloso assassino, viene rifiutata la libertà condizionata nonostante abbia fatto ammenda dei suoi comportamenti passati. Nel viaggio di ritorno verso il carcere, Colin evade uccidendo i secondini che lo scortavano. Di nuovo libero, ne approfitta per uccidere la sua ex fidanzata, da cui si è sentito tradito. Nel frattempo, Terri Granger (Taraji P. Henson), casalinga con due figlioletti, vive una situazione di relativa tensione con il marito Jeffrey, che deve andare fuori città per il compleanno del padre. Rimasta da sola con i figli piccoli, Terri riceve di sera l'inaspettata visita di Colin, che, mentre fuori infuria la tempesta, le chiede di usare il telefono per chiamare il carro attrezzi: ha infatti avuto un incidente con la sua auto.

giovedì 20 settembre 2018

Addio a Dean Jones

Retrospettiva e commiato pubblicati su Pietro Saba World il 03/09/2015 Qui - Oggi avevo un post già pronto ma appena ho saputo, non potevo non rendergli omaggio. Un pezzo della mia infanzia se n'è andato, è morto Dean Jones, protagonista della serie "un maggiolino tutto matto". Aveva 84 anni ed era malato di Parkinson. Per lui una lunga carriera con la Disney. Aveva interpretato una trentina di film, ma il pubblico l'ha sempre identificato con Jim Douglas, il pilota del "Maggiolino" Volkswagen, chiamato "Herbie". portato sul grande schermo dalla Disney nell'omonima serie cinematografica. Dean Jones è stato protagonista di diversi film incentrati sulla piccola vettura dotata di "vita propria", tra cui il già citato Un Maggiolino tutto matto e Herbie al rally di Montecarlo. Dean Carroll Jones era nato il 25 gennaio 1931 a Los Angeles. Dopo l'esperienza nella Marina Militare statunitense nella Seconda Guerra Mondiale e nella Guerra di Corea, a fine servizio iniziò a lavorare al Bird Cage Theater di Knott's Berry Farm, in California. La sua carriera cinematografica prese il volo con il ruolo dell'agente dell'F.B.I. Zeke Kelso in F.B.I.: Operazione gatto (1965). L'attore, però, aveva già recitato a fianco di Elvis Presley e Jane Fonda.

mercoledì 19 settembre 2018

22 Minutes (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - 22 Minutes (Russia, 2014), andato in onda qualche tempo fa su italia1 (prima serata). Basato su un fatto realmente accaduto nel maggio del 2010 nel golfo di Aden, il film racconta dell'assalto da parte di un gruppo di pirati somali ad una petroliera russa. L'equipaggio fa in tempo a rifugiarsi nella sala comando per lanciare un ultimo, disperato messaggio d'aiuto. A tentare l'eroico salvataggio è la nave da guerra "Marshal Shaposhnikov", ma avranno a disposizione solo 22 minuti per salvarli. Confrontato con un recente film made in USA sullo stesso argomento, questo film rivela in maniera evidente la differenza di impostazione culturale tra i due paesi, quello che spicca come differenza è la quasi totale assenza di ricorso alla tecnologia anche se in questo caso trattandosi di una nave metaniera, con 4 giganteschi serbatoi di gas, era stato loro vietato l'uso di armi. Sufficiente. Voto: 6-

The protector 2 (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - The protector 2 (Thailandia, 2013), il ritorno di Tony Jaa in un film che necessiterebbe di un approccio diverso verso le nuove tecnologie. La Thailandia è sede dell'incontro di pace tra i presidenti di Katana Ovest e Est, Paesi che combattono tra loro una guerra sanguinosa. L'evento manda in fibrillazione il mondo della malavita, in particolare il boss Mr LC, che progetta un piano diabolico che coinvolge l'elefante sacro protetto da Kham. Un influente proprietario di un importante campo di elefanti viene assassinato nella sua casa, tutte le prove portano a Kham, che era presente sulla scena del crimine ed è stato visto con la vittima poco prima della sua morte. Kham è costretto a darsi ala fuga mentre la polizia si lancia in una caccia all'uomo e le nipoti gemelle cercano la vendetta. In suo aiuto un vecchio amico, il sergente Mark dell'Interpol. Doveva essere il film della riscossa per Tony Jaa, l'erede di Bruce Lee e Jackie Chan, ma la post-produzione qualitativamente imbarazzante ha sbagliato tutto, le scene ed effetti sono da serie B. Voto: 5+

