Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Drake Doremus dopo Equals si conferma amante del puro 
romanticismo, inscenando un melodramma delicato ed appassionato ma che 
si prende (purtroppo?) i soliti tempi rarefatti e dilatati, ed il mondo 
di Orfeo è sempre vicino. Egli che lavora su una cinematografia che, 
davvero, attrae o respinge come una calamita. Era successo con Equals
 (che comunque non mi era dispiaciuto ed era pochino migliore) dove in 
un futuro distopico immergeva un melodramma dai tempi così dilatati da 
far succedere qualcosa dopo molto tempo. In Zoe il melodramma si 
ripete, ed i tempi dilatati pure. Se lo spettatore non si assopisce 
sulle soavi musiche (affascinanti ma il sonno sta in agguato) riuscirà 
poi a vivere una storia d'amore delicata e sofferta, appassionata e che 
pone le radici in profondità in una società molto più vicina a noi di 
quanto il film voglia rappresentare. Doremus, attento lettore di amori 
impossibili e torturati pone solo nel finale gli spunti di 
approfondimento più interessanti, vi sono film sicuramente con un piglio
 di ritmo più trascinante, ma per gli appassionati ci sta. Voto: 5,5
martedì 28 febbraio 2023
Free Solo (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Buonissimo documentario su un'impresa che ha dell'incredibile. Un 
documentario da manuale: riesce ad alternare in modo perfettamente 
calibrato interviste, scene di vita personale ed avventura. Un 
documentario che mostra tutto il percorso di preparazione effettuato da Alex Honnold
 per raggiungere la folle impresa di scalare (senza alcun tipo di 
protezione) El Capitan, inquietante montagna sita nel parco di Yosemite.
 Le spiegazioni tecniche sono argomentate con facilità (la comprensione è
 immediata anche per il più inesperto dei neofiti) e l'empatia sorge 
spontanea. Colpisce la meticolosità di ogni operazione in fase di studio
 e la scalata finale lascia spesso con il fiato sospeso. Il taglio di 
alcune inquadrature è magistrale, in alcuni passaggi si ha davvero 
l'impressione di stare accanto a lui, appeso ad una fune. Interessante è
 anche il rapporto che si instaura e muta con la troupe cinematografica 
che riprende l'impresa. Un'impresa, una pellicola, vincitrice dell'Oscar
 al miglior documentario nell'edizione del 2019, emozionante, 
spettacolare e riuscita. Voto: 7
L'ombra del giorno (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Garbato dramma sentimentale ambientato ad Ascoli Piceno alle soglie 
della Seconda guerra mondiale. Una vicenda coinvolgente, dalla buona 
resa drammatica. La caratterizzazione storica è semplice, pochi tocchi 
qua e là, in superficie, ma corretta. La storia è sobria ed "educata": 
presenta qualche ingenuità di troppo (specie nella parte finale) ma non 
sbraca e non eccede mai in sentimentalismi e patetismi. Va bene che il 
tema è piuttosto abusato nel panorama cinematografico, ma questo, è un 
film sincero, sentimentalmente sussurrato, incentrato più 
sull'evoluzione (non semplice) del protagonista. Nonostante le due ore 
piene, le lungaggini quasi non ci sono (bravo in questo il regista Giuseppe Piccioni). Il cast fa la sua parte, compreso uno Riccardo Scamarcio quasi sempre ingrugnito, come suo solito. Lino Musella meriterebbe ormai ruoli diversi e di maggior peso. Benedetta Porcaroli
 si mostra matura e attenta. Nel complesso un'opera (dalla efficace 
colonna sonora) di buon livello che scorre in maniera valida. Voto: 6,5
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Lino Musella,
Riccardo Scamarcio,
Sandra Ceccarelli,
Valeria Bilello,
Vincenzo Nemolato
Il mostro dei mari (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Gradevole film prodotto da Netflix e diretto da un artista proveniente dalla Disney (è uno dei registi di Oceania). Sebbene i "riferimenti" si sprechino (il più immediato è alla serie di Dragon Trainer),
 nell'insieme si tratta di un buon prodotto che coniuga azione, 
sentimenti e umorismo, oltre a veicolare in modo non pedante messaggi 
positivi di tipo ecologico e (cosa forse inaspettata) sulla propaganda 
veicolata dai regimi. La storia in effetti non mostra nulla di nuovo con
