Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/01/2022 Qui - Un dramma familiare che svela una storia di coraggio e
impegno sociale più forte della paura e della morte, sullo sfondo di una
Medellín violenta e preda delle orribili contraddizioni interne che
l'hanno agitata negli anni '70. Il dottor Abad Gómez si trasforma in una
delle tante (troppe) vittime dell'ingiustizia e della mostruosità
umana, un "uomo giusto" trasformato in un martire laico della scienza e
del progresso, della lotta sociale contro le atrocità meschine che la
vita troppo spesso infligge. Eppure, nonostante gli intenti nobili e la
volontà di ricordare il passato più recente immortalandolo sul grande
schermo, il film di Fernando Trueba finisce per risentire fin troppo di
un'eredità letteraria di partenza che aleggia sulla sua resa,
trasformando una narrazione per immagini in una trasposizione di parole
drammatizzate, corpi e volti che incarnano memorie abbattendo (al
contempo) il ritmo che sostiene e scandisce le coordinate
spazio-temporali della settima arte, dilatandolo fino a far smarrire la
concentrazione dello spettatore lungo il percorso tracciato dalla
storia. Voto: 5,5
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