Parker (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - Parker (USA, 2013), è il primo film a basarsi su un racconto di Donald Westlake da quando l'autore è deceduto e per questo il primo a poter usare il nome del protagonista. Film curioso a metà strada tra le sue storie con protagonista il criminale costantemente malmenato Parker e i film d'azione con Jason Statham. Assoldato per un rapina durante una fiera Parker viene tradito dai criminali della sua banda e scaricato mezzo morto per strada. Raccattato e rimesso in sesto da una coppia di campagnoli il criminale medita una vendetta ad ampio raggio, un piano clamoroso nel quale viene coinvolta suo malgrado anche un'agente immobiliare in crisi finanziaria (Jennifer Lopez). Entra in scena a metà film ma il suo mondo e i suoi problemi sembrano immediatamente più interessanti e coinvolgenti di quelli del protagonista.

La maledizione di Chucky (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - La maledizione di Chucky (USA, 2013), diretto dal regista statunitense Don Mancini, sequel de Il figlio di Chucky (2004), sesto atto della saga della bambola assassina. Andato in onda in seconda serata giorni fa su italia1. Dopo la morte (apparentemente) suicida della madre, Nica, sulla sedia a rotelle da quando è nata, è costretta a riunirsi per il funerale con la sorella Barb, il cognato Ian e la tata della nipote Alice. Quando però la gente che detesta comincia a morire misteriosamente, l'impavida Nica è inorridita dallo scoprire che il colpevole potrebbe essere Chucky, la strana bambola dai capelli rossi ricevuta qualche giorno prima per posta. Ciò che non sa è che Chucky ha da regolare un conto lasciato in sospeso venti anni prima. Grazie a l'inconsapevole aiuto di Alice avrà la sua vendetta. In una scena (terribile e surreale, cioè brutta e sciocca) ci viene descritto come l'anima del criminale sia entrata nella bambola. L'atmosfera da brividi c'è ed anche gli effetti gore sono realistici, inutile invece la scena lesbo. Memorabili le smorfiette di questa nuova bambola assassina, mentre la sequenza in cui la copertura di plastica le viene lentamente tolta e sbucciata dal viso per rivelarne le cicatrici, sembra quasi un omaggio ai film de "La maschera di cera". Prevedibile. Voto: 5,5

1303: la paura ha inizio (2012)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - 1303: la paura ha inizio (Canada, 2012), il film è il remake di un film giapponese del 2007 Apartment 1303. Janet stanca della madre alcolizzata si trasferisce a vivere da sola. Durante la prima notte nella sua nuova casa qualcosa di soprannaturale sembra impadronirsi dell'appartamento. Lei sarà vittima dalla casa, ma sua sorella (Mischa Barton) proverà a capire cosa sia realmente successo. La presenza spettrale non ha nulla del fascino inquieto e malato degli spettri giapponesi. Figurativamente, il film è piatto e non trova mai le giuste suggestioni visuali. La soluzione finale è fiacca, come tutto il resto. Solo per onnivori dell'orrore. Voto: 5

