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giovedì 31 luglio 2025

I film del mese (Luglio 2025)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/07/2025 Qui - Ecco la lista dei film visti questo mese. Scelte o meno, pellicole visionate dalle piattaforme streaming a mia disposizione (a pagamento o meno), ovvero da Netflix, Sky e Prime Video, da Mediaset Infinity (compreso Plus), Paramount Plus e RaiPlay, a infine Disney Plus, TimVision e occasionalmente YouTube. Sporadicamente anche da Apple Tv Plus, Pluto TV e siti vari (anche non legali). Lo speciale cinematografico del mese è incentrato su Lucio Fulci, con quattro opere (a me mancanti) della sua filmografia.

Phantom (Azione/Thriller 2023) - Una spy story che scava tra le pieghe della Storia per raccontare un sogno di libertà. Ambientato nella Corea del 1933 sotto dominazione giapponese, il film intreccia suspense e patriottismo, seguendo cinque sospettati rinchiusi in un hotel alla ricerca del sabotatore segreto: Phantom. Inizialmente teso e brillante nel costruire relazioni e tradimenti, il film si perde nella seconda parte in un caos d'azione ipercinetica. Tuttavia, il gesto eroico delle due protagoniste, armate contro l'oppressore, restituisce al racconto una visione alternativa e potente della resistenza. Un'illusione, sì, ma carica di significato. Voto: 6

Seance - Piccoli omicidi tra amiche (Horror/Thriller 2021) - Il debutto alla regia dello sceneggiatore di You're Next (tale Simon Barrett, anche noto per le sue collaborazioni con Adam Wingard) è un horror al femminile che parte come paranormale e vira verso lo slasher, con un movente debole. Ambientato in una scuola di danza dal sapore Argentiano, il film offre buone atmosfere e personaggi interessanti tra bullismo, rivalità e tensioni erotiche. Peccato per le false piste forzate e un finale spiegato in modo improbabile. Il confronto finale col killer è crudo e violento, e l'eroina funziona, ma nel complesso resta un film convenzionale. Voto: 5

Il paradiso probabilmente (Commedia/Dramma 2019) - Elia Suleiman riflette su patria, identità e sradicamento, partendo dalla Palestina come "non luogo" e attraversando Parigi e New York, città che finiscono per somigliarsi in una distopia globale. Con uno stile da comica muta, tra Buster Keaton e Roy Andersson, costruisce sketch surreali e malinconici, microstorie morali e rebus pop che fanno sorridere con perplessità. Il suo sguardo silenzioso sul mondo è acuto e originale, ma il mordente politico si dissolve nell'ambiguità poetica. Il film in ogni caso, candidato per la Palma d'oro al Festival di Cannes del 2019, vale la visione per i suoi arguti parallelismi. Voto: 6+

Transformers One (Azione/Sci-fi 2024) - Firmato dal regista di Toy Story 4, questo capitolo animato dei Transformers si rivela una piacevole sorpresa: tecnicamente curato, ben diretto e con una storia semplice ma efficace. Avrebbe funzionato meglio se distribuito prima della saga, offrendo un'introduzione più empatica ai protagonisti, persino al rigido Optimus Prime. L'animazione è fluida, le scene d'azione spettacolari, e il doppiaggio vivace aggiunge ironia e ritmo con botta e risposta divertenti. Nonostante l'inevitabile banalità del soggetto, il film si segue con piacere e si distingue come uno dei migliori della serie dopo il primo di Michael Bay. Voto: 6,5

Mickey 17 (Commedia/Sci-fi 2025) - Bong Joon-ho firma un nuovo sci-fi distopico che mescola generi e riflessioni sociali con la sua consueta maestria. La satira sulle classi, il tema della dualità e una vena comica punteggiano una storia visivamente affascinante, con alieni simil-tardigradi sorprendentemente ben realizzati. Sebbene il film possa sembrare "minore" rispetto a suoi altri, resta comunque coinvolgente, nonostante qualche lungaggine e un finale un po' ridondante. Mark Ruffalo eccede nei toni, ma Robert Pattinson convince nella sua doppia versione. Forse imperfetto, ma ancora una prova di quanto la fantascienza possa brillare quando è pensata con testa e cuore. Voto: 6,5