 il solito ribaltamento dei suoi personaggi dove i buoni diventano 
cattivi e dove i mostri non sono poi così cattivi, ma il buon ritmo non 
permette cali d'attenzione e si lascia guardare fino alla fine con un 
certo ottimismo e simpatia. Molto riuscita l'animazione, rivedibile 
invece il doppiaggio italiano. Non immune da banalità e forzature, 
comunque piacevole prodotto, semplice ma efficace, non da buttare 
(nomination ci sta). Voto: 6+
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Jim Carter,
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Chaos Walking (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Mah insomma, speravo in qualcosa di meglio anche se non mi è del tutto 
dispiaciuto. Da bocciare di sicuro le scene concitate in cui non si 
capisce quasi niente. Trama se non altro con un po' di originalità anche
 se non nello sviluppo in cui risulta tutto molto prevedibile sin 
dall'inizio e scontato per come si evolve compreso il finale. Una 
visione alquanto leggera e divertente a tratti, ma sempre con una 
sensazione di fondo che gli manchi qualcosa. Tecnicamente nella media, 
recitazione così così. Diciamo che non mi sorprende che il film sia 
passato un po' inosservato. Brutto no, insipido più che altro. Gradevole
 all'esterno ma con poca sostanza, ecco. Di sicuro nulla di 
imperdibile. Doug Liman stavolta, dopo buonissime prove, un po' delude. Voto: 5+
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RRR (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Sorprendente esempio di quanto la commistione di generi (per come 
destabilizzante e fuori contesto appaia almeno in un primo tempo) possa 
rivelarsi invece innovativa e riuscita. Celebrazione a tutto tondo della
 civiltà indiana, fatta da agguerriti eroi (in questo caso due), scontri
 senza esclusione di colpi (spettacolarizzati per ragioni 
cinematografiche), ma anche momenti di puro divertimento (vedasi le 
scene di ballo volutamente da videoclip). Antico e moderno si 
avviluppano grazie a uno stile registico meritevole di plauso capace di 
intrattenere e stupire per ore. Possiede un ottimo ritmo anche se 
l'affastellarsi di flashback a due terzi del film mette un'enorme 
parentesi al racconto. Avrò visto 5 o 6 film di Bollywood più o meno 
riusciti, ma questo il più strano ed ultra kitsch, ma esageratamente 
divertente. Un film, distribuito da Netflix, candidato ad un Oscar 2023 per la canzone, deliziosamente particolareggiante. Voto: 7
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Netflix,
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Firestarter (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Carino, si lascia seguire, ma appassiona poco, coinvolge meno, e ancora 
un poco delude. Il paragone con il primo adattamento cinematografico del
 1984 è inevitabile ma quest'ultimo grazie anche ad un buon cast 
riusciva in parte a salvarsi, seppur in calcio d'angolo. Se 
ridondante era Fenomeni paranormali incontrollabili, scarno è questo Firestarter,
 al punto che rispetto all'originale il testo viene (mal) asciugato e 
corretto. La delusione vera è il finale dove non c'è una vera catarsi. 
Se nel 1984 era proprio il finale pirotecnico a salvare parzialmente il 
film, in questo caso c'è pochissima catarsi. Non nascondo una certa 
delusione perché c'erano margini di miglioramento proprio perché il film
 del 1984 non era eccezionale, ma invece di essere migliore sembra più 
un banale filmetto per la tv. A conti fatti non così interessante e/o 
coinvolgente da meritare la benché minima sufficienza. Voto: 5
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Alla vita (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Un tema poco affrontato al cinema, un'impronta delicata e dignitosa. La 
regia poteva però osare di più. E' infatti una riflessione su religione e
 ortodossia, ma raccontata in modo più sfumato rispetto a prodotti come Unorthodox. Dignità,
 delicatezza e decoro sono i contrassegni emotivi di un dramma intimo 
che non cerca vie e soluzioni solo superficialmente d'effetto. Un 
sorprendente Riccardo Scamarcio e la buona Lou de Laâge mostrano di trovarsi a loro agio nei toni trattenuti di Alla Vita.
