Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/02/2022 Qui - Il primo lungometraggio di Ryan Coogler (colui che dirigerà il riuscito
Creed e successivamente l'iconico Black Panther, sempre con Michael B.
Jordan, qui protagonista, nel cast), anche sceneggiatore di questo film
tratto da un fatto di cronaca dell'inizio del 2009, è opera
(dannatamente) sempre attuale, è opera diretta e senza fronzoli. E'
nella semplice forza della rappresentazione documentaristica del film il
valore positivo dello stesso, che lungi dal santificare Oscar Grant,
offre una rappresentazione umana del personaggio in cui gli errori del
passato e le difficoltà presenti non lo distolgono dal tentativo di
rimettersi in carreggiata. Ecco quindi che la casualità crudele del
destino gioca un tiro mancino ai buoni propositi. Purtroppo
l'inserimento di una scena tratta dai fatti reali piazzata
proprio all'inizio del film rovina completamente il finale per chi non
conoscesse la storia, e diminuisce l'impatto drammatico della stessa.
Nonostante
questo, tuttavia, il messaggio del film passa: belle performance da
parte degli attori (soprattutto da parte del figlio d'arte Jordan e dall'onnipresente Octavia Spencer),
buona fotografia, discreta realizzazione dei fatti. Nel
complesso è un film che poteva essere molto meglio, ma che con un
budget a dir poco irrisorio fa quello che doveva fare senza troppi
drammi e scene strappalacrime. Giusto finale didascalico. Voto: 6,5
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