Il quarto tipo (2009)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 02/09/2015 Qui - Il quarto tipo (USA, 2009), è andato in onda in prima serata su Italia2 qualche tempo fa. E' un mockumentary che narra i misteriosi eventi che si verificano da oltre quarant'anni nella cittadina di Nome, in Alaska, legati ai rapimenti alieni. Il titolo del film si riferisce alla classificazione utilizzata dagli ufologi riguardo agli incontri ravvicinati con gli alieni, in cui il quarto tipo denota un rapimento alieno. All'inizio, Milla Jovovich (che si sforza di farsi prendere sul serio come attrice: qualcuno deve averle detto di recitare per sottrazione, ma il risultato è la monotonia espressiva) ci spiega che lei è un'attrice e nel film interpreta la dottoressa Abigail Tyler, in una ricostruzione drammatica di fatti avvenuti nei primi giorni dell'ottobre del 2000 nella città di Nome in Alaska. Per proteggere la privacy delle persone coinvolte, i nomi sono stati cambiati e ci viene detto che qua e là il regista ha inserito del reale materiale d'archivio, girato dalla stessa Abbey. Ed è proprio la "vera" Abbey a comparire nella prima intervista, con il volto contratto e scavato, per cominciare a raccontare l'accaduto.

martedì 18 settembre 2018

Land Ho! (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Land Ho! (USA-Islanda 2014), Sentendosi disilluso dalla vita dopo la pensione, Mitch, un ex chirurgo, convince Colin, il suo ex cognato, a fare una vacanza con lui in Islanda. I due intraprendono il loro viaggio attraverso i ghiacci della terra lontana, per scoprire poi che in fondo, non importa quanto lontano si scappi, non si può sfuggire a se stessi. I due pensionati, entrambi abbandonati dalle mogli, vivranno una vacanza all'insegna del relax e del comfort negli eleganti hotel di Reykjavik per poi spostarsi verso nord su un 4x4 che permetterà loro di guadare torrenti, assistere alle esplosioni dei geyser, campeggiare nei luoghi più impervi fumando marjuana, fare il bagno nelle pozze calde e dormire sotto il cielo più incredibile mai visto. E' una pellicola libera, lieve e divertente, ma anche una riflessione sul senso della vita e sul passare del tempo. Piacevole e divertente. Voto: 6,5

Questi sono i 40 (2012)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Questi sono i 40 (USA, 2012), andato in onda qualche tempo fa in seconda serata su Canale5. Dopo anni di matrimonio, Pete (Paul Rudd) vive in casa con la moglie Debbie (Leslie Mann) e le loro due figlie, Charlotte di otto anni e Sadie di 13. Quando la situazione economica comincia a vacillare a causa delle cattive acque in cui naviga la sua etichetta discografica, i due cercano il modo migliore per sopravvivere e godersi il resto della loro vita...prima che si uccidano a vicenda. Il loro rapporto è in crisi per una serie di motivi tra cui problemi sul lavoro e vita sessuale. A questo si aggiungono dei non buoni rapporti con i reciproci padri. Pensare a un futuro che li veda ancora a lungo insieme non sembra essere la cosa più facile. La pellicola è un poco convenzionale spin-off del film Molto incinta, sempre scritto e diretto da Judd Apatow, che si occupa della crisi di mezza età di Debbie e Pete, ovvero la coppia di amici dei protagonisti del film precedente. Nel cast c'è anche Megan Fox. Commedia oversize (134 minuti) che cede un po' nel finale ma di cui non si avverte la lunghezza. Una riflessione sorridente ma non superficiale sulle coppie consolidate. Voto: 6

Io sono tu (2013)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Io sono tu (USA, 2013), andato in onda qualche tempo fa in prima visione su Italia1. Fondi illimitati hanno permesso a Diana (Melissa McCarthy) di fare la bella vita alla periferia di Miami, dove la regina dello shopping compra tutto ciò che colpisce la sua fantasia. C’è solo un inconveniente: il nome che appare sulla carta di credito utilizzata per finanziare queste spese folli è “Sandy Bigelow Patterson” ed appartiene ad un contabile che vive dall'altra parte degli Stati Uniti. Con solo una settimana a disposizione per rintracciare la truffatrice prima che il suo mondo imploda davanti ai suoi occhi, il vero Sandy Bigelow Patterson (Jason Bateman) si dirige verso sud per affrontare la donna che gli sta rubando la vita, scoprendo quanto è difficile ottenere indietro il proprio nome. Lo spunto di partenza affonda le radici nella realtà quotidiana, quanti hanno subito un furto d'identità sanno quali e quante siano le complicazioni che ne seguono. In una Confederazione come sono gli Stati Uniti la cosa è ulteriormente complicata dalle differenti legislazioni tra Stato e Stato. Ha così inizio il classico on the road che sfrutta tutti gli elementi premendo un po' troppo spesso il pedale sull'esagerazione nelle gag a cui si aggiungono killer scatenati in caccia della truffatrice che poco aggiungono, se non sul piano della durata complessiva del film, a quanto la vicenda sembrava promettere all'inizio. Due bravi attori che gestiscono due tipi di commedia in un solo film, riuscendoci, ma con fatica. Prevedibile. Voto: 6-