 Il film accompagna il loro tentativo con una buona scrittura e una 
dignità d'approccio veramente apprezzabili. Peccato solo che la messa in
 scena, nella sua lodevole sobrietà, manchi di quel guizzo di freschezza
 e di originalità, in nessun modo ruffiana o urlata, che avrebbe 
permesso a questo incoraggiante esordio (dell'attore Stéphane Freiss) di raggiungere picchi davvero notevoli. Tutto ambientato in una tenuta agricola arsa dal sole (nella soleggiata Puglia), Alla vita è un dramma di sostanza, rigoroso malgrado l'assenza di grossi guizzi di regia. Voto: 6+
Minions 2 - Come Gru diventa cattivissimo (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Arriva con molto ritardo (forse troppo?), visto il successo del primo film,
 il secondo capitolo dei "Minions", in cui si va alle origini per 
spiegare come Gru sia diventato cattivissimo, quest'ultimo in realtà più
 tenero e solidale di un missionario, quantomeno con certi suoi pari. In
 questo senso il gioco formativo è studiato per suggerire alle nuove 
generazioni collettivo ed altruismo oltre i difetti e/o le scelte 
sbagliate, e va bene così. Ma in verità la storia, semplice e per certi 
versi prevedibile, è una "scusa" per dare ampio spazio ai 
divertentissimi, pasticcioni e irresistibili esserini gialli, che in 
effetti fanno quasi tutto il lavoro comico (ma era inevitabile). 
Tuttavia tutto molto infantile (nella sceneggiatura e il resto), 
graficamente ineccepibile sì, però non basta (rispetto al precedente un 
bel passo indietro). C'è comunque da sottolineare che nuovi personaggi 
come l'agopunturista maestra di kung fu e il capo dei sei cattivi non 
sono male, come non male è il prodotto in sé, meritevole di una 
simpatica occhiata. Voto: 6
Leonora addio (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Non è tutto chiarissimo in questo primo lungometraggio scritto e diretto dal solo Paolo Taviani,
 e inevitabilmente dedicato alla memoria del fratello (e sodale 
artistico) Vittorio, da poco scomparso. Senz'altro l'età avanzata del 
regista e sceneggiatore, oramai nonagenario, ha contribuito all'idea di 
realizzare un film (d'Autore) così cupo, disperato e in preda alla 
fissazione della morte, tutto gira attorno ad essa, infatti, in Leonora addio, e alla figura di Luigi Pirandello. Lo scrittore siciliano firmò una novella quasi omonima, della quale qui non v'è traccia, ma anche Il chiodo,
 nei suoi ultimi giorni di vita: e proprio una trasposizione di 
quest'ultima per immagini costituisce la mezzora finale del film. Di un 
film seppur storicamente interessante, metaforicamente spassionato e 
grottescamente amaro (nonché tecnicamente di qualità), poco fruibile ai 
più (poiché scollegato in alcuni punti), e di conseguenza tedioso a 
molti, di cui me stesso, che ha trovato inutilmente a dissolvere le 
proprie perplessità per un lavoro benché sentitamente autoriale e 
personale alquanto anonimo ed indeterminato. Voto: 5,5
La casa nella palude (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - La suggestiva ambientazione in una casa tra i bayou della Louisiana fa 
da sfondo a una vicenda allegorica che vede una famiglia in crisi 
espiare le proprie colpe, assediata da una coppia di locali che non sono
 quello che sembrano. Sorta di Funny Games con connotazioni 
soprannaturali/voodoo, è un'intrigante vicenda che vive soprattutto 
delle prove di un cast ben scelto (su tutti Angela Sarafyan e Jacob Lofland,
 tra i volti più interessanti del cinema recente) e di alcune intuizioni
 riuscite, che mantengono alta l'attenzione col susseguirsi dei vari 
twist. Una chance la merita di sicuro, perché film discutibile (la 
svolta "esoterica" lascia un po' a desiderare, e la "spiegazione" finale
 mi è sembrata un po' buttata lì senza troppa convinzione, l'idea poteva
 essere sfruttata meglio), ma meno banale del previsto. Non è male tra i
 film "diversi" ma non impiegherò molto a scordarlo. Voto: 5,5
Bardo, la cronaca falsa di alcune verità (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Attraverso
 le incredibili, surreali vicissitudini di un documentarista messicano, 
si racconta la storia controversa del Messico e dei suoi rapporti con 
gli USA. Felliniano, ma riuscito pochino male. Stupisce che un regista 
come Alejandro González Iñárritu si sia fatto prendere da manie 
di grandezza scrivendo un film del genere, che dice tutto in maniera 
alquanto forzata e prevedibile. Non mancano le singole sequenze 
visionarie da grande cinema, tuttavia rischia di strafare con un'opera 
onirica e tortuosa troppo lunga e ingarbugliata, in cui alla verve 
immaginifica sfrenata non corrisponde una scrittura altrettanto perfetta
 e serrata. Apprezzabile, almeno, sotto il profilo tecnico (fotografia 
da Oscar, nomination ok). Voto: 5,5
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Alejandro González Iñárritu,
Commedia grottesca,
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Film drammatico,
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Íker Sánchez Solano,
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Ximena Lamadrid
Tra due mondi (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Il mondo invisibile delle donne delle pulizie. Film di carattere sociale
 che non cerca di fare esplicita denuncia ed assomiglia al cinema di Ken Loach.
