Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Il film, tra quelli di James Cameron, che si ricorda per la travagliata 
realizzazione ed il costo spropositato. Il risultato è sicuramente 
maestoso, di grande impatto e con, 
addirittura, un messaggio di pace. In alcuni momenti un po' difficile da
 seguire, ma questo non toglie nulla all'esito finale. La visione 
richiede infatti pazienza, ma gratifica. In questo caso però, la 
versione che ho visto è quella della director's cut, 2 ore e 40 minuti, 
che non avevo (ancora) mai visto, che tuttavia non mi ha pienamente 
convinto, lo ricordavo diverso, ma sempre grande film rimane. "Incontri 
acquatici del terzo tipo", con una prima parte suggestivamente venata di 
horror (il sottomarino russo pieno di cadaveri, le luci misteriose), una
 lunga parte centrale d'azione avvincente e con sequenze ad alta 
tensione come quella dell'annegamento, un epilogo meno convincente 
all'insegna del "volemose bene". A tal proposito, forse un po' troppo 
svenevole in alcuni frangenti ma molto ben diretto da James Cameron, che
 realizza un film sfruttando quella che è una delle sue grandi passioni,
 gli abissi oceanici, e realizzando un film che servirà come prova 
generale per i futuri che aveva intenzione di girare in seguito, 
sperimenterà difatti le tecniche di ripresa acquatica per Titanic e 
realizzerà uno dei primi tentativi di animare al computer dei liquidi, 
difatti col senno di poi è impossibile non paragonare l'alieno liquido 
che si vede in questo film col più famoso T_1000 di Terminator 2 (vinse 
l'Oscar per gli effetti speciali non per caso). Lo fa senza tralasciare 
nulla (belle anche le scenografie), seppur esagerando un po' in alcune 
sequenze, ma ormai è risaputo, ad esempio la battaglia coi piccoli 
sottomarini se la poteva risparmiare. Poi l'amore che trionfa sempre 
anche sulla morte è troppo scontato e stucchevole. Detto questo la regia
 è ottima, il cast è molto valido (anche se troppo carico Michael Biehn paranoico, bene Mary Elizabeth 
Mastrantonio donna tosta, eccellente come al solito Ed Harris)
 e la storia è abbastanza bella (emozionante alla fine, l'incontro e non
 solo), anche se non proprio memorabile. Un film spesso "tralasciato" 
quando si parla di James Cameron che merita di essere riscoperto. Voto: 7
lunedì 31 gennaio 2022
E noi come stronzi rimanemmo a guardare (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - A Pif non manca certo 
l'ambizione (vedasi Momenti di trascurabile felicità) e pur rifacendosi a modelli riconoscibili come Lei (Her) e 
simili, questo film contiene delle buone intuizioni, però 
sovraccaricando di tematiche che in certi aspetti rimangono abbastanza 
schematiche. Il concetto stesso di lavoro declinato a schiavitù 
legalizzata, come di schiavitù è l'atteggiamento collettivo di farci 
influenzare le nostre esistenze da applicazioni e like. E tutto questo 
con il nostro permesso e proprio per questo il titolo del film è 
pienamente indovinato (bene gli attori). Non tragga in inganno il tono da commedia del 
film, la storia lascia un senso profondo di solitudine e disperazione 
che il finale, affatto consolatorio, fa trasparire. Meno compatto delle 
sue opere precedenti, certamente non un film banale, a mio parere. Al 
netto di un didascalismo superfluo e qualche sbavatura, il film diverte e
 fa riflettere, risultando una sorta di Black Mirror all'italiana. Ritmo abbastanza fluido, per una visione gradevole e senza grossi affanni. Voto: 6+
Dune (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Avevo aspettative alte viste le recensioni, l'hype generali e il resto 
(avendo io visto il deludente Dune di David Lynch e confidando nel 
bravissimo Denis Villeneuve una migliore resa), sono rimasto non deluso 
ma un po' perplesso. Il regista dell'ottimo Blade Runner 2049 riesce in 
questo: una grande resa estetica (contemplativa e avvolgente) 
irrobustita da una gestione del sonoro che lascia attoniti (lo score di 
Hans Zimmer, in tal senso, è davvero evocativo). Quello che mi ha 
convinto meno sono la messa in scena, un po' troppo cupa, certe scene 
d'azione un po' strane girate con approssimazione, non è facile entrare 
in quel mondo, talvolta la pellicola manca di profondità, ho avuto 
l'impressione che il tutto (attori compresi) fosse a servizio dello 
