Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Drake Doremus dopo Equals si conferma amante del puro
romanticismo, inscenando un melodramma delicato ed appassionato ma che
si prende (purtroppo?) i soliti tempi rarefatti e dilatati, ed il mondo
di Orfeo è sempre vicino. Egli che lavora su una cinematografia che,
davvero, attrae o respinge come una calamita. Era successo con Equals
(che comunque non mi era dispiaciuto ed era pochino migliore) dove in
un futuro distopico immergeva un melodramma dai tempi così dilatati da
far succedere qualcosa dopo molto tempo. In Zoe il melodramma si
ripete, ed i tempi dilatati pure. Se lo spettatore non si assopisce
sulle soavi musiche (affascinanti ma il sonno sta in agguato) riuscirà
poi a vivere una storia d'amore delicata e sofferta, appassionata e che
pone le radici in profondità in una società molto più vicina a noi di
quanto il film voglia rappresentare. Doremus, attento lettore di amori
impossibili e torturati pone solo nel finale gli spunti di
approfondimento più interessanti, vi sono film sicuramente con un piglio
di ritmo più trascinante, ma per gli appassionati ci sta. Voto: 5,5
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