 Il tema del precariato è visto infatti come un'indagine (da cui la 
sorpresa sul vero lavoro della protagonista) e sottolinea l'empatia e il
 senso di solidarietà tra colleghi. Emmanuel Carrère torna difatti a dirigere un film dopo anni e lo fa raccontando una storia-inchiesta tratta da un'opera di Florence Aubenas.
 Il pregio è ovviamente quello di riuscire a far emergere 
l'impossibilità di colmare il vuoto tra due mondi diametralmente opposti
 che finiscono solo per sfiorarsi, ma per il resto addosso non ti resta,
 e il film qualche difetto ha, compreso lieve melodramma conclusivo 
abbastanza scontato nella sua dinamica. La Juliette Binoche ha 
comunque un paio di discreti momenti ed è credibile nel suo essere 
dimessa, e il film, di certo dal messaggio importante, considerazione 
merita. Voto: 6
The Outfit (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Una storia intricata di chiara matrice teatrale che si svolge in un 
unico ambiente, con i ritmi e la preponderanza dei dialoghi propri del 
genere. Un sarto, anzi un tagliatore, dimesso e quasi servile, fa da ago
 della bilancia per una vicenda di gang contrapposte che trovano nel 
laboratorio di sartoria un punto di appoggio per i loro traffici. 
Apparentemente discorsivo e dall'aplomb elegante, è contrappuntato da 
inaspettati e continui colpi di scena che il debuttante regista Graham Moore sa
 ben distribuire senza rinunciare alla giusta dose di violenza propria 
dei gangster movie. Qualche piccola forzatura non inficia sulla riuscita
 generale, va anche dato atto che non era facile dare un buon ritmo ad 
un film girato solo in un unico ambiente e con pochi attori, attori di 
grande valore peraltro, su tutti Mark Rylance. Certo, stringe più di un occhio ad opere già viste, in particolare "tarantiniane", ma si lascia ben guardare. Voto: 6,5
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Mark Rylance,
Nikki Amuka-Bird,
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Il ritratto del duca (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Una commedia garbata e brillante, tratta da una (incredibile) vicenda 
realmente accaduta, dal "gusto" tipicamente britannico. Estremamente 
piacevole, divertente ma con un sottofondo amaro. L'idealismo del suo 
protagonista, molto attivo a livello politico con svariate ed a volte 
stravaganti rivendicazioni sociali. Un individuo che per il bene comune 
rischia molto a scapito di una situazione familiare caotica e 
conflittuale. I dialoghi sono la cosa migliore del film, in aula di 
tribunale si realizzano probabilmente i momenti migliori. La regia di Roger Michell (che ha diretto nel 2017 Rachel Weisz in Rachel), come è giusto che sia, non è mai troppo invadente. Ma dopotutto, con un cast del genere è difficile sbagliare film. Jim Broadbent e la Helen Mirren furoreggiano
 nei loro duetti, ma anche il cast di "supporto" è pienamente 
all'altezza. Un consigliabile, rasserenante filmetto. Voto: 6+
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Roger Michell,
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C'mon C'mon (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Un'America in bianco e nero dalla parte dei bambini, che sono invitati 
ad esprimere le proprie aspettative sul futuro. Intento lodevole quello 
di Mike Mills, che utilizza le interviste ai ragazzi come cornice
 per raccontare l'intenso rapporto che si instaura tra lo zio Johnny, il
 sempre intenso Joaquin Phoenix, e il piccolo Jessie, bambino 
sveglio, un po' petulante e viziato ma perfettamente in grado di capire 
la situazione. Il topos dell'introspezione on the road, inoltre, offre 
un sentito ed aggiornatissimo ritratto dell'America contemporanea e 
multiculturale. Qualche pretesa autoriale di troppo, ma lo stile è 
efficace ed originale, l'approccio delicato, la fotografia elegante. Un 
po' penalizzato da alcuni dialoghi che appaiono eccessivamente prolissi 
ed artefatti, ma nel complesso riuscito nella sua ragguardevole 
riflessiva autenticità. A conti fatti un buonissimo e bel piccolo film 
ingiustamente snobbato. Voto: 7
giovedì 9 febbraio 2023