Tutto molto bello (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Tutto molto bello (ITA, 2014): Giuseppe e Antonio si incontrano nel reparto maternità dell'ospedale, ognuno in attesa della nascita del proprio primogenito. Non potrebbero essere più diversi: Giuseppe lavora per l'Agenzia delle entrate, è pignolo e convinto che tutti vogliano imbrogliarlo, e ha un forte accento toscano; Antonio è un precario, ha un buon carattere e vive alla giornata, non si preoccupa di nulla e ha un forte accento campano. In attesa del lieto evento, Antonio invita Giuseppe in pizzeria, e lì comincia un'odissea comica che trascina i due per bische clandestine, feste mascherate e assortite peripezie. Tutto molto bello è una contraddizione in termini, perché di bello c'è veramente poco nel secondo film da regista di Paolo Ruffini (dopo Fuga di cervelli, leggermente migliore). Manca un'idea di cinema, una qualsiasi: gli eventi si susseguono senza alcun senso della storia, dei caratteri, della realtà e persino della commedia. I personaggi di contorno sono semplicemente imbarazzanti (a parte la bella e spigliata sempre Chiara Francini), dal suocero di Giuseppe (Paolo Calabresi) con la forfora a nevicata al "cantante idiota" (Gianluca "Scintilla" Fubelli) allo psicopatico tatuato (Angelo Pintus, il più sprecato), ognuno improvvisa battute puerili. Nessuno ha reazioni credibili, nemmeno in chiave comica, con l'unica eccezione di Pupo (sì, il cantante), sottoposto ad una pioggia di sgradevoli battute sulla sua altezza, la sua presunta bigamia e la sua passione per il gioco d'azzardo. Divertente, ma non rivedibile. Voto: 5,5

Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare (USA, 2014): Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Judith Viorst. Le disavventure dell'undicenne Alexander che passa la giornata peggiore della sua giovane vita. Una giornata che inizia male fin dal risveglio con una caduta dopo aver messo un piede sopra lo skateboard ma prosegue con la tazza del latte rovesciata, un chewing gum tra i capelli e la rovinosa caduta nel giardino di casa davanti alla ragazzina di cui è innamorato. Poi a scuola ne succedono ancora: una foto buffa e ritoccata del piccolo Alex diventa virale, in aggiunta per errore il ragazzo da fuoco all'aula di chimica. Per finire, Alex, che il giorno dopo compirà dodici anni, viene a sapere che tantissimi amici andranno ad un'altra festa di compleanno. Ritornato a casa, Alexander racconta della disastrosa mattinata ma tutti gli altri componenti non riescono a dargli retta, presi da continue discussioni.