spettacolo, dello sfarzo, del fare colpo a tutti i costi. Stessa fedeltà
 al romanzo (di Frank Herbert) ma film di opposta natura: debordante ed 
eccessivo quello di Lynch, essenziale e quasi ascetico questo, il cui 
rigore si riflette nelle forme degli edifici e delle macchine, nei 
costumi e soprattutto nella palette quasi monocromatica della 
fotografia. Il risultato è visivamente appagante ma il racconto stenta 
ad appassionare. Rimane comunque un buon prodotto, maestoso ed epico a 
suo modo, anche se alla fine mi ha lasciato un senso di vago ed 
incompiuto, dopotutto s'interrompe proprio sul più bello, il che è 
giustificato dal fatto che questa è la prima parte (e per fortuna la 
seconda parte verrà prodotta), ma ne ho ugualmente risentito. Nel 
confronto col Dune degli anni '80 (invecchiato male), questo è 
sicuramente una spanna sopra, con la prima trasposizione che 
paradossalmente aveva il pregio di finire già, completando tutto il 
percorso. Bello ma non bellissimo, mi aspettavo di più. Voto: 7
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Fast & Furious 9 - The Fast Saga (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Come un cartone animato, chi conosce il brand lo sa bene ed è abituato 
alle scene impossibili e contro ogni legge fisica, svuotato ormai da 
quello che doveva essere lo spirito originale la serie è votata a ogni 
capitolo solo a strabiliare sempre più con scene assurde, esplosioni ed 
esagerazioni di ogni tipo, come dice la Michelle Rodriguez al termine di
 una delle scene più pazze: "Questa mi è nuova!". Ad ogni modo a sto 
giro, tra macchine che vanno nello spazio e personaggi che resuscitano, 
questo forse è il peggior capitolo della saga, esageratamente e 
ingiustificatamente lungo, orfano della coppia Hobbs&Shaw che 
avevano dato una ventata di freschezza al franchise (e pure uno 
spin-off) oltre a dare più ironia cosa che in questo film manca del 
tutto con dialoghi logorroici e stucchevoli. Si viaggia per inerzia e si
 arriva sfiniti con l'unica certezza, continua (malauguratamente). Voto:
 4,5
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La nostra storia (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Un dramma familiare che svela una storia di coraggio e 
impegno sociale più forte della paura e della morte, sullo sfondo di una
 Medellín violenta e preda delle orribili contraddizioni interne che 
l'hanno agitata negli anni '70. Il dottor Abad Gómez si trasforma in una
 delle tante (troppe) vittime dell'ingiustizia e della mostruosità 
umana, un "uomo giusto" trasformato in un martire laico della scienza e 
del progresso, della lotta sociale contro le atrocità meschine che la 
vita troppo spesso infligge. Eppure, nonostante gli intenti nobili e la 
volontà di ricordare il passato più recente immortalandolo sul grande 
schermo, il film di Fernando Trueba finisce per risentire fin troppo di 
un'eredità letteraria di partenza che aleggia sulla sua resa, 
trasformando una narrazione per immagini in una trasposizione di parole 
drammatizzate, corpi e volti che incarnano memorie abbattendo (al 
contempo) il ritmo che sostiene e scandisce le coordinate 
spazio-temporali della settima arte, dilatandolo fino a far smarrire la 
concentrazione dello spettatore lungo il percorso tracciato dalla 
storia. Voto: 5,5
Lovely Boy (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Giovane musicista promettente affonda in un mare di droga, ce la farà a 
riemergere? Si rimane un po' sconcertati di fronte alla limitatezza di 
idee di questo film che (esclusa l'ambientazione moderna nel mondo della
 musica trap, che comunque aborro) racconta la solita storia 
col medesimo iter successo/dipendenza/recupero. Andrea Carpenzano 
fornisce di certo una convincente prova ma, a parte il classico 
messaggio incoraggiante sulla possibilità di uscire fuori dal tunnel in 
qualsiasi momento, viene da chiedersi cosa ci sia di veramente 
coinvolgente in una storia come tante. Regia (di Francesco Lettieri) che
 cerca di fare qualcosa e si appoggia in prevalenza ai suoni, ma non 
basta, anche perché questi (insieme ad insensate canzoni) irritano non poco. Voto: 4,5
Come pietra paziente (2012)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - In mezzo al conflitto afghano una donna veglia sul marito in coma e ne 
approfitta per dirgli tutte le cose che da vivo non poteva riferirgli. 
