Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/08/2020 Qui - Dietro la direzione adrenalinica e tosta di David Leitch (uno che di ritmo ed action se ne intende eccome, se si pensa a John Wick e ad Atomica Bionda, sue regie precedenti assieme a Deadpool 2), il film, spin-off della serie di Fast & Furious, che si svolge due anni dopo Fast & Furious 8 (da quest'ultimo proviene l'accoppiata Hobbs & Shaw, che lì faceva faville, qui anche, ma non è quello il problema di questo nono capitolo), si districa tra coreografie perfettamente orchestrate ed una buona dose di ironia, almeno fino al punto in cui la vicenda ci conduce a Samoa, terra esotica e paradiso d'origine di Hobbs (e dello stesso gigantesco Dwayne "The Rock" Johnson). Qui la vicenda si caramella di intrusioni familiari invadenti e sdolcinate che, assieme alla immancabile svolta rosa (in questo caso tuttavia alla bellissima Vanessa Kirby non gli si può dire niente), contribuiscono a raffreddare non poco i motori di una vicenda di fatto grossolana, banale e prevedibile, ma visivamente garante di uno spettacolo piuttosto godibile. Tra i camei, oltre a lady Helen Mirren, simpatica madre ladra di Jason Statham/Shaw, è Ryan Reynolds che, spuntato fuori come dall'uovo, si rende protagonista di due interventi esilaranti e dissacranti, in grado di far perdonare almeno in parte tutta la ridondante retorica sulla famiglia entro cui rimane invischiato questo indiavolato e concitato nono capitolo della serie più tamarra (e fortunata) probabilmente di sempre (nel cast da segnalare comunque un corpulento Idris Elba, e poi Cliff Curtis, Eddie Marsan, Eiza González e Kevin Hart). Perché va bene che l'intrattenimento è importante, ma i limiti del concepibile e accettabile vengono ampiamente superati anche in ottica action-movie, la durata è poi francamente eccessiva. E quindi pellicola vivace ma obbiettivamente mediocre. Voto: 5+
Nessun commento:
Posta un commento