Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2022 Qui - Di solito adoro qualsiasi prodotto che tratti l'intrigante dilemma etico
e sociale dell'intelligenza artificiale e quindi del rapporto tra
l'uomo e l'incessante avanzare della tecnologia. Mi sono avvicinato
dunque a questo film (diretto da Yasuhiro Yoshiura, quello di Patema Inverted) sperando di trovare quegli stessi stimoli e riflessioni
psicologiche e filosofiche ricevuti in passato da opere del calibro di
"Ghost in the Shell" e/o simili. Mi sono dovuto presto ricredere ed
abbassare di molto le mie aspettative sull'opera in questione: Time of
Eve è ricco sì di spunti e riflessioni interessanti e di momenti
toccanti, ma il tutto sa di già visto. Il film è l'unione di sei episodi
in sostanza autoconclusivi in cui si esplorano, una alla volta, le
storie dei frequentatori del bar "Time of Eve". Pur essendoci una
sottile trama di fondo, nel film si nota molto l'impianto originario
dell'anime. Il clima che si respira è molto calmo e rilassato, e i temi
trattati circa "l'umanizzazione della macchina" sono diluiti a tal punto
che ti scivolano addosso quali semplici spunti di riflessione: non ti
colpiscono in modo diretto e pesante come succede in altri prodotti di
ben altra levatura. In conclusione, Time of Eve è sì un dolce
racconto
sulla discriminazione e sui sentimenti, godibile, tutto sommato, nella
sua semplicità e scioltezza, ma per niente profondo nella sua analisi
filosofica, etica e morale. Vedibile ma dimenticabile. Voto: 5,5
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