Basato essenzialmente sul dialogo (o meglio, monologo) e 
sull'interpretazione della Golshifteh Farahani, è una storia per certi 
versi struggente ma anche tediosa. Non si fa remore nel toccare temi 
scabrosi e induce a ulteriori riflessioni su un tema, quello della 
condizione della donna musulmana, già ampiamente dibattuto. Quel che nel film (diretto da Atiq Rahimi) ho trovato scostante è la scelta di un racconto in 
forma di alternativo Kammerspiel che, pur sempre ben tenuto, in più 
frangenti rischia il manierismo piuttosto che l'evidentemente ricercato 
effetto straniante. Io di solito ho forti reticenze per questo tipo di cinema, preferisco 
vedere piuttosto che sentire, ma in questo senso è anche un film potente
 nella sua direzione psicologica, un po' patinato (involontariamente) nella delicatezza del 
confronto tra amore e desiderio. Troppo "invitante" nel suo amaro 
contesto. A conti fatti riuscito però risaputo, e decisamente non per tutti. Voto: 6
Possession - L'appartamento del diavolo (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Film che ricicla tutto il repertorio sulle case infestate (nel territorio di infestazioni demoniache in un vecchio 
appartamento sulla scia lunga di L'evocazione e Verónica, tra spiriti 
vendicativi e una famiglia in pericolo) ma che 
assolve al suo compito primario di spaventare dosando la tensione con 
abilità per lunghi tratti, salvo poi sbracare (come spesso accade) in 
dirittura d'arrivo. Gli spagnoli comunque questi film li sanno fare, e 
infatti abbiamo una cura formale ineccepibile e anche l'ambientazione 
anni '70 accresce il senso di inquietudine. Qualcosa si poteva tagliare 
(la figura del nonno è abbastanza ininfluente), qualcos'altro aggiungere
 (il "peccato" appena accennato), ma se non si è fissati con 
l'originalità la visione la merita. Voto: 5,5
Una storia senza nome (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Una storia che mette tanta (forse troppa) carne al fuoco, tra malavita, 
arte, politica e cinema, con non tanto velati riferimenti all'attualità 
italiana dell'ultimo trentennio e un clima generale di torbido mistero, 
sfumata dall'ironia della commedia nostrana. Interessante, ma la 
sceneggiatura non è molto calibrata e il film, pur meritevole di 
visione, soffre di una parte centrale troppo statica. Divisa tra 
gialletto e commedia, l'opera di Roberto Andò regge perlopiù grazie alla
 buona performance attoriale del nutrito parterre (in primis la bella 
Micaela Ramazzotti, non dimenticando Renato Carpentieri), ma pecca per 
il taglio televisivo che in taluni frangenti trasforma la pellicola in 
una banale fiction per la televisione. Alessandro Gassmann, pur 
nella 
sua bravura, fa Gassmann. Resta in ogni caso un film persuasivo nella 
descrizione della metamorfosi psicologica della protagonista. Una 
commedia dai toni sofisticati che mai trascendono nella volgarità, 
con qualche passaggio a vuoto, comunque superiore alla media delle 
italiche commedie di adesso. Voto: 6
The Dark and the Wicked (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Onestamente non mi ha detto niente questo film di Bryan Bertino, sceneggiatore di The Strangers: Prey at Night. Il cast fa il suo, 
l'atmosfera è abbastanza malsana ma, se devo essere sincero, non mi ha né preso né convinto così tanto da 
meritare la sufficienza. Sarà che ormai in ambito horror certe 
storie lasciano poco e si fanno dimenticare in fretta. Gli riconosco il 
merito di non essere il solito horrorino preconfezionato moderno tutto 
Jumpscare e mostroni in CGI, vorrebbe essere una pellicola più 
riflessiva e seria e quasi ci riesce, ma in sostanza quello che offre 
sono le solite cose di presenze maligne in un contesto isolato e 
bucolico. C'è qualche scena inquietante ed angosciante che a tratti lo porta a sembrare più un film 
drammatico che dell'orrore (e lo dico come complimento), ma di contro la
 sceneggiatura è lenta, quasi tutto quello che si vede è 
prevedibile, c'è del solito paradossale, molte cose come i personaggi di
 contorno vengono lasciate in sospeso senza alcuna spiegazione ed il 
finale poteva essere molto più incisivo. Volenteroso ma non del tutto riuscito. Voto: 5,5