France (Commedia/Dramma 2021) - Bruno Dumont, con una Lea Seydoux intensa e vulnerabile, tenta di raccontare la confusione dell'Occidente moderno, dove realtà e spettacolo si fondono. Partendo come satira sul giornalismo, si perde però tra riflessioni sulla fama e intrecci familiari poco incisivi. Tra scelte narrative discutibili, toni seriosi e una durata eccessiva, l'opera si rivela ambiziosa ma disorganica. Il pensiero c'è, ma resta annegato in uno stile autoreferenziale e ripetitivo. Un'occasione sprecata. Voto: 5,5

Follemente (Romantico/Commedia 2025) - Paolo Genovese rispetto ad Inside Out raddoppia il gioco emotivo: due protagonisti, uomo e donna, le cui emozioni si incrociano e si scontrano in una brillante commedia sull'azione e reazione tra i mondi interiori. La sceneggiatura, semplice ma efficace, è sorretta da un cast affiatato. Fanelli e Santamaria sorprendono con momenti esilaranti, Giallini e Pandolfi aggiungono ritmo e vivacità. Il film rallenta nella seconda metà, ma il finale funziona e lascia il segno. Meno incisivo di Perfetti sconosciuti, ma comunque superiore al precedente Il primo giorno della mia vita. Un piccolo gioiello, fresco e godibile. Voto: 7

giovedì 9 febbraio 2023

Black Panther: Wakanda Forever (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2023 Qui - Seguito non indimenticabile di Black Panther, che già di per sé indimenticabile non era. Il primo forse aveva il merito di trattare qualche tema sociale e più "impegnato", mescolandolo all'azione. In questo seguito c'è di buono il trattare il tema del lutto e della separazione, abbastanza inusuale in un tipo di film come questo. Sicuramente rimane tutto superficiale, però apprezzabile come sforzo. Purtroppo questa maturità di temi viene largamente dimenticata nella parte centrale del film, ovvero il cuore principale, dove invece prende piede il tema dello scontro col nemico che poi non è nemico, perché i nemici sono altri e in realtà la guerra è tra due popoli simili, auto-isolatisi per proteggersi da un mondo aggressivo e di conquistatori. Ci mettono circa 2 ore a capire questo, nel mentre una guerra fratricida. Ovviamente musiche, cast, montaggio, effetti speciali, rendono tutto godibile e non noioso nonostante la durata importante di due ore e quaranta (5 candidature agli Oscar 2023 però non tanto giustificate), ma risulta nel complesso abbastanza scialbo. Omaggia giustamente Chadwick Boseman, potevano farlo però sicuramente meglio (risulta invece tra i peggiori dell'MCU). Voto: 5,5

martedì 15 febbraio 2022

Prossima fermata Fruitvale Station (2013)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/02/2022 Qui - Il primo lungometraggio di Ryan Coogler (colui che dirigerà il riuscito Creed e successivamente l'iconico Black Panther, sempre con Michael B. Jordan, qui protagonista, nel cast), anche sceneggiatore di questo film tratto da un fatto di cronaca dell'inizio del 2009, è opera (dannatamente) sempre attuale, è opera diretta e senza fronzoli. E' nella semplice forza della rappresentazione documentaristica del film il valore positivo dello stesso, che lungi dal santificare Oscar Grant, offre una rappresentazione umana del personaggio in cui gli errori del passato e le difficoltà presenti non lo distolgono dal tentativo di rimettersi in carreggiata. Ecco quindi che la casualità crudele del destino gioca un tiro mancino ai buoni propositi. Purtroppo l'inserimento di una scena tratta dai fatti reali piazzata proprio all'inizio del film rovina completamente il finale per chi non conoscesse la storia, e diminuisce l'impatto drammatico della stessa. Nonostante questo, tuttavia, il messaggio del film passa: belle performance da parte degli attori (soprattutto da parte del figlio d'arte Jordan e dall'onnipresente Octavia Spencer), buona fotografia, discreta realizzazione dei fatti. Nel complesso è un film che poteva essere molto meglio, ma che con un budget a dir poco irrisorio fa quello che doveva fare senza troppi drammi e scene strappalacrime. Giusto finale didascalico. Voto: 6,5