Black Panther: Wakanda Forever (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Seguito non indimenticabile di Black Panther, che già di per sé indimenticabile non era. Il primo forse aveva il merito di trattare qualche tema sociale e più "impegnato", mescolandolo all'azione. In questo seguito c'è di buono il trattare il tema del lutto e della separazione, abbastanza inusuale in un tipo di film come questo. Sicuramente rimane tutto superficiale, però apprezzabile come sforzo. Purtroppo questa maturità di temi viene largamente dimenticata nella parte centrale del film, ovvero il cuore principale, dove invece prende piede il tema dello scontro col nemico che poi non è nemico, perché i nemici sono altri e in realtà la guerra è tra due popoli simili, auto-isolatisi per proteggersi da un mondo aggressivo e di conquistatori. Ci mettono circa 2 ore a capire questo, nel mentre una guerra fratricida. Ovviamente musiche, cast, montaggio, effetti speciali, rendono tutto godibile e non noioso nonostante la durata importante di due ore e quaranta (5 candidature agli Oscar 2023 però non tanto giustificate), ma risulta nel complesso abbastanza scialbo. Omaggia giustamente Chadwick Boseman, potevano farlo però sicuramente meglio (risulta invece tra i peggiori dell'MCU). Voto: 5,5
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Lupita Nyong'o,
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Glass Onion - Knives Out (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Purtroppo film molto più debole del (fantastico) primo che era un giallo classico alla Agatha Christie con trovate astute e dal mood dark al punto giusto (sorprendente Cena con delitto). Questo è un film sin dall'inizio trasformato in un grande "gioco" alla Cluedo con situazioni, luoghi e personaggi inverosimili. Oltre a essere uno dei gialli con il killer più ovvio e telefonato che abbia mai visto (anche nel primo film si poteva intuire prima, ma qui è proprio conclamato). Da apprezzare quasi solo la prova di Daniel Craig (e pochissimi altri) calato sempre benissimo nel personaggio e divertito in un ruolo più leggero rispetto al film precedente, che però in termini complessivi si prendeva tranquillamente un distinto pieno, questo a fatica arriva alla sufficienza per me. Inspiegabile la candidatura per la migliore sceneggiatura non originale a Rian Johnson (anche regista), ma in ogni caso gustoso filmetto. Voto: 6
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Niente di nuovo sul fronte occidentale (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Niente di nuovo sul fronte cinematografico, per quanto questo film (una specie di sequel del bellissimo 1917, che tra l'altro ho apprezzato di più) meriti ugualmente visione. Un film bello a livello visivo, degno delle migliori produzioni ad alto budget. Tiene più sullo sfondo le ragioni storiche del conflitto per scandagliare l'animo di chi combatte e muore inutilmente al servizio di fini bellici più idealistici che realistici. Se è vero che a livello di contenuti non aggiunge niente di particolarmente rilevante, è altrettanto vero che certi concetti bisogna sempre ribadirli. Cast tedesco (di buon livello) e una produzione Netflix sicuramente ambiziosa per questa terza trasposizione del romanzo di Erich Maria Remarque. La regia di Edward Berger sfrutta fotografia e sonoro per donare potenza a un narrato che, come detto, non può certo lavorare sul fattore novità e che frequenta il terreno dell'immersività (e lo fa davvero bene). La denuncia di una guerra inutile si innesta su un cameratismo che passa dal cieco ardore alla disillusione. Niente di nuovo sul fronte occidentale è questo, la sinfonia del sacrificio senza vincitori né vinti. Ci sono forse troppi minuti e un certo didascalismo, ma fa comunque il suo sporco lavoro. Per quanto tuttavia (ma senza voler togliere indubbi meriti) sembrano eccessive le 9 candidature agli Oscar 2023, tra cui quella per il miglior film. Voto: 6,5