The Father - Nulla è come sembra (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Una rappresentazione della demenza senile di devastante potenza, 
interpretata da un Anthony Hopkins assolutamente da Oscar (poi 
prontamente vinto), supportato da un cast
 a sua volta di grande bravura (su tutti Olivia Colman, che non è 
un'attrice qualunque). Il merito del regista Florian Zeller (al suo 
esordio alla regia) è di far 
immedesimare lo spettatore nel degrado mentale del protagonista tramite 
continui stravolgimenti della narrazione e dei ruoli dei protagonisti, a
 simboleggiare il labirinto della malattia in cui progressivamente 
l'anziano non riesce più a districarsi (lo straniamento di Anthony è il 
nostro straniamento). La sensazione d'impotenza e 
solitudine, nonché la sofferenza dei familiari, sono rappresentati con 
grande empatia, realistico e commovente. Un drammone intenso, straziante
 e a tratti anche abbastanza duro da digerire. Inutile dire che la 
magnifica prova di Anthony Hopkins tiene in piedi totalmente da sola la 
storia (la sceneggiatura "teatrale", anch'essa vincitrice di un Oscar), 
una storia sì "banale" ma che ha il grande merito di farti comprendere 
il dramma di chi ci passa. Il dramma del perfetto alter ego "maschile" 
di Julianne Moore, protagonista in Still Alice di una problema 
similmente debilitante. Voto: 7,5
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Wolfwalkers - Il popolo dei lupi (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Davvero una bellissima favola, si resta rapiti da una narrazione 
immediata, dinamica e subito coinvolgente, si fa presto ad entrare in 
empatia con i protagonisti ed interesse per la loro avventura. Le 
tematiche sono varie, prima tra tutte le intenzioni ambientaliste che 
evocano un po' il cinema del maestro Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli,
 
impossibile parteggiare per la razza umana disegnata come mostri, 
brutti, dai denti aguzzi e senza cuore benché spesso si professino 
devoti a Dio ma con invece intenti distruttivi e cattivi nei confronti 
della natura. Visivamente colpisce la cura dei disegni fatti a mano 
realizzati come in un libro di illustrazioni dove si notano gli schizzi a
 matita e le tinte pastello sono un qualcosa che impreziosisce ancora di
 più il film, in un era dove la CGI fa da padrona è merce rara. In 
definitiva una storia che parla d'amore, d'amicizia e rispetto per la 
natura ben raccontata e visivamente affascinante (la colonna sonora, 
tutta in stile folk irlandese, è bellissima ed azzeccata). Dopo La canzone del mare, il regista Tomm Moore (qui affiancato da Ross Stewart) stupisce 
ancora, e ci regala un altro gioiellino, anche più splendente del 
precedente. Voto: 8
Lucky (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - L'idea di partenza è interessante e incuriosisce. Ben presto si capisce 
che nella situazione reiterata della protagonista c'è qualcosa di 
"altro", di non letterale. E verso la fine (se si è scafati anche prima)
 si capisce cosa, ma il disvelamento anziché gettare una nuova e 
positiva sulla pellicola, si rivela ferale per la riuscita della stessa.
 Era proprio necessario colorarla di tinte femministe? Non era già pieno
 il genere di final girl? Peccato, con qualche idea in più ed un twist 
diverso, la riuscita del film sarebbe stata ben altra. Comunque, non un 
disastro totale. Forse solo la colonna sonora, martellante e distorta, mi è parsa valida, seppur ripetitiva. Il film della Natasha Kermani non riesce a farsi apprezzare, 
apparendo al contrario pedante, poco convincente, e neppure recitato 
validamente dal mediocre cast, che vede nella 
parte della protagonista, la bionda urlante Brea Grant, tutt'altro che 
memorabile. Voto: 4,5
The Bleeder - La storia del vero Rocky Balboa (2016)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Biopic del pugile Chuck Wepner, che affrontò Muhammad Alì ispirando 
Sylvester Stallone per Rocky. Discreta ricostruzione ambientale '70s nonché degli eventi salienti della vita del pugile, notevole la 
prova del somigliante Liev Schreiber e buona la Ost in tema. 
