Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/03/2017 Qui - Confirmation, film per la televisione diretto da Rick Famuyiwa, è un film drammatico che offre diversi spunti di riflessione, film che drammaticamente riporta le vicende avvenute negli Stati Uniti nel 1991, in occasione dell'elezione a giudice della Corte Suprema di Clarence Thomas e le accuse di molestie sessuali rivolte contro di lui, da parte di Anita Hill, una delle prime donne che non ebbe paura di dire la verità (purtroppo solo presunta), anche se proprio grazie a lei molte donne si sono fatte avanti e hanno denunciato (cosa che tutte dovrebbero fare) gli abusi da parte di capi o mariti. Ma non solo, poiché il caso in questione, ha segnato un momento cruciale della cultura americana, cambiando per sempre il modo in cui si percepiscono le politiche di uguaglianza tra i generi. Per questo e per altri motivi, è una pellicola che già vi consiglio di vedere. Comunque Confirmation è una pellicola storica, dall'inizio alla fine, quasi un 'film documentario', che ripercorre, uno dei fatti che crearono più scandalo, sul quale ci fu un notevole accanimento mediatico, che ebbe risvolti sia negativi, sia positivi. Si tratta di un film che richiede un certo impegno nella sua visione, è una pellicola dal ritmo lento, che ripercorre (il più possibile fedelmente) le vicende che avvennero in occasione dell'elezione di Clarence Thomas. E lo fa, concentrandosi unicamente sulle interviste, sulle ricostruzioni dei Tg e dei giornali dell'epoca e sui commenti dei rispettivi interessati, Anita Hill (interpretata in modo egregio da Kerry Washington per il quale gli è valsa una candidatura sia al Premio Emmy che al Golden Globe) e Clarence Thomas (interpretato da Wendell Pierce). Perfetta è difatti la Washington nel mostrare i suoi sentimenti, e i suoi quattro diversi stati d'animo che la attraversano durante il film. Originariamente è dubbiosa, poi diventa motivata, verso la conclusione viene sopraffatta da un senso di rassegnazione, e, infine, riesce a trasmettere un senso di soddisfazione e compiacimento, grazie a ciò che (attraverso la lettura delle lettere) realizza essere riuscita a smuovere nella società americana. La pellicola offre, infatti (come già detto), numerosi spunti di riflessione. Tanto che, per comprendere al meglio il film, potrebbe essere d'aiuto avere già qualche informazione in merito al caso in questione e rivedere la pellicola anche un paio di volte. Poiché, in una sola visione, potrebbe essere facile non comprendere in pieno il senso delle parole e capire al meglio la situazione che ci viene mostrata. Detto ciò, gli spunti di riflessione che il film ci offre sono molteplici, la maggior parte ancora più che attuali.
Il primo dei temi trattati è l'accanimento mediatico, accanimento mediatico che, come ci viene mostrato anche nel film, può avere sviluppi positivi o negativi. Sicuramente negativi se si considera che, spesso, soprattutto per quanto concerne i reati sessuali, il passaggio da 'vittima' a 'colpevole' è breve. Spesso, di fronte a molestie sessuali (siano esse fisiche o psicologiche) c'è la paura di denunciare. Paura che corrisponde a vergogna, al timore di non essere capiti dagli altri e di essere giudicati. La pellicola all'inizio, si concentra proprio su questo aspetto, la paura, il dubbio, se denunciare o meno. Poi, messa in guardia e convinta, ha deciso di rendere pubblico il suo dramma psicologico vissuto. E, indipendentemente, da questo caso, il messaggio che ci lascia è che è sempre meglio rendere pubblico, rendere noto, denunciare le ingiustizie subite. Il film ce lo mostra verso la fine. Quando Anita Hill legge una delle migliaia di lettere che le sono pervenute. Infatti, indipendentemente dall'esito dalla vicenda e senza sapere chi dei due avesse ragione, questa storia è stata uno degli avvenimenti che hanno cambiato la cultura, il ruolo della donna, e il modo di pensare in America. Il fatto di denunciare le ingiustizie subite, di lottare contro i soprusi, di far sentire la propria voce è stato agevolato da questo scambio di accuse tra Clarence Thomas e la Hill. Come riportato alla fine della pellicola, infatti, il numero di denunce di reati di molestie sessuali, dopo quella vicenda è pressoché raddoppiato, così come la rappresentatività femminile nelle istituzioni è aumentato. Le donne elette al Congresso, infatti, furono molte di più che in ogni altra elezione nella storia della Nazione. Per il resto la pellicola, segue gli avvenimenti reali e mantiene un buon livello di obiettività. In film come questi, infatti, è facile rischiare di essere di parte, qui, invece, l'imparzialità è stata garantita. Certamente, ci si è soffermati più su Anita Hill e si è adottato il suo punto di vista. Però, si è riusciti a rappresentare anche la sofferenza del giudice Thomas e della moglie. Quando, infatti, la moglie va, in giardino, ad annunciare a suo marito la sua elezione a giudice della Corte Suprema, la regia si sofferma sul volto di Wendell Pierce, il quale fa trapelare, una gioia e un sollievo al limite del pianto. Perciò, a mio avviso, la regia è ben riuscita ad essere imparziale e a dividere gli spettatori (così come era avvenuto realmente all'interno dell'opinione pubblica, c'era infatti chi credeva ciecamente in Anita Hill e chi no). La cosa che più ho apprezzato del film, però, è che si è riusciti a far luce su alcuni aspetti che ogni giorno invadono le pagine dei nostri giornali. Ogni giorno sentiamo, infatti, parlare di scandali, abusi, molestie, mobbing, discriminazioni. E questo film si sofferma su queste cose. E quindi questa è davvero perciò, una pellicola impegnativa, da seguire attentamente e che fa (deve far) riflettere su tutti gli aspetti che presenta. Riguardo alla pellicola, occorre, ricordare altri due attori (oltre ai protagonisti) che hanno dato un contributo importante alla realizzazione del film. La prima è un'agguerrita Grace Gummer (sicuramente meglio che The Homesman). Mentre, il secondo, è Jeffrey Wright (nel film nel ruolo di Charles), attore che ha fornito una interpretazione convincente in Westworld, e prima ancora Boardwalk Empire. Film, perciò, consigliatissimo un po' a tutti. Voto: 7