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Argentina, 1985 (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Nelle fasi processuali non avrà l'intensità di certi suoi illustri predecessori, ma è lodevole il rievocare un momento chiave della storia argentina mostrando, anche con qualche punta di ironia (che tuttavia non smorzano in nessuna maniera la tragicità degli eventi), tutte le difficoltà nel portare alla sbarra i responsabili di una feroce dittatura che, tuttavia, godeva ancora di un forte favore popolare. Forse il personaggio di Strassera è dipinto in maniera fin troppo agiografica (in patria la sua figura è stata oggetto di alcune controversie), ma Ricardo Darin ne fornisce un'ottima interpretazione, e la sua requisitoria finale è da applausi (alcune testimonianze fanno venire i brividi). Diligenti regia e fotografia per un film storico esemplare, primo in assoluto a raccontare la storia del Processo alla giunta militare argentina, e candidato ai Premi Oscar 2023 per la categoria Migliore film straniero. Voto: 7
Blonde (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Il film è la trasposizione di un romanzo e quindi non va pesato come documento storico inoppugnabile, ma non rende un bel servizio alla figura leggendaria della Monroe, anzi. Si sapeva della sua fragilità, anche della sua leggerezza, ma qui si sguazza nel voyerismo più bieco dipingendola come una cretina quasi vicina al ritardo mentale. Va bene denunciare gli abusi subiti ed i dolori che hanno segnato la sua giovinezza (con la ricerca di una figura paterna mai assaporata e tuttavia sempre ricercata) ma due e ore e tre quarti così non si reggono (e in questo senso non ha avuto alcun senso farlo durare così tanto): si parla poco del suo lavoro, poco del suo essere un sex symbol e con la scusa di spogliare la Ana De Armas (comunque bravissima, solo quasi da Oscar) si spinge forte il pedale dell'eccesso e del torbido. Ne esce una pellicola fintamente autoriale che sembra messa lì apposta per dividere, con scelte volutamente shock e inette. Per me il miglior film di Andrew Dominik resta "L'assassinio di Jesse James", da lì in poi è andato in calando. Questo è decisamente mediocre. Voto: 5
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Pinocchio di Guillermo del Toro (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Con gioia, delicatezza e profondità di sentimenti Guillermo del Toro riesce a dar vita a un Pinocchio che vale davvero la pena di vedere (soprattutto dopo il deludente Pinocchio di Robert Zemeckis). Questo Pinocchio è ora struggente, ora divertente e visivamente eccezionale. Un Pinocchio sui generis che fa riflettere e appassiona incondizionatamente. La rivisitazione di Del Toro in effetti, è tutto fuorché fedele al romanzo di Collodi. Questo, inaspettatamente, si tramuta in un pregio: lo stile visionario del grande regista (che è una garanzia e c'è poco da fare) garantisce una riscrittura maggiormente volta alla critica politica (ventennio fascista) e all'importanza da tributare alla vita mortale (intuizione ottimamente sposata con la longevità del Pinocchio burattino). Ne esce un lungometraggio d'animazione ispirato e fortemente personale, capace di restituire modernità ai personaggi (il grillo, le fate madrine, Geppetto) e parlare finalmente a tutti, senza compromessi nella scrittura. Tolte le fastidiose canzoncine credo sia, se non la migliore versione di Pinocchio (che versione di Pinocchio in realtà non è), certamente tra le migliori. E l'Oscar 2023 insomma lo meriterebbe. Voto: 7,5
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Top Gun: Maverick (2022)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Operazione nostalgia ma con qualità, che riesce a partorire un bel sequel, forse un po' furbetto (dato che strizza l'occhio ai temi caldi dei nostri tempi, quali l'inclusione, le vulnerabilità, l'intelligenza emotiva) ma che sorprende in positivo. Top Gun: Maverick (dedicato a Tony Scott) riesce ad omaggiare il vecchio cult del 1986, con dei richiami oculati e nel complesso mai ridondanti, e allo stesso tempo riesce a creare una storia adrenalinica ma dal sapore malinconico. Soprattutto finalmente abbiamo una trama semplice, come deve essere per un film del genere, senza troppi spiegoni, senza colpi di scena inutili. Una menzione di merito a tutte le musiche, compresa Lady Gaga e Hans Zimmer. Per quanto riguarda gli attori, buona la prova di Tom Cruise anche se ovviamente ha perso la verve degli anni d'oro, superba Jennifer Connelly, bravo anche Miles Teller nei panni del figlio di Goose. Top Gun: Maverick, un film (peraltro candidato a sei Premi Oscar 2023 tra cui quello per il miglior film) che scorre liscio come l'olio, garantendo un ottimo intrattenimento. Voto: 7+