Le gesta del simpatico perdente Wepner vengono narrate con 
verosimiglianza e senso del ritmo e gli incontri con personaggi come Sly
 e Alì risultano spassosi. Tenace, estroverso, tenero verso la moglie e 
la figlia, ma anche inguaribile donnaiolo, sbruffone, pronto a perdersi 
nell'alcool e nella droga: un carattere contraddittorio ben reso 
da Schreiber e ben supportato dal resto del 
cast. Peccato che il film s'interrompa subito dopo il rilascio dal 
carcere, che lievemente prolissa sia la parte finale (generando un 
piccolo senso di noia), ma resta un lavoro ben fatto per
 conoscere un personaggio a molti sconosciuto. Voto: 6
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Copshop - Scontro a fuoco (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Niente di nuovo sul tema dell'assedio a una stazione di polizia (che sia
 nel vecchio west o nel Distretto 13) ma Joe Carnahan ha sempre avuto un
 certo stile nel dirigere i suoi film (vedasi Smokin' Aces), così la trama scivola via senza 
intoppi, tra qualche rallentamento nella prima parte e una buona dose di
 sadismo nella seconda. Le sparatorie sono dirette con competenza e 
sicuramente Gerard Butler è perfettamente in parte, da subito attira le 
simpatie dello spettatore, così come Frank Grillo attira da subito i 
sospetti. Non male, anche se pesano nel finale le ferite che si 
rimarginano troppo in fretta ed alcune farraginosità nella struttura 
narrativa. Certo, come credibilità non si può giudicare, va preso come 
un mero prodotto ludico utile per passare una serata tutta action e 
colpi bassi (e in questo senso il divertimento e l'intrattenimento è di buon livello), però meglio si poteva fare. Voto: 5,5
Un altro giro (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Lavoro coraggioso che è al tempo stesso celebrazione e condanna di uno 
stile di vita alcolico tutto danese (eppure assimilabile anche a tutte 
le latitudini), i benefici sociali di una tradizione nazionale sono 
messi in scena con simpatia ma non mancano i momenti di riflessione su 
cosa stia a monte del consumo d'alcol e sui suoi effetti che non tutti 
riescono a gestire. "Bevi responsabilmente", come dice un noto slogan, 
ben incarnato da questa dramedy che gode di chiaroscuri emozionanti e 
prove attoriali superlative, su tutte un Mads Mikkelsen straordinario. 
Gran film che affronta un tema scomodo con umanità e senza demonizzare. 
Un altro giro non ha però la forza di una pellicola come Il sospetto, ma
 il film di Thomas Vinterberg (vincitore dell'Oscar per il miglior film 
in lingua straniera) è brillante e piuttosto brioso, allorché decisamente migliore del precedente visto del regista, ovvero La comune. Voto: 7+
Love and Monsters (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Un'inaspettata sorpresa. Film distopico di mostroni in superficie e 
umani ridotti ai bunker (praticamente una versione di "Benvenuti a 
Zombieland" con creature mutanti e visto che io ho amato quel film non 
ho potuto che apprezzare questa variante), ma con un enorme cuore in 
sceneggiatura che fa affezionare ai personaggi e qua e là offre squarci 
poetici che muovono alla commozione. Dylan O'Brien è qui al ruolo della 
maturità, come il suo personaggio si scrolla di dosso il passato ed 
entra nella sfera dei caratteri ben studiati e scritti a tutto tondo, 
affiancato per un po' da un Michael Rooker particolarmente simpatico. 
Bene gli effetti, non invadenti e ottima la tenuta del ritmo (diligente la regia di Michael Matthews). Nulla di 
eccezionale, ma dal punto di vista dell'intrattenimento e del 
divertimento compie il suo dovere, anche perché il tono è scanzonato. 
