Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/08/2020 Qui - Un film che in fondo si basa sul principio di offrire ciò che è nei desideri dei nostri interlocutori. Come in un film dalle dinamiche simili come The Hoax, il falso diventa vero perché vogliamo che sia vero, lo desideriamo. E dalla mente e dal talento non riconosciuto di una scrittrice respinta dai salotti buoni di una New York infida e pronta a divorarti, ecco che parte un percorso di riscatto personale dove la sua arte e la sua arguzia da misantropa trova terreno fertile. Basato su una storia vera da cui è stato tratto il romanzo: Can You Ever Forgive Me scritto dalla stessa Lee Israel, il film di Marielle Heller ci mostra il ritratto di una donna irascibile quanto adorabile e biecamente fiera di essere solitaria ma soprattutto ci fa riflettere sul potere della scrittura e sulla capacità duttile di modificar la realtà, fittizia, grazie all'estro artistico che spesso non fa rima con fama. Una regia accurata disegna inoltre con efficacia i luoghi chiave della sua parabola discendente nel milieu letterario newyorkese. La sceneggiatura, candidata all'Oscar insieme ai due attori principali (in tal senso, Melissa McCarthy finalmente fa vedere il suo talento in una parte drammatica dopo tante commedie, alcune dimenticabili, la sua lingua è sempre tagliente, ma in maniera diversa, Richard E. Grant un buon compagno di viaggio), non è perfetta, ma una cosa fa bene, rende gradevole una truffa, anche se, più che il divertimento legato alla spudoratezza dell'impresa e alla suspense per il rischio che i due corrono ogni volta, ci fa sorridere la sotterranea soddisfazione con cui la protagonista, lavorando a questa attività truffaldina, valorizza (nel gioco della simulazione) la sua competenza di biografa e la sua capacità di scrittura, trascinandoci involontariamente dalla sua parte. E così non possiamo non essere dalla sua parte quando fa pagare un prezzo ad interlocutori non propriamente innocenti. Perciò al titolo originale "Can You Ever Forgive me?" vien da rispondere: Yes, we can. Lento, ma buon film. Voto: 6,5
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