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Tom Cruise,
Val Kilmer
La figlia oscura (2021)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Un film che non mi ha lasciato tracce quello della Maggie Gyllenhaal, evanescente nello sviluppo e poco coinvolgente nella narrazione (eppure candidato nel 2022 a tre Premi Oscar, tra cui quello alla migliore sceneggiatura non originale). Il contatto fra una donna sola ed un gruppo di locali villeggianti è l'occasione per mostrare le profonde cicatrici della donna, fra presente e passato della sua esistenza. Sia pure dotato di una elaborata costruzione narrativa (è l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Elena Ferrante), la messa in scena mi è risultata fredda a livello emotivo e nemmeno la discreta prestazione degli attori (su tutti quella della sempre eccellente Olivia Colman, ma Jessie Buckley non scherza) riesce a lasciare qualche traccia. Eccessivamente verboso e lungo, appesantito da eccessive ripetizioni di situazioni e concetti ed affastellato di sotto-storie francamente inutili e fuori contesto. Errori forse anche plausibili e propri di un esordio, ma di fatto pesanti per riuscire a mantenere salde le valide premesse che la storia si portava appresso. Voto: 5,5
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Quo vadis, Aida? (2020)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Di fronte a fatti così drammatici è difficile valutare la forma della narrazione indipendentemente da quei terribili contenuti, il cui peso è così vicino nel tempo e difficile da metabolizzare. La regista Jasmila Žbanić riesce in questa dolorosa impresa di ricostruzione del massacro di Srebrenica (e per la prima volta in assoluto) senza indugiare nei particolari più atroci ma affidandosi al calvario della protagonista Aida, nello sforzo terribile e vano di mettere al riparo marito e figli dalla furia del "macellaio serbo" e dalla forzosa impotenza del contingente ONU. Una bravissima Jasna Djuricic dà corpo e anima a una figura coraggiosa e tragica. Un film (candidato all'Oscar al miglior film internazionale nel 2021 poi vinto da Un altro giro) bello e doloroso. Voto: 7
Speciale Premi Oscar 2021/2022/2023
Post pubblicato su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Erano già tutti film nella lista delle visioni (in buona parte almeno), così non solo si è rivelato facile, ma anche necessario riunirli tutti in un unico post/o. In occasione delle nomination agli Oscar 2023 ho preso subito la palla al balzo per verificare quali film potessi già vedere legalmente tramite piattaforme streaming a cui fossi abbonato, e con mia grande sorpresa una dozzina esatta, ovvero 12 su 34 totali (film candidati) tolti (come da prassi) documentari e cortometraggi. Tuttavia due li avevo già visti, ossia Red, un cartone animato carino ma niente di più, e The Batman, un bel restyling che se tecnicamente funziona (e non per caso le nomination arrivano da lì), narrativamente non tanto, comunque apprezzabile sforzo. Ne rimanevano quindi 10 (il numero "perfetto" era 9), fortuna vuole che dalle scorse (due) edizioni, di cui ne mancavano e ne mancano ancora 2 o 3 da vedere, ne sono usciti due su Sky, ne ho approfittato per accorparli, infatti uno del 2021 e del 2022 ci sono (peraltro non "vincenti"), e gli altri sette di quest'anno. E in questo senso i mancanti tre film, tutti di produzione e/o distribuzione Netflix, vedrò in questi giorni e saranno recensiti per fine mese, per il listone finale mensile. Al momento ecco alti e bassi, ma credo sia normale, poi chissà cosa mi riserveranno.
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