Registi alla prova

Post pubblicato su Pietro Saba World il 15/02/2022 Qui - Mi ero ripromesso di recuperare alcuni film di un certo personale interesse, ma non c'è stato mai il tempo, che finalmente tuttavia è adesso arrivato. Nel frattempo gli stessi registi (o alcuni di essi), protagonisti oggi, giacché questo speciale cinematografico è nato dalla volontà di recuperare i film precedenti di questi film-maker, hanno diretto tanti altri dopo, anche dopo che io ho visto un loro film di pochi anni fa, ma ai fini di quello che avevo intenzione di fare importanza non ha avuto. Infatti ecco che ho recuperato il primo film o uno della loro filmografia di alcuni registi (per lo più internazionali, ma non tutti famosi ed alcuni poco conosciuti) che negli ultimi anni (tramite una particolare, riuscita o semplice pellicola) mi hanno sorpreso, deluso o semplicemente intrattenuto. Da Tomm Moore a Colin Trevorrow, da Dave Green a Brady Corbet, da André Øvredal a Ryan Coogler, da Nacho Vigalondo e Jeremy Saulnier fino a Ferzan Özpetek. Saranno riusciti a confermarsi, a confermare (nonostante per alcuni fu questa la loro prima prova dietro la macchina da presa) il loro talento? Saranno riusciti a non deludere nuovamente? Oppure saranno riusciti semplicemente a fare il loro lavoro in modo degno senza grandi risultati? Scopriamolo!
 

martedì 18 giugno 2019

Black Panther (2018)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2018 Qui - Per la prima volta nella storia dei cinecomics, a dieci anni esatti dall'inaugurazione del Marvel Cinematic Universe (Iron Man ha compiuto dieci anni ad Aprile scorso), ecco arrivare il primo film (il diciottesimo del MCU) tratto da fumetti con protagonista un eroe di colore (il film è infatti basato sul personaggio di Pantera Nera della Marvel Comics), con un cast e una crew quasi completamente composta da talenti di settore di colore, un unicum persino a Hollywood che mai aveva visto un progetto di tale scala (e budget), realizzato da attori, registi, tecnici, sceneggiatori e produttori afroamericani. Questo aspetto produttivo e l'unicità del personaggio facevano di Black Panther, film del 2018 diretto e co-scritto da Ryan Coogler, un film storicamente importante (perché strutturalmente e concettualmente diverso), non solo nell'ambito del genere, ed era quindi normale che le aspettative fossero alte. Anche perché in tal senso tutti parlavano di un film diverso, ben lontano dai soliti Marvel che, ammettiamolo pure, belli e divertenti (altresì eccezionali), ma sono un po' tutti uguali. Ecco dopo aver visto quest'ultimo action fumettistico, non sono poi così convinto che qualcosa di diverso significhi "qualcosa di buono", a me è sembrata un'accozzaglia di roba abbastanza difficile da digerire per intero. Accozzaglia che la critica americana, anche questa volta, l'ha etichettata come l'ennesimo capolavoro Marvel, ma la verità (come sempre, quasi sempre, perché i due Guardiani della Galassia capolavori lo sono per davvero e tanti altri sono davvero eccezionali) sta nel mezzo. Giacché è abbastanza ovvio che questo cinecomic, in questo frangente, venga utilizzato come mezzo per parlare di rivalsa dei neri e porre dunque l'attenzione sulla questione delle minoranze etniche, afroamericane in particolare. Black Panther, quindi, sembra essere una "tacita" risposta alle manovre politiche (in quasi un anno poco è cambiato) di Donald Trump, dacché si riempie la bocca di tanti temi importanti, quali l'immigrazione, l'integrazione tra popoli diversi e la corsa agli armamenti, cercando una dimensione narrativa propria dove ambisce mettere in parallelo messaggi politici e intrattenimento, laddove quest'ultimo (ahimè) viene meno. Perché certo, ci sta ed è anche giusto che questi temi vengano alla luce, ma per colpa di ciò il film diviene presto statico, appesantito, debolissimo per la mancanza di ritmo e, paradossalmente, si rivela povero di combattimenti.