Nel suo genere un buon film. Voto: 6,5
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giovedì 27 gennaio 2022
Il film della Memoria: The Song of Names (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/01/2022 Qui - In quasi tutte le scorse volte in questo importante giorno vi ho parlato di film che l'Olocausto prendeva di petto (l'anno scorso fu Resistance - La voce del silenzio), in questo caso invece esso è usato come scorciatoia per la tragedia, e prendendo a cuore l'effettivo significato di questo giorno, questo film da me scelto (ma tuttavia quasi imposto, era l'unico "disponibile" su Sky) spinge proprio sul concetto di Memoria (mai dimenticare, perché il tempo passa, ma la memoria resta, affinché non si ripeta). Il senso del titolo di questo film, tratto da un romanzo di Norman Lebrecht, nasce proprio dal bisogno (lo spettatore scoprirà in quale contesto) di fare memoria dei nomi di chi non c'è più con una variante altrettanto fondamentale nella cultura ebraica: la musica. Musica che nel film è suonata su uno strumento che ha segnato in maniera indelebile il tragico percorso del popolo ebraico, in particolare nel '900: il violino. In questo senso, il film (che si avvale dell'aiuto di due buonissimi attori quali Tim Roth e Clive Owen) ha delle belle musiche firmate dal leggendario Howard Shore, ma questo non basta per attutire le noiose note della narrazione. Di una vicenda che delude clamorosamente nelle delucidazioni conclusive, vero termometro per innalzare il lavoro di François Girard (regista de Il violino rosso che riprende spunto dalla propria ossessione verso lo strumento-oracolo) a film da ricordare oppure metterlo all'interno dell'enorme calderone di opere contro l'infamia tedesca. Soprattutto dopo un'intera rincorsa a cercare qualcuno e qualcosa, troppo scarna si rivela la spiegazione di un angoscioso addio trentennale e i due assi, nel poco spazio disponibile all'interno di un auto, non riescono a rendere giustizia alla loro fama e a quella di una pellicola che si aspetta il climax ad effetto, ma che si dovrà accontentare di un flaccido pugno e un paio di pacche sulla spalla, peccato.
mercoledì 5 gennaio 2022
S.O.S. fantasmi (1988)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Charles Dickens in salsa pop. TV, Chernobyl, muro di Berlino, tutto 
profuma di "anni '80" in questo film leggerissimo, natalizio, 
divertente, che parte dalla messa di un "Canto di Natale" alternativo, 
aggressivo, dai toni quasi apocalittici, al punto da dimenticare la 
reale essenza del romanzo, per narrare una favola dai tratti surreali 
che vede in Bill Murray un interprete perfetto. Quest'ultimo torna ad 
occuparsi di ectoplasmi dopo "Ghostbusters", il film che lo ha 
definitivamente affermato a Hollywood. Il suo Frank Cross è un 
concentrato di spietatezza, senza regole morali, figlio del rampantismo 
tipico degli anni '80. Gli si contrappone Eliot Loudermilk (interpretato
 da Bobcat Goldthwait) che rappresenta la normalità delle cose, che si 
scontra con l'arrivismo cinico di un'epoca (la fondazione umanitaria che
 premia Frank Cross per il suo apporto ne è un esempio calzante). Meno 
esoterismo e più sentimenti rispetto al citato film di Ivan Reitman del 
1984, grazie al contributo del veterano dei favolosi anni '80 Richard 
Donner (Superman, The Goonies, Arma letale) che usa tutta la sua 
sapienza in termini di azione per realizzare un film dai ritmi 
altissimi, diventata col tempo una commedia cult. Film leggerissimo, dal
 finale scontato e moralista, ma non poteva non essere così, d'altronde è
 uno dei film natalizi per antonomasia, anche se ultimamente si vede 
poco in tv. Voto: 7
Holidate (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Tipica
 commedia romantica anni duemila, diretta dall'esperto in commedie di genere John Whitesell, 
che tuttavia prove memorabili non ha mai fornito, anzi, basta menzionare
 Big Mama per fare un esempio del livello massimo raggiunto, che questa 
pellicola (di produzione Netflix) però, non troppo originale ed alquanto prevedibile, 
paradossalmente supera. Celati sotto le gag demenziali e il linguaggio 
un po' volgare ci sono i classici buoni sentimenti di ogni film 
natalizio (per metà) che si rispetti. Comunque l'idea del "festamico" è 
simpatica e per buona parte della sceneggiatura dialoghi e ritmo sono 
abbastanza svelti da divertire. Si arena un po' proprio nelle parti più 
sdolcinate, che annacquano la carica anarchica del soggetto. Non male 
Emma Roberts (che vabbè sempre gnocca è) e Luke Bracey, una coppia discretamente affiatata. Voto: 
5,5
Jingle Jangle: Un'avventura natalizia (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Favola natalizia targata Netflix, colpisce per la magniloquenza della 
produzione che prevede ricche scenografie, numeri musicali e coreografie
 assai curate. Professionale la prova del cast (Forest Whitaker ne è 
l'esempio), con una prova più che discreta della piccola 
co-protagonista. A fronte di tutto ciò, la sceneggiatura è abbastanza 
banale e derivativa al massimo, con la costante sensazione del "già 
visto" e una durata spropositata. Un film dal grande potenziale che, tuttavia, finisce per risultare fin 
troppo dimenticabile (canzoni trascurabili, momenti ridondanti, villain poco incisivo).
