Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2022 Qui - Una sorta di metafora, divisa tra sogno e realtà, sull'essere genitore.
Ma l'escamotage della dimensione parallela (alla strenua di un Inside
out qualunque) avrebbe funzionato se utilizzato in maniera occasionale,
cosa che non è, per cui il film (scontato e senza colpi di genio) finisce per annoiare dopo poco tempo
(abbastanza grezzo il mondo fantastico). Molto tenero rimane comunque il legame padre/figlia, che inevitabilmente
si fa più tenue allorché la piccola entra nella fase adolescenziale,
portando lo spettatore a essere solidali con il papà messo da parte (il
quale, essendo il vero bambino mai cresciuto, dovrà imparare a cavarsela
da solo). In questo senso bravo il protagonista (il sempre simpatico Omar Sy),
modesto (nonostante i nomi) il resto del cast. E rimane comunque un
film non troppo disprezzabile, che sarebbe potuto però essere migliore,
se il regista Michel Hazanavicius, quello de Il mio Godard e di tanti
altri, tra cui l'ottimo The Artist (5 Oscar nel 2012, tra cui miglior film e regia), avesse giocato meglio le carte a sua disposizione. Voto: 5,5
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