Una notte in giallo (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Una notte in giallo (USA, 2014): Meghan (Elizabeth Banks) è un'ambiziosa giornalista televisiva sui 30 anni, che sta per essere promossa ad un ruolo di primo piano da un’importante rete nazionale. Ma dopo una giornata disastrosa, scopre di essere stata lasciata dal suo fidanzato e di non avere neanche ottenuto la promozione. Così le loro amiche la convincono a una notte brava, indossando un vistoso abito giallo prestato da una di loro. Dopo aver passato la notte con un uomo, riceverà una chiamata inaspettata, sarà oggetto di osservazione dall'emittente, ha solo otto ore a disposizione prima di presentarsi al colloquio più importante della sua vita, ma rimarrà bloccata nel centro della città di Los Angeles senza telefono, automobile, soldi e documenti di identità. Come tornare a casa? Per una serie di eventi, sarà più difficile del previsto. Con questo film il regista Steven Brill va sul sicuro, ispirandosi alla fortunata trilogia de "Una notte da leoni", da cui riprende i temi trattati (droga, sesso e malintesi sono infatti gli ingredienti principali). Azzeccata è la scelta della protagonista, Elizabeth Banks si dimostra perfetta in ogni situazione, mai banale o eccessiva, sempre divertente e autoironica. Anche i personaggi minori sono ben riusciti come la banda di spacciatori, esilaranti. Altra commedia statunitense con una presenza femminile di tutto rispetto. Una notte da non dimenticare. Graffiante. Voto: 6+

Provetta d'amore (2012)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Provetta d'amore (USA, 2012): Una coppia sta facendo di tutto per avere un figlio ma senza esito. Un medico diagnostica una lentezza degli spermatozoi. Lui però in passato (e in gran segreto) è stato donatore di sperma e quindi tutto era regolare. Se nella banca del seme fosse ancora conservato un campione da lui prodotto e lo si potesse recuperare tutto si sistemerebbe, e infatti grazie ai suoi strani amici e a un pseudo-mafioso indiano (l'unico personaggio che riesce a non stancare dopo soli cinque minuti) riuscirà nell'impresa, ma non mancheranno gli imprevisti. Poca originalità nei contenuti, scarsa sceneggiatura. Da sottolineare la presenza della bellissima Olivia Munn. Quasi sufficiente. Voto: 5,5

Bastardi in divisa (2014)

Mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/09/2015 Qui - Bastardi in divisa (USA, 2014): Per Ryan e Justin è un momento di svolta nella vita: è giunto il momento di decidere se rimanere a Los Angeles nella speranza di sfondare o tornare in Ohio e ammettere la propria sconfitta personale. L'ennesima umiliazione durante una rimpatriata con gli ex-compagni di college si trasforma per la coppia in un'idea di riscatto: fingere di essere agenti di polizia per guadagnare il rispetto e la popolarità fin qui mai raggiunta. Un gioco che Ryan comincia a prendere maledettamente sul serio, fino a entrare in collisione con il racket di un criminale efferato, lo psicopatico Mossi. Risate spensierate garantite da uno Wayans jr. in forma, specie nella fisicità di alcune sequenze (il travestimento da killer e i tragicomici tentativi di arresto, oltre al consueto repertorio sul suo lato più femminile con corredo di gag sugli stereotipi gay).

lunedì 17 settembre 2018

3 Days To Kill (2014)



Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/08/2015 Qui - Per un agente della Cia colpito da una malattia incurabile può essere più facile sopravvivere a combattimenti corpo a corpo e rocamboleschi inseguimenti per le vie di Parigi, che relazionarsi a una figlia adolescente arrabbiata e con l'abitudine di telefonargli nei momenti più improbabili. E' la scoperta che fa Kevin Costner nel thriller action condito da momenti di commedia 3 Days to kill diretto da McG e scritto da Luc Besson (anche coproduttore). Luc Besson da sceneggiatore rimescola thriller e dinamiche familiari, il regista McG invece (nome d'arte di Joseph McGinty Nichol), ha detto sì a 3 days to kill solo e propriamente per il coinvolgimento di Besson, suo grande fan. Nel film (del 2014), Costner è Ethan Renner, agente della Cia che dopo aver scoperto di avere una malattia incurabile decide di andare a Parigi per provare a riconciliarsi con l'ex moglie Catherine (Connie Nielsen) e la figlia, ormai adolescente Zooey (Hailee Steinfeld), che non vede da anni. Trovare un dialogo con l'imprevedibile sedicenne che non perdona al padre la lunga assenza, si rivela più difficile del previsto e le cose si complicano quando arriva Vivi (Amber Heard, in un look tra femme fatale e Bond Girl), 'collega' della Cia, giovane e ambiziosa, che concilia tacchi a spillo e vestiti sexy alla risolutezza di una killer. La donna offre a Ethan una cura sperimentale per la sua malattia, ma in cambio gli chiede aiuto per catturare un pericoloso mercante d'armi, Wolf.