 Molti personaggi sono abbozzati e non trovano 
spazio nella storia, che si risolve in un happy ending annunciato e 
decisamente stucchevole. Graditi sono invece i riferimenti alla cultura 
pop del mondo cinematografico, per un film altalenante che non convince 
del tutto, che può solo intrattenere i bambini. Voto: 5
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Qualcuno salvi il Natale 2 (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Secondo capitolo del Babbo Natale (di casa Netflix) impersonato 
dall'inossidabile Kurt Russell, degnamente assistito dalla consorte 
Goldie Hawn, in un film di Natale dall'impianto più classico, rispetto 
al precedente (Qualcuno salvi il Natale), con il cattivo di turno che intende mettere i 
bastoni tra le ruote al mitico vegliardo barbuto. Nulla di 
particolarmente divertente, anche se abbastanza movimentato, non 
colpisce più di tanto soprattutto se si hanno meno di 10 anni. La regia 
di una vecchia volpe come Chris Columbus fa infatti il possibile 
per 
rendere le cose veloci e ritmate, ma la storia, alquanto semplicistica, 
non fa breccia, come anche il siparietto musicale (stavolta leggermente 
patetico). L'avventura di per sé non è comunque malaccio, ma di certo 
non aiuta alla riuscita della stessa la lunghezza (eccessiva) e la CGI 
(brutta e troppo 
utilizzata) della pellicola, di una fiaba dai buoni (moralistici) 
sentimenti natalizi che strappa il sorriso in allegria ma che si 
dimentica velocemente. Voto: 5,5
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Avventura fantasy,
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Goldie Hawn,
Judah Lewis,
Julian Dennison,
Kimberly Williams-Paisley,
Kurt Russell,
Netflix,
Tyrese Gibson
Lost Christmas (2011)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Stravagante quanto serio, divertente quanto triste, questo film diretto da John Hay offre porzioni generose di sentimenti, eventi 
assurdi e lezioni di vita in egual misura. I personaggi sono realizzati 
con cura, nessuno è perfetto e nessuno è affatto cattivo. Gli attori 
sono uniformemente solidi (si riconosce solo Jason Flemyng) e la 
storia è originale (lo era forse 10 anni fa). Alcune componenti sembrano infatti
 familiari, non è del tutto diverso da La vita è meravigliosa, 
in cui la tragedia 
lascia il posto alla meraviglia, alla gioia e allo spirito magico della 
stagione. La metafora della distruzione (e della trasformazione) e delle
 forze della Dea Shiva era avvincente (e questo era uno dei pochi 
elementi interessanti) tuttavia alquanto fragile è questo
racconto di Natale, una favola densa di malinconia, 
che cerca di mantenere il livello mieloso ai minimi indispensabili ed in
 fondo ci riesce, ma che impressione non fa. Voto: 6-
Tutto normale il prossimo Natale (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Commedia brasiliana sul Natale che ricorda un po' Ricomincio da 
capo e un po' Cambia la tua vita con un click. Un uomo che 
non sopporta 
il Natale (perché è anche il suo compleanno) si trova a svegliarsi 
sempre nei vari Natali futuri saltando gli anni. Ci sono momenti 
divertenti, altri meno, c'è la curiosità di capire come finirà e 
l'immancabile momento amaro pre-lieto fine. La morale della storia è 
vicina all'immortale novella dickensiana "Canto di Natale" ma non c'è da
 aspettarsi l'ambientazione innevata del Natale boreale perché si è in 
Brasile. Comunque grazie ad alcuni momenti simpatici e ad un 
protagonista piuttosto simpatico (anche se inguardabile) ci si diverte 
quanto basta e si porta a casa la classica favola moderna ricca di 
insegnamenti sulle cose importanti della vita e sul godersi ogni singolo
 momento. Non eccezionale ma, tutto sommato, sufficientemente godibile. 