lunedì 11 febbraio 2019

Creed: Nato per combattere (2015)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/11/2016 Qui - Inutile sottolineare che attendevo da tempo di vedere questo film, era da gennaio infatti, da quando ne parlai all'epoca della sua uscita, che aspettavo di ritrovare uno dei miti della mia infanzia, ovvero Rocky. Alcuni ricorderanno il post pubblicato a inizio gennaio, (che trovate qui), dove spiegavo i motivi e il perché la saga e il suo personaggio sono diventati simboli di forza e coraggio per me e per tutti. In ogni caso per rientrare in clima, ho aspettato un po', non perché non ho avuto tempo prima di vederlo (anche se avevo un calendario da seguire) ma perché prima ho visto grazie a Sky, che a proposito per l'occasione della sua mandata in onda ha predisposto un canale apposito per rivedere l'intera straordinaria saga, prima il bellissimo 'racconto di cinema' di Nino Castelnuovo, l'esperto di punta sul cinema della piattaforma satellitare, un racconto emozionante e incredibile, al pari del successivo documentario Da Creed a Rocky: la leggenda continua, con interviste agli attori del cast, i produttori e quant'altro. Insomma qualcosa di interessante e bello, che vi consiglio di vedere se già non l'avete fatto. Comunque ritornando a questo settimo capitolo della saga (anche se a dir la verità è uno spin-off che si svolge in ogni caso dopo Rocky Balboa, sesto film della serie), intitolato Creed: Nato per combattere (Creed - 2015) a primo impatto è un film bello ma non così eccezionale come mi aspettavo, perché nonostante ho ritrovato con piacere quel gusto vintage e demoralizzante (più emozionante) di un tempo non tutto è filato liscio, anzi, fila così velocemente (sbrigativo) che molte cose vengono accelerate senza mai fermarsi, troppi repentini cambi di direzione, fatto che aggiunto a molti punti oscuri o momenti, meglio situazioni, non spiegate abbastanza dettagliatamente, lasciano poco tempo di riflessione, praticamente non ci sono pause, non che sia un male però ci voleva qualche punto morto per riprendere meglio le emozioni, la storia lasciate a metà, anche se il sesto capitolo era il perfetto finale della straordinaria avventura vissuta dallo Stallone Italiano. Invece no, perché grazie ad un giovane regista, Ryan Coogler, al suo secondo lavoro importante (dopo Prossima fermata Fruitvale Station), il primo per me, quella storia ha potuto avere un seguito, un seguito che in certi momenti assomiglia ad un remake, dato che la storia, i temi e il finale sembra ricalcare il primo fantastico film. Certo, letti in chiave moderna per le nuove generazioni ma leggermente troppo simili, anche se proprio per questo il film mi è piaciuto di più, ma soprattutto perché torna il lato umano e non solo i muscoli e quelle atmosfere molto "cotonate" da anni '80. Insomma un film che efficacemente riporta in auge un mito, un mito che riesce a far risultare una pellicola non straordinaria ma tutto sommato credibile e anche e soprattutto riuscita.