domenica 16 settembre 2018

Maze Runner: Il labirinto (2014) ...e non solo


Recensione ed anteprima pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2015 Qui - Un gruppo di ragazzi, ignari del proprio passato, vive nella misteriosa Radura, una gabbia a cielo aperto circondata da un labirinto abitato da mostri e dalla quale nessuno è mai riuscito a fuggire. Questo il prologo di cosa ci riserba il film, ma non finirà qui. Neanche il tempo di vedere il film che scopro ci sarà il sequel (La fuga, ad ottobre al cinema, la continua) e a quanto pare anche un terzo nel 2017, Infatti Maze Runner: il labirinto è tratto dal bestseller di James Dashner, il primo film di una visionaria saga fanta-action tratta da una saga letteraria al momento arrivata a 6 romanzi. Ma andiamo con ordine, cominciando a parlare del primo film, Maze Runner - Il labirinto (The Maze Runner) è un film del 2014 diretto da Wes Ball. È una pellicola di fantascienza ambientata in un futuro distopico, tratta dal romanzo Il labirinto (2009) scritto appunto da James Dashner. Thomas, senza ancora sapere o ricordare di chiamarsi così, si ritrova intrappolato in un ascensore (chiamata la scatola) che sale verso l'alto, si ritrova in un cortile erboso situato all'interno di un vasto perimetro, la Radura, circondato e delimitato da alte pareti grigie, qui incontra altri ragazzi che come lui non ricordano nulla del proprio passato e che hanno fondato una piccola comunità con le sue regole, tra cui la più importante è di non entrare nel labirinto, un posto popolato dai letali Dolenti, a cui nessuno è mai sopravvissuto. Il ragazzo apprende che, ogni mese, la scatola porta nella radura una nuova persona, insieme ad alcuni rifornimenti. Newt, secondo in comando e intendente, spiega che i radurai più abili e veloci diventano velocisti: si tratta degli unici del gruppo a cui è consentito entrare nel Labirinto. Lo esplorano alla ricerca di una via di fuga durante il giorno, ma devono essere di ritorno prima di sera, perché l'ingresso del labirinto chiude al tramonto, e nessuno è mai sopravvissuto nemmeno una notte nel labirinto.

sabato 15 settembre 2018

Le Tartarughe Ninja: Il film ...e non solo

Retrospettiva, trama completa e commento pubblicati su Pietro Saba World il 22/08/2015 Qui - Hanno già fatto il loro ritorno al cinema le quattro tartarughe mutanti, i simpatici mangiatori di pizza a volontà, e nel 2016 raddoppieranno con il sequel. Negli anni novanta erano gli eroi (con dei nomi troppo belli, un genio chi li ha inventati) che tutti i bambini volevano essere soprattutto a carnevale vestendosi a maschera. C'era anche la serie a cartoni animati, non mi sono mai perso una puntata. Il nuovo riavvio della serie cinematografica (nel 2014) è avvenuta in concomitanza col trentesimo anniversario dall'uscita della prima serie dei fumetti delle Tartarughe Ninja, avvenuta nel maggio del 1984La nuova pellicola però è il remake del film Tartarughe Ninja alla riscossa del 1990. Questo primo film fu girato dal vivo con attori in costume, e grazie alla serie animata ebbe un grande successo, in realtà il film si basa soprattutto sui fumetti originali, e sebbene vi siano alcune caratteristiche che lo riconducono ai cartoni animati del 1987 non compromettono tuttavia la somiglianza tra film e fumetto. Tartarughe Ninja alla Riscossa è fedele alla storia originale, anche per le ambientazioni oscure e notturne. Il successo creato da questa pellicola porterà alla luce ben tre sequel: Tartarughe Ninja II - Il segreto di Oozequesta seconda pellicola non ha quasi nessuna analogia con gli eventi del fumetto, ma riprende dagli eventi finali della pellicola precedente, lo stile tetro parzialmente permane, ma inizia ad essere permeato dal genere comico e luminoso della prima serie animata che nel 1991, anno di uscita del film nelle sale, vedeva il suo periodo di massimo splendore. Il film fu girato in memoria di Jim Henson (che ha lavorò sui costumi delle Tartarughe e Splinter nel primo film) e contiene un messaggio ambientalista. Nonostante sia il secondo capitolo della saga, è stato il primo dei tre film ad essere trasmesso in prima visione tv su Canale 5, nel febbraio del 1994. Ah poveri noi! Tartarughe Ninja III, con il terzo film la saga cinematografica si scinde completamente dal fumetto, assumendo quasi per intero le caratteristiche allegre dei cartoni animati in voga in quel periodo. Nonostante questi cambiamenti e il buon successo commerciale, il film è stato negativamente accolto da critici e fan (giustamente).

