Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2023 Qui - Un tema poco affrontato al cinema, un'impronta delicata e dignitosa. La
regia poteva però osare di più. E' infatti una riflessione su religione e
ortodossia, ma raccontata in modo più sfumato rispetto a prodotti come Unorthodox. Dignità,
delicatezza e decoro sono i contrassegni emotivi di un dramma intimo
che non cerca vie e soluzioni solo superficialmente d'effetto. Un
sorprendente Riccardo Scamarcio e la buona Lou de Laâge mostrano di trovarsi a loro agio nei toni trattenuti di Alla Vita.
Il film accompagna il loro tentativo con una buona scrittura e una
dignità d'approccio veramente apprezzabili. Peccato solo che la messa in
scena, nella sua lodevole sobrietà, manchi di quel guizzo di freschezza
e di originalità, in nessun modo ruffiana o urlata, che avrebbe
permesso a questo incoraggiante esordio (dell'attore Stéphane Freiss) di raggiungere picchi davvero notevoli. Tutto ambientato in una tenuta agricola arsa dal sole (nella soleggiata Puglia), Alla vita è un dramma di sostanza, rigoroso malgrado l'assenza di grossi guizzi di regia. Voto: 6+
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