Voto: 6
Noelle (2019)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Confusione al Polo Nord quando l'erede di Babbo Natale decide di non 
voler fare il mestiere e scappa a Phoenix. Sua sorella, molto più 
indicata di lui al ruolo, va a cercarlo causando equivoci e pasticci più
 che prevedibili. Una favola natalizia (di produzione Disney e diretta dal Marc Lawrence di Professore per amore) non troppo originale e dal ritmo 
non sempre svelto, che può però contare su una Anna Kendrick assoluta 
deliziosa nel ruolo, che sopperisce a evidenti carenze di sceneggiatura 
col suo candore naturale. Meno spazio per gli altri, compresa una 
Shirley MacLaine ormai troppo in là con gli anni e di poco 
spessore sul 
risultato generale. Su di un prodotto gradevole sì, da apprezzare 
durante le festività natalizie, ma l'uso eccessivo di CGI e la 
prevedibilità degli esiti narrativi (il female empowerment imperante ne è
 una dimostrazione) lo riducono ad un telefilm pomeridiano a tratti 
impersonale. Un "telefilm" che palesa poca incisività e troppa voglia di
 enfatizzare concetti socio culturali, vedibile ma dimenticabile. Voto: 
5+
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Natale a 8 Bit (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Uno sguardo nostalgico verso l'adolescenza, un tempo che non tornerà 
più, con i piccoli problemi di un ragazzino, e dei suoi amici, alla 
continua ricerca nel realizzare il sogno di possedere un Nintendo. 8 Bit
 Christmas è un film per famiglie che ha lo scopo di esaltare la 
famiglia come l'unica cosa veramente importante, al di là dei piccoli ed
 effimeri desideri di fanciullo, che va oltre le festività e che 
promuove, anche con evidente leggerezza, la forza, l'unione e la 
spensieratezza, anche a fronte di qualche sacrificio. Una morale non 
nuova ma sempre efficace, soprattutto in periodi come questi. A conti 
fatti un buon prodotto, che avrà anche tutti i difetti tipici di questo 
tipo di film, ma svolge il suo compito degnamente. Come degnamente 
svolge il compito il cast, forse poco sfruttata la comicità di Neil 
Patrick Harris, che più di un sorriso me l'ha strappato. Colonna sonora 
niente male e regia nella media, per un film che probabilmente non 
rimarrà nella storia, ma che nella playlist delle prossime festività un 
posto sempre avrà, come in queste d'altronde, in cui bene sta. Voto: 6,5
Non ti presento i miei (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Classica commedia di stampo natalizio, che sostituisce l'ormai vecchio 
retaggio del presentarsi insieme al fidanzato di colore con il portare a
 casa una fidanzata lesbica e nasconderla ai genitori 
ultra-conservatori. Nonostante il tema non sia fresco, così come le 
battute e le gag (prevedibili), il tutto funziona per il garbo della 
sceneggiatura (che comunque tende forse troppo al dramma) e la bravura 
dei suoi interpreti, con una Kristen Stewart ben calata nella parte e 
una Mackenzie Davis che le fa da giusto contraltare. La regia propone lo
 stile solito da dedicare al periodo e alla fine si resta piacevolmente 
intrattenuti, nonostante la retorica, la banalità, l'immancabile 
buonismo finale ed una certa ostentazione (forse evitabile) dell'essere omosessuale. Comunque Happiest Season, opera della (ora anche) regista Clea 
DuVall, è carina sì, ma affatto memorabile. Voto: 5,5
Christmas Movie (Natale 2021)
Post pubblicato su Pietro Saba World il 05/01/2022 Qui - Una nuova stagione cinematografica ricomincia, una stagione che si prospetta diversa dalle altre, con il limite di un post a settimana e con la soppressione di alcuni post tradizionali, compreso l'ultimissimo di ogni anno, quello precedente a questo che ha chiuso il 2021, il Saba Beauty Awards che va in pensione, per vari motivi che non sto a dire. E tuttavia si riparte alla stessa maniera di sempre, con appunto i film di Natale visti la scorsa festività (compreso un "Vintage Movies" che fa da apripista al ritorno dell'Angolo Vintage), che pubblico esattamente prima dell'Epifania (oltretutto per l'ultima volta vi fornirò la lista dei film evitati e/o scartati del periodo, semplicemente perché non ne vale più la pena), che le feste porta via. A proposito di ciò, quest'anno sotto l'albero ho trovato Netflix, per dire che il 2022 sarà davvero intenso, anche se paradossalmente saranno di meno le visioni filmiche rispetto al passato, ma son sicuro che ugualmente bello sarà, cinematograficamente parlando, quest'anno appena cominciato. Un anno che, incrociamo le dita, migliore, e in generale, anche sarà.
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