sabato 16 marzo 2019

The Absent One: Battuta di caccia (2014)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/05/2017 Qui - The Absent One: Battuta di caccia (Fasandræberne), thriller danese del 2014, che segue le vicende di due poliziotti di una sezione speciale nominata "Q", che riaprono un vecchio caso di omicidio rimasto irrisolto circa venti anni prima, facendo così luce su una vicenda di violenza in cui furono coinvolti dei giovani liceali. Nel 1994 infatti una coppia di giovani gemelle viene brutalmente assassinata in un cottage estivo. Le indagini portano a sospettare degli studenti di un vicino college fino a quando un uomo non si dichiara colpevole e viene condannato. Venti anni dopo, il caso finisce sulla scrivania dell'ispettore Carl Mørck che si rende subito conto che qualcosa non quadra. Insieme al collega Assad, Carl si mette sulle tracce di una giovane scomparsa dai tempi dell'omicidio, ma a cercarla ci sono anche delle persone che faranno di tutto per farla restare in silenzio. L'atmosfera potrebbe ricordare "Zodiac" di David Fincher ma questa è un opera decisamente personale. L'indagine dei due detective difatti scorre in parallelo con il racconto del passato drammatico di una giovane ragazza, l'intreccio è complesso ma ben curato e gli sviluppi non sono mai scontati.
Ma l'arma vincente di questo thriller (oltre ovviamente alla storia davvero sconvolgente nonché diabolica) è l'ottima caratterizzazione dei personaggi, alcuni con un ruolo ben definito ed altri, come la protagonista di questo episodio investigativo, sempre al margine della pazzia. Poiché due cose restano impresse, da un lato la straordinaria protagonista che appare al tempo stesso fragile e determinata, instillando il dubbio che sia lei l'origine di tutto il male, e dall'altro la forza di certe immagini che colpiscono per la loro crudezza come per la loro singolarità, come quella che vede i ricconi organizzare cacce alla zebra in Danimarca, ma non solo. La regia (asciutta) di Mikkel Nørgaard infatti, sa riprendere perfettamente l'atmosfera maligna che ruota attorno ai fatti accaduti e al tempo stesso riesce ad esaltare anche il dolore provato da chi è vittima. Discreta infine la fotografia, gli interpreti sono bravi (Nikolaj Lie Kass, Fares Fares e Danica Curcic), la trama avvincente ma su tutto domina la sensazione di un finale a sorpresa sempre dietro l'angolo e così sarà. Sicuramente perciò questo sequel è un buon sequel, ma anche un film che da solo sa stare benissimo in piedi. Voto: 6,5