venerdì 14 settembre 2018

Un matrimonio da favola (2014) & Big Wedding (2013)

Recensioni pubblicate su Pietro Saba World il 20/08/2015 QuiParlo di due film, uno italiano e l'altro americano, che tratta lo stesso argomento, il matrimonio. Il primo è Un matrimonio da favola (2014) diretto da Carlo Vanzina e l'altro è Big Wedding (2013) diretto da Justin Zackham. Due modi diversi di vedere le cose nelle tradizioni e costumi dei loro rispettivi paesi. Ma andiamo con ordine: Daniele (Ricky Memphis) lavora presso un importante gruppo bancario a Zurigo, ma non spicca per doti d'intraprendenza e resta bloccato in un incarico secondario. Per fare carriera decide di sposare Barbara, la figlia del suo capo, nonostante quest'ultimo non abbia la benché minima stima nei suoi confronti. Al matrimonio Daniele decide di invitare i parenti stretti, cioè la madre e uno zio ladro, ma anche i suoi vecchi compagni di scuola che non vede dai tempi del liceo. Infatti, Giovanni, Luca, Alessandro e Luciana erano amici inseparabili e formavano un gruppo molto coeso, ma hanno perso le tracce una volta finita la scuola: peraltro Daniele non era stato ammesso all'esame di maturità e da quel momento non ha più visto i ragazzi. Giovanni, che ai tempi del liceo era il leader del gruppo, è sposato con l'avvocato divorzista Paola e allo stesso tempo ha una relazione clandestina con la giovane commessa Sara. Confidando sull'assenza di Paola al matrimonio, essendo la donna impegnata in una conferenza di lavoro, Giovanni chiede a Sara di accompagnarlo a Zurigo: la ragazza è al settimo cielo, essendo la loro prima uscita pubblica insieme e preludio al matrimonio da lei tanto atteso (Sara ignora infatti che Giovanni è sposato). Luca ha sempre detto di voler girare il mondo, ma si è ritrovato a fare la guida turistica a Roma: il suo stile di vita è molto libertino, ha parecchie donne e nessuna relazione duratura. Alessandro è stato costretto dal padre a seguire la carriera militare e si occupa dell'addestramento delle nuove reclute: in realtà è gay e convive con Roberto, il suo compagno che vorrebbe facesse finalmente coming out.

giovedì 13 settembre 2018

Quando un remake è inutile

Analisi e mini recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/08/2015 Qui - Il remake, come indica la sua traduzione letterale dall'inglese, è il rifacimento di un'opera, in genere fiction di tipo audiovisivo, già esistente. Il termine si applica in particolare ai film ma può essere utilizzato anche per serie televisive o videogiochi. Quando il rifacimento è trasversale, ossia si applica ad un medium diverso da quello originale, si utilizza di solito il termine "adattamento". Il remake può essere più o meno fedele all'originale: si può ad esempio cambiare l'ambientazione, qualche personaggio o attualizzare la trama. Tutto ciò, ovviamente, a seconda delle esigenze che possono essere diverse da quelle del film originale. Solitamente maggiore è la distanza temporale tra le due pellicole, maggiori sono le differenze. Il genere cinematografico più frequentemente sottoposto a remake è quello fantascientifico, ma è frequente anche nel filone horror e fantastico, le motivazioni vanno principalmente ricercate nella continua evoluzione delle tecnologie degli effetti speciali, utilizzati pere rendere più spettacolari le scene. Vi sono comunque frequenti rifacimenti anche nel genere della commedia. Molti remake dovrebbero servire a rendere migliore un film o a cambiare la visione allo spettatore ma in certi casi diventa inutile e superfluo. Fare un remake di Rocky, Indiana Jones e tanti altri classici e cult del cinema è pura blasfemia. In questo caso vorrei parlarvi del remake di un film (appena passabile) del 2011 (Starbuck - 533 figli e non saperlo) diretto da Ken Scott. Solo due anni dopo addirittura lo stesso regista ne ha fatto il remake, chiamato Delivery Man, con protagonista Vince Vaughn. La trama, David Wozniak è un eterno adolescente con un lavoro precario in macelleria, e una coltivazione di marijuana in casa. Quando era più giovane per raccogliere soldi ha iniziato a donare il suo sperma, ritrovandosi poi ad avere 533 figli. David ha anche una fidanzata, molto più seria e adulta di lui. Un giorno della sua vita succedono due cose che gli cambieranno la vita per sempre, Lei è incinta e i suoi figli vogliono conoscerlo.

mercoledì 12 settembre 2018

Instructions Not Included (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 10/08/2015 QuiInstructions Not Included è un film messicano del 2013, del genere commedia drammatica scritto interpretato e diretto da Eugenio Derbez. Valentín Bravo è un stralunato playboy di Acapulco che vive numerose storie con le turiste di passaggio. Un giorno una sua vecchia fiamma di nome Julie si presenta alla porta di casa con una bambina, sostenendo che è il frutto della loro relazione. Julie lascia la piccola con Valentín dopo avergli chiesto soldi per pagare un taxi, ma approfittando della confusione, scappa via. Trasferitosi a Los Angeles insieme alla piccola Maggie, alla ricerca della madre che intanto è sparita senza lasciar traccia, il neo papà entra casualmente nel mondo del cinema dove comincia a lavorare come stuntman. Dopo sei anni, quando l'equilibrio tra Valentin e Maggie è ormai consolidato, la mamma si ripresenta reclamando i propri diritti. Un uomo inadatto alla vita adulta si trova a dover badare ad un bambino scoprendo in sé attitudini sconosciute.

martedì 11 settembre 2018

Amici come noi (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/08/2015 QuiAmici come noi è un film italiano del 2014 diretto da Enrico Lando e interpretato da Pio & Amedeo. I due protagonisti sono Pio D'Antini e Amedeo Grieco, la coppia comica scoperta dalle Iene con la rubrica Gli Ultras dei Vip. E' un road movie su due amici inseparabili di Foggia che dovranno lasciare la loro amata città per sfuggire a una situazione piuttosto imbarazzante. Pio e Amedeo gestiscono a Foggia un negozio di pompe funebri high tech dal nome Hai l'Under (traduzione errata di Highlander). Pio sta per sposare Rosa, una maestrina locale, ma tramite Amedeo scopre che in rete circola un video hard in cui appare la ragazza. Pio e Amedeo decidono allora di lasciare la cittadina pugliese (Fuggi da Foggia la canzone di sottofondo, scritta appositamente per l'occasione è stata ideata dal comico Checco Zalone) dirigendosi prima a Roma e poi a Milano. I due hanno intenzione di chiedere allo zio ricco 30 000€ per aprire una attività di pompe funebri nella stessa città. Lo zio però non accetta, così i due amici decidono di rapire il suo amato pappagallo, per poterlo poi ricattare. Con l'aiuto di due amiche di Amedeo chiedono il riscatto, ma sfortunatamente il pappagallo muore per malnutrizione. Nel frattempo uno strozzino insegue Amedeo sino a Roma, costringendo i